giovedì 4 settembre 2014

il mondo è uno specchio

Ma perché col tempo i colori della vita si fanno più opachi
e l’impalpabile serenità dell’infanzia viene sostituita da un’ansiosa
inquietudine? Forse perché con l’età aumentano i problemi?
No. Questo succede perché crescendo l’uomo acquisisce
la tendenza a esprimere il proprio rapporto negativo verso
i fenomeni del mondo. L’insoddisfazione è un sentimento più
forte della semplice soddisfazione suscitata da un’atmosfera
serena e confortevole. Non rendendosi conto che comunque,
nonostante tutto, è felice, l’uomo non si accontenta di quello
che ha ed esige dal mondo ancora di più. Le richieste del favorito
aumentano, egli diventa sempre più viziato e ingrato. Il

mondo, ovviamente, non fa in tempo ad accontentare le crescenti 
esigenze ed ecco che il favorito comincia ad avanzare
pretese a ogni passo. Il suo rapporto verso il mondo cambia:
«Sei diventato cattivo, mondo. Non mi dai quello che voglio!
Non ti occupi di me!». E in quest’atteggiamento negativo si
raccoglie già tutta la forza dell’unità di un’anima insoddisfatta
e di una ragione capricciosa.
Ma il mondo è uno specchio, e non gli resta nient’altro da
fare che allargare con fare deluso le braccia e rispondere: «Come
vuoi, mio caro. Sarà tutto come vorrai tu». Come risultato
la realtà, riflesso dei pensieri dell’uomo, cambia in peggio:
i motivi di insoddisfazione aumenteranno e ciò sarà ulteriore
causa di malcontento nei riguardi del mondo. È così che il beniamino
e il favorito di un tempo si trasforma in un brontolone,
abbandonato dalla buona sorte, sempre pronto a lamentarsi
e a inveire contro il mondo. Un quadro terribile. L’uomo
non si rende conto di essere causa dei suoi stessi danni.
Vedendo sul riflesso dello specchio dei lineamenti poco piacevoli,
egli vi accentua l’attenzione ed esprime automaticamente
il suo atteggiamento negativo, contribuendo così ad aggravare
la situazione. La realtà nel riflesso si offusca facendo seguito
all’immagine. È così che lo strato del mondo del singolo perde
la sua freschezza originaria per diventare più scomodo e cupo.
Indietro, però, si può tornare! Di nuovo si può ritrovare quel
senso di quieta serenità di allora, si può riassaporare
il gusto del gelato dell’infanzia, e il senso di
novità, e le speranze nel meglio, e le
gioie della vita. Tutto ciò si può
recuperare e farlo non è difficile,
anzi, è talmente facile che
si fa fatica a crederci. Ma non
bisogna credere, bisogna provare.
A nessuno viene in mente di
pensare che lo strato del mondo si
possa rinnovare,se si riesce a prendere 

il rapporto con il mondo sotto il proprio controllo
consapevole. Il mondo circostante si presenterà a
seconda di come riuscirete a gestire la vostra visione
di esso. Non si tratta di un vuoto invito a guardare
la vita con ottimismo, ma di un invito a intraprendere
un lavoro concreto, finalizzato alla formazione
della propria realtà.
A partire da questo momento, qualunque cosa succeda, imponetevi
la regola di tenere sotto controllo il vostro rapporto
con il mondo. Non importa se ora come ora non state bene come
vorreste. Comunque sia, le cose non vanno poi così male
e indubbiamente potrebbero andare peggio. Infatti,
non vi piovono addosso massi dal cielo, la terra non
vi arde sotto i piedi e non siete inseguiti da bestie
feroci. È vero, il mondo è cambiato molto
da quando avete cominciato a raffreddarvi nei
suoi confronti… Vi ricordate quando vi teneva
in braccio e vi cullava, quando vi nutriva
con le focaccine della nonna appena sfornate,
quando vi raccontava le favole? Ma siete diventati
grandi e tra voi e il mondo si è eretto un muro
di ostilità. La calda immediatezza si è trasformata
in allontanamento, la fiducia ha lasciato il posto alla
diffidenza, l’amicizia è diventata freddo calcolo. Ma il mondo
non si è arrabbiato e non vi ha abbandonato! Si è
semplicemente azzittito, ma è ancora lì, vi sta camminando
a fianco, meditabondo, come un vecchio
amico offeso da una vostra fredda trovata. Guardatevi
intorno: il vostro mondo si sta ancora occupando
di voi. Questi alberi e questi fiori sono stati piantati
per voi. Questo sole, questo cielo, queste nuvole… ora non vi
prestate più attenzione, ma provate solo un po’ a pensare: e se
non ci fossero? E la sera, quando rientrate a casa dopo una dura
giornata di lavoro, com’è piacevole ristorarsi e godere della

comodità della casa mentre fuori soffia un vento freddo e piove.
Il mondo, adesso come prima, vi nutre e vi mette a nanna.
Guardandovi e riandando nostalgicamente indietro col pensiero
a quei tempi felici, sospira sconsolato. Ma voi, indifferenti,
vi rivoltate nel letto e vi addormentate, nella piena convinzione
che il mondo sia peggiorato e che indietro non si possa tornare.
Allora riscuotetevi, aprite bene gli occhi, tiratevi su dal letto
e guardatevi intorno: è lui, è lo stesso mondo di prima, quello
che si occupava di voi e con cui avete passato giorni indimenticabili.
Vi potete immaginare come sarà contento quando scoprirà
che vi siete finalmente risvegliati dall’allucinazione? Ora
siete di nuovo insieme e tutto potrà tornare come prima. Però
non offendete più questo vecchio fedele servitore con il vostro
comportamento ingrato e, soprattutto, non abbiate fretta. Infatti,
in conformità al terzo principio speculare, il mondo ha
bisogno di tempo per ritornare al suo stato originario. All’inizio
vi dovrete armare di pazienza e autocontrollo, dovete capire che
state svolgendo un lavoro concreto finalizzato alla formazione
della vostra realtà. Il lavoro consiste precisamente in questo:
ogni volta che vi scontrate con qualche spiacevole circostanza,
di qualunque entità essa sia, anche la più irrisoria, affermate
per voi stessi la formula dell’amalgama. Sempre, qualsiasi cosa,
bella o brutta, succeda. Se vi arride il successo, non dimenticatevi
di confermare a voi stessi che il mondo si occupa veramente
di voi. Constatate quest’affermazione in ogni minuzia.
Quando invece vi scontrate con una circostanza fastidiosa, affermate
comunque che va tutto come deve andare, in base al
principio della coordinazione dell’intenzione.
Comunque si combinino le circostanze,
la vostra reazione dovrà essere univoca:
il mondo in ogni situazione si
sta occupando di voi. Se avete
fortuna, prestateci una particolare
attenzione, se invece non

è così, osservate ugualmente il principio della coordinazione
dell’intenzione così resterete sempre su una linea produttiva
della vita. Voi, infatti, non potete sapere da quali altri fastidi
vi sta proteggendo il mondo e in che modo lo stia facendo. Fidatevi
del mondo! Occorre imparare ad aver fiducia. Quando
si trova in una situazione complessa, l’uomo tende a far conto
sulle proprie forze piuttosto che su una favorevole coincidenza
di circostanze. Il bambino cresciuto si ostina a ripetere: «Faccio
da solo!». E allora il mondo, che lo teneva in braccio, lo mette
giù e gli offre la possibilità di arrangiarsi in modo indipendente:
«Va bene, mio caro, vai pure avanti con le tue gambe».
Sciogliete il ghiaccio della diffidenza. Ogni volta che vi
scontrate con un problema, piccolo o grande che sia, dite a
voi stessi: «Permetterò al mondo di occuparsi di me». Ciò non
significa che non dobbiate intraprendere alcunché e che dobbiate
restarvene con le mani in mano. Qui si vuol dire che
occorre abituarsi al pensiero che tutto si deve combinare nel
migliore dei modi di per sé, per definizione. Lo specchio rifletterà
immancabilmente la vostra rappresentazione: «Che sia
pure così, se ritenete che così debba essere».

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