sabato 7 ottobre 2017

All’inseguimento del riflesso


Cosa succede quando una persona odia qualcosa? Essa ripone in questo sentimento l’unità dell’anima e della ragione e quest’immagine netta, riflettendosi ineccepibilmente sullo specchio, riempie di sé tutto lo strato del mondo della persona, che finisce per avere in abbondanza tutto ciò che odia. Come risultato la persona si irrita ancora di più aumentando in questo modo la forza del suo sentimento. Mentalmente manda tutti “a quel paese” e lo specchio rimanda indietro questo boomerang: se tu hai mandato qualcuno a quel paese, anche tu verrai mandato nello stesso posto.

La quantità di fastidi aumenta?
Per forza! Se ci si mette di fronte allo specchio e si inveisce contro tutti e tutto («Ma va all’inferno!»), quale riflesso potrà mai venir fuori? Ovviamente il riflesso di come si va all’inferno insieme al proprio mondo.

Allo stesso modo l’oggetto del giudizio penetra nel mondo dell’“accusatore”. Provate a immaginarvi la scena di una vecchia arrabbiata, che impreca contro tutto il mondo. La donna si sente l’incarnazione vivente di una giustizia severa e impeccabile, che sa “di aver ragione davanti alla gente e alla sua coscienza” mentre il resto del mondo è colpevole di aver risposto a quello che a lei non è andato a genio. Il quadro che produce il comportamento del- la vecchia è estremamente concreto e chiaro. Guardandosi allo specchio con tale alterigia ella crea attorno a sé una realtà equivalente, cioè una realtà di totale ingiustizia. Ebbene, e come do- vrebbe reagire il mondo di fronte a questo tipo di manifesta- zione? Il mondo non giudica questa donna e non giustifica se stesso. Il mondo, con la sua proprietà caratteristica, diventa esattamente così come viene rappresentato.

La stessa cosa succede in caso di non accettazione di qualcosa. Se, per esempio, una donna ha un rapporto fortemente negativo nei confronti del consumo di alcol, sarà destinata a scontrarsi con l’alcol a ogni passo. Sarà costantemente infastidita dall’ubriachezza nelle sue varie manifestazioni, fino al punto di arrivare a sposare un alcolista. E tanto più forte sarà la ripugnanza provata dalla donna, tanto più berrà il marito. Di tanto in tanto costui potrà anche provare a smettere di bere, ma la moglie odia così tanto gli ubriachi da non poter fare a meno di assaporare tale odio con gusto, ripetendo con astio: «Tanto non smetterai di bere!». E davvero, se il marito non avrà una ferma intenzione, la moglie “ostinata” nella sua non-accettazione potrà incuneare il suo pensiero-forma nello strato del mondo del marito.

In generale, la tendenza ad avere aspettative pessimistiche è brutta da vedere. Una posizione del tipo: «Tanto, non ne verrà fuori niente lo stesso!» si avvicina molto al sadomasochismo. Il pessimista, beandosi del proprio duro destino, si riempie di una soddisfazione perversa: «Il mondo è così brutto che peggio non potrebbe essere. E ben gli sta, e anche a me insieme ad esso!». Questo tipo di abitudine patologica di bearsi di negativismo si sviluppa insieme a una predisposizione alla permalosità: «Sono meraviglioso, e voi non mi apprezzate! Ecco che ingiustizia! Ba- sta, mi sono offeso e non cercate di calmarmi! Quando morirò allora sì che capirete!». E cosa ne viene fuori alla fine? Lo specchio non solo riflette, ma rafforza con successo il quadro di questo malessere fatale. Il permaloso si ordina da solo uno scenario di fallimento e poi esulta: «Beh, che vi avevo detto?». Mentre lo specchio esegue semplicemente l’ordine: «Prego, come vuoi».

Con questo stesso fatalismo il fallito constata la sua non invidiabile posizione: «Tutta la mia vita è stata un ammasso di tenebre, e davanti non vedo il minimo spiraglio di luce». Egli, con tutte le sue forze, non desidera questo tipo di destino e per- ciò spende tutta la sua energia mentale in sospiri e lamenti. Ma cos’altro potrebbe riflettere lo specchio se l’immagine è quella di un’insoddisfazione totale? Il riflesso è tale e quale l’immagine. Se l’immagine è: «Non sono soddisfatto! Non voglio!», il riflesso sarà: «Sì, ho capito, non sei soddisfatto e non vuoi». Ancora una volta lo specchio riprodurrà lo stesso fatto, né più né meno.

L’insoddisfazione nei riguardi di se stessi ha la stessa para- dossale natura: genera se stessa

Vadim Zeland  - Le mele cadono dal cielo
 

La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

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