domenica 30 dicembre 2018

LA MOTIVAZIONE

Alla base del programma «La Motivazione» ci sono gli studi scientifici sull’azione dei ritmi beta sulle funzioni cognitive del cervello. E’ provato che l’azione dei ritmi 16 - 20 Hz stimola l’attività mentale e la motivazione. Tutti conoscono bene lo stato quando si deve fare qualcosa ma non se ne ha voglia, o non ci sono forze, e, come conseguenza, tutto si rimanda a dopo per questo motivo.
E’ possibile stimolare la motivazione?

Sì, è possibile. La frequenza 17,2 Hz aumenta la motivazione e il livello dell’energia vitale. E inoltre, la stimolazione del cervello con questa frequenza rafforza le capacità mentali, si riesce a prendere una decisione con più facilità, oppure ad eseguire un certo compito. Per questo motivo è stato creato il programma “La Motivazione” che potrà essere usato in quei casi quando qualcosa “non va”, oppure l’energia per fare qualcosa è assente.

Alla base del programma c’è la tecnologia “3M” (tripla modulazione del suono), sviluppata all’Istituto di sviluppo della coscienza. Questa tecnologia contribuisce a rendere il programma più morbido ed efficace. E’ usato anche il suono della risacca che contiene un componente energetico naturale, contribuendo al rilassamento e all’aumento dell’energia vitale dell’ascoltatore. Il programma potrà giovare alle persone che provano la mancanza di forze, dell’umore, a coloro che si trovano in uno stato depressivo.

La stimolazione beta nelle ore diurne, come è stato provato dagli studi clinici, favorisce il sonno. Durante l’ascolto potreste avvertire il calore o l’afflusso dell’energia nelle varie parti del corpo; è un fatto naturale, si tratta della risposta dell’organismo alla stimolazione.

il programma La motivazione in promozione fino al 31 dicembre


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giovedì 27 dicembre 2018

CELEBRA L'INFELICITÀ!

Anche nei riguardi della infelicità puoi prendere un atteggiamento di celebrazione. Per esempio: sei triste – non identificarti con la tristezza. Diventa un testimone e sii contento del momento di tristezza, perché la tristezza ha la sua bellezza. Tu non lo hai mai osservato. Sei rimasto così identificato che non hai mai approfondito la bellezza di un momento triste. Se osservi, sarai sorpreso nell’accorgerti di quali tesori hai perduto.


Osserva: quando sei felice, non sei così profondo come quando sei triste.


Rispetto alla felicità, la tristezza ha una profondità; la felicità ha poco spessore. Vai a osservare le persone felici. Le cosiddette persone felici, i playboys o le playgirls - le troverai nei club, negli hotels, nei teatri - sono sempre sorridenti e sprizzano felicità. Li troverai sempre senza spessore, superficiali: non hanno alcuna profondità. La felicità è come le onde, rimane in superficie, e tu vivi una vita senza profondità. Rispetto alla felicità, la tristezza ha una profondità. Quando sei triste non è come essere onde sulla superficie, è come essere nelle profondità dell’Oceano Pacifico: una profondità di migliaia di chilometri.


Vai dentro la profondità, osservala. La felicità è rumorosa; la tristezza ha in sé un silenzio. La felicità può essere simile al giorno, la tristezza è come la notte. La felicità può essere simile alla luce, la tristezza è come l’oscurità. La luce va e viene, l’oscurità rimane – è eterna. La luce c’è ogni tanto, l’oscurità è sempre presente. Se entri nella tristezza, sentirai tutte queste cose. All’improvviso ti renderai conto che la tristezza è presente come un oggetto che osservi e di cui sei testimone, e comincerai a sentirti felice.


Che tristezza meravigliosa! È un fiore dell’oscurità, un fiore della profondità eterna.


È un abisso senza fondo, così silenzioso e melodioso. Non c’è assolutamente alcun rumore, alcun disturbo. Puoi continuare a cadere, a caderci dentro senza fine, e venirne fuori totalmente ringiovanito. È una pausa.


Dipende dall’atteggiamento. Quando diventi triste, pensi che ti sia accaduto qualcosa di brutto. Ma che ti sia accaduto qualcosa di brutto è una interpretazione: allora cominci a cercare una scappatoia. Non ci mediti mai sopra. Cerchi qualcuno da incontrare: a un party, al club, oppure accendi la televisione o la radio o ti metti a leggere il giornale – qualcosa che ti faccia dimenticare. Questo è un atteggiamento erroneo che ti è stato insegnato: che la tristezza è una cosa sbagliata. Non c’è niente di sbagliato, è un’altra polarità della vita.


La felicità è un estremo, la tristezza è l’altro. La beatitudine è un lato, l’infelicità è l’altro. La vita è fatta di entrambi, e la vita ha un ritmo per la presenza di entrambi. Una vita fatta solo di beatitudine avrà molti aspetti, ma non avrà profondità. Una vita solo di tristezza avrà profondità, ma non avrà molte dimensioni. Una vita fatta sia di tristezza che di beatitudine è multidimensionale; si muove in tutte le direzioni contemporaneamente. Osserva la statua del Buddha oppure ogni tanto guarda nei miei occhi e le troverai tutte e due insieme: una beatitudine, una pace e anche una tristezza. Vi troverai una beatitudine che contiene in sé anche la tristezza, perché quella tristezza le dà profondità. Osserva la statua di Buddha – beato, ma anche triste. La parola ‘triste’ ha in se stessa una connotazione negativa, indica che qualcosa non va. Questa è la tua interpretazione.


Per me, la vita è buona nella sua totalità. E quando comprendi la vita nella sua totalità, solo allora puoi celebrare. Altrimenti no. La celebrazione significa: qualsiasi cosa succeda, non ha importanza: io celebro. La celebrazione non è condizionata a certe cose: ‘Quando sarò felice celebrerò’ oppure ‘Quando sarò infelice non celebrerò’.




La celebrazione non ha condizioni: io celebro la vita.


Mi porta infelicità – bene, io la celebro. Mi porta felicità – bene, io la celebro. La celebrazione è il mio atteggiamento, indipendentemente da quello che la vita mi porta.


Ma i problemi nascono perché tutte le volte che uso le parole, quelle parole hanno connotati precisi nella tua mente. Quando dico: ‘Celebra’, pensi che uno debba essere felice. Come fai a celebrare quando sei triste? Io non sto dicendo che devi essere felice per celebrare. La celebrazione è gratitudine per tutto quello che la vita ti dà. Qualsiasi cosa Dio ti possa dare, la celebrazione è gratitudine, è la sensazione di essere grati.


Osho, The Alchemy of Yoga #10http://oshoite.blogspot.com/2018/12/celebra-linfelicita.html
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domenica 23 dicembre 2018

Rinforza le tue abitudini di successo

Se impegnandoti al massimo delle tue possibilità, riesci a soddisfare le tue aspettative, allora continua così!

Il successo è una delle motivazioni più forti: gli psicologi lo chiamano rinforzo positivo.

Sappiamo tutti cos'è il rinforzo positivo: è il metodo che si usa per addestrare i cani ed educare i bambini; lo usano anche gli istruttori dei parchi acquatici per indurre le orche a eseguire esercizi, ubbidire agli ordini e collaborare con l’uomo.

Cosa fai per insegnare al nuovo cucciolo a non sporcare dentro casa? Lo premi quando esce o quando gratta la porta. Cosa fai per insegnare ai tuoi figli a fare a meno del pannolino? Li premi con regali speciali, li ricompensi per aver appreso una nuova abitudine. Cosa fai per spingere i tuoi figli a impegnarsi di più a scuola? Li premi se prendono buoni voti, spiegando che le abilità che coltivano oggi avranno effetti positivi domani. E lo fai premiandoli nell'immediato. Ecco cos'è il rinforzo positivo: imparare che, se facciamo qualcosa di buono, di utile o di valore, otterremo una ricompensa. Maggiore il valore, maggiore la ricompensa; migliori le azioni, migliori le ricompense. Stipendi più alti, case più lussuose, indipendenza economica: fanno tutti parte del meccanismo delle ricompense.

Il rinforzo positivo comporta 2 vantaggi principali:

Il primo vantaggio è formare le buone abitudini. Se pratichi delle abitudini che promuovono il successo, continua a praticarle. Il successo è la prova stessa della loro efficacia; il successo dimostra che devi continuare a fare quello che stai facendo. Analizzando le tue abitudini di successo, le rafforzerai, facendole attecchire sempre di più.

Tuttavia, ce anche il rovescio della medaglia: rinforzare le cattive abitudini; analizzandole, potresti scoprire che alcune di queste ti precludono il successo. Potresti scoprire di praticare abitudini controproducenti o di aver smesso di praticare alcune abitudini positive. C’è chi dice: “Ho solo smesso di fare la mia solita passeggiatina attorno all’isolato”. Beh, d’ora in poi dovrai solo rassegnarti al fatto di godere di una salute peggiore. Un altro dice: “Ero solito leggere spesso e ora ho solo smesso di farlo”. Cambia la situazione! Ricomincia a praticare le vecchie abitudini! Se hai “solo smesso di farlo”, allora solo riprendi a farlo. Si chiama disciplina.

Premiati... per rinforzare le abitudini positive; non premiarti... per indebolire e poi cancellare le abitudini negative.

Il secondo vantaggio è fornire la spinta necessaria per realizzare sempre nuovi obiettivi. Il rinforzo positivo ci incoraggia a fare sempre di più: ci induce non solo a continuare a praticare attività proficue, ma anche a praticarne sempre di nuove. Sapere che le nostre azioni portano buoni frutti fornisce la giusta motivazione per perseverare.

È facile alzarsi al mattino quando sai di non star facendo tutto il necessario? Per niente! Resti sveglio a pensare: “Oh, che male c’è a indugiare a letto qualche altro minuto? Non cambia niente”. Sbagliato! Cambia eccome. Cambia tutto! È facile alzarsi al mattino quando non vedi l’ora di fare un passo in più verso i tuoi sogni? E tutta un’altra storia!

Un conto è riposare per recuperare le energie, un conto è oziare per evitare gli impegni. Se si è pieni di entusiasmo, di energia e di vitalità, se si è elettrizzati al pensiero di dedicarsi ai propri impegni, ci si alzerà ancora prima che suoni la sveglia!

I successi nutrono l’ambizione; i successi generano nuove sferzate di energia; i successi aprono la strada a ulteriori successi. Si tratta del cosiddetto effetto valanga: se hai successo, non vedi l’ora di averne ancora... e ancora... e ancora. Ben presto le buone abitudini, che sulle prime sembravano così difficili da rispettare e che ti hanno spronato all’azione, diventeranno una parte integrante della tua filosofia di vita; e ti incoraggeranno ad andare sempre più avanti.

Bisogna nutrire sogni ambiziosi per trovare l’energia per poterli perseguire.
Verifica i tuoi progressi

Come si distinguono le buone abitudini da quelle cattive? Come si può essere sicuri di rinforzare solo quelle positive? Se la differenza non è evidente, ossia se le tue azioni hanno effetti così irrisori da non darti garanzie di essere sulla buona strada, non ti rimane altro da fare che prendere nota di ogni cosa. Devi registrare ogni dettaglio potenzialmente rilevante delle tue giornate: cosa hai fatto, chi hai visto, come ti sei sentito e le eventuali ripercussioni, immediate e future, sulla tua vita.

Il metodo migliore per tenere traccia delle attività giornaliere è scriverle, il metodo migliore per tenere traccia delle attività settimanali è scriverle; il metodo migliore per verificare i propri progressi annuali è... averle scritte. E lo vuoi sapere perché? Perché mettere per iscritto la tua vita ti aiuterà a esserne più responsabile: se scrivi il tuo piano d’azione per filo e per segno, quando lo rileggerai, ti sarà più facile capire cosa funziona e cosa no.

C’è qualcosa di magico nell’isolare i problemi: non appena inizi a scriverli, inizi a intuire come fare a risolverli. Forse la magia si deve al fatto che, mettendo i problemi per iscritto, si diventa più oggettivi. Si comincia a vedere il quadro d’insieme; si comincia a capire fino a che punto si è davvero responsabili e autosufficienti; si notano i punti essenziali; si vede la situazione nel complesso. Trasferire i problemi su carta, di fatto, permette di distaccarsene ed è proprio nello spazio di questo distacco che possono scaturire nuove soluzioni. Annotare gli eventi ti permette di osservare la situazione con più chiarezza. Se ti limiti a riflettere sulla tua vita, l’immaginazione potrebbe falsare le percezioni in merito al reale andamento delle cose e rischieresti di lavorare con informazioni distorte.

Se le informazioni non escono mai fuori dalla tua mente, l’immaginazione potrebbe dar vita a scenari del tutto inesistenti. Se invece prendi nota di ogni dettaglio, puoi essere più concreto, preciso, realistico e logico. Rileggendo quanto hai scritto, la tua mente si popolerà di nuove immagini. Solo osservando le cose come sono, anziché come pensi che siano, potrai capire come migliorarle.

Sii responsabile. Se vuoi capire quali strategie adottare per migliorare la situazione ed essere pronto a cogliere tutte le opportunità, devi riuscire a osservare la realtà dei fatti in modo oggettivo.
I 4 pilastri della motivazione

Abbiamo bisogno della massima motivazione possibile!

Ovviamente ciascuno di noi trae motivazione da fonti diverse. Ho letto svariati studi in proposito e i più convincenti indicano quattro stimoli principali come le migliori fonti di motivazione. Ora tratterò questi stimoli uno per uno: ti invito a concentrarti. Pensa a come potresti usarli per realizzare i tuoi obiettivi. E se rivesti un ruolo di comando, pensa a come potresti usarli anche per motivare chi è sotto la tua supervisione. Sto per svelarti le vere ragioni che inducono le persone a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare, le vere ragioni che intervengono quando il desiderio non basta, le vere ragioni per cui si ritiene che valga la pena fare qualcosa... che poi si fa davvero.

La prima grande fonte di motivazione è ottenere la stima dei propri pari. Secondo te, perché i soldati sono disposti a sacrificare la vita in battaglia? Lo fanno forse in nome del patriottismo o dell’adesione alla causa per cui combattono? Hanno forse paura della corte marziale, qualora non lo facessero? Può darsi che entrino in gioco anche questi fattori, ma approfondite ricerche dimostrano che ciò che davvero induce un soldato a dare il massimo sul campo è la speranza di guadagnare il rispetto dei compagni. La stima dei propri pari è un riconoscimento più ambito persino di medaglie e onori pubblici di vario genere, che, nel caos della guerra, rischiano di essere conferiti a chi non li merita. Lo stimolo che motiva i soldati in battaglia è analogo a quello che motiva i venditori di una concessionaria di auto, gli studenti di una classe o un team di avvocati che spera di vincere una causa.

Non so se la tradizione prosegua tuttora, ma, per vari anni, a fine stagione, i giocatori della National Football League indicavano alcuni nomi per formare un’ipotetica squadra ideale: la cosiddetta Ali-Star Team. Mi ha sempre affascinato e divertito notare le differenze tra le squadre composte da fan e giornalisti sportivi e quelle composte dai giocatori.

Sono certo che venire scelti dai compagni fosse un onore ben più ambito che venire scelti da chi se ne sta in tribuna a mangiare hot dog. Molto semplicemente, la stima dei propri pari è una motivazione incredibilmente forte in tutti i settori.

La seconda grande fonte di motivazione è meritare la stima di esperti rinomati o professionisti competenti. Posso confermare che nel mio caso questo aspetto ha rivestito un ruolo di primo piano: ho stimato Mr. Shoaff dal primo momento in cui l’ho incontrato e desideravo la sua stima più di ogni altra cosa al mondo.

Nella tua vita c’è una persona simile? Non deve trattarsi per forza di una figura universalmente riconosciuta. Sei tu a stabilire le qualifiche necessarie, sebbene sia probabile che chi ha fatto buona impressione su di te labbia fatta anche su altri.

Se trovi una persona del genere, non esitare a contattarla e a presentarti con garbo: poco importa se l’hai intravista solo da lontano o l’hai conosciuta tramite un articolo di giornale. A patto di non scegliere momenti inopportuni, la maggior parte delle persone di successo non vede l’ora di aiutare gli altri e condividere le proprie conoscenze. Chiaramente il pensiero di conoscere Mr. Shoaff mi innervosiva, ma tremo al pensiero di come sarebbe ora la mia vita se mi fosse mancato il coraggio di presentarmi.

Da un punto di vista motivazionale, il bello di stringere dei rapporti con un mentore è che si finisce per diventare talmente intimi con lui da udirne i consigli anche quando, poi, non è più fisicamente presente. Earl Shoaff è venuto ormai a mancare, ma è come se continuasse a parlarmi tutti i giorni. Desidero ancora la sua stima e il suo rispetto. E probabilmente non smetterò mai di desiderarli.

La terza grande fonte di motivazione è la famiglia.

Per certi versi, è la motivazione più efficace di tutte: per quanto la stima di colleghi ed esperti sia uno stimolo cruciale per la carriera, niente supera l’influenza della famiglia.

Anni fa feci un incontro che funge da esempio della validità di questo principio. Ero a Minneapolis e avevo appena finito di parlare a un gruppo di imprenditori, quando mi si avvicinò un giovane, chiedendomi consigli su come raggiungere il successo finanziario. Come faccio sempre in questi casi, gli sottoposi un paio di semplici domande, di cui la prima era: “Quanti soldi vorresti guadagnare in un anno?”

Di solito lo chiedo per capire se la persona che ho davanti ha riflettuto a sufficienza sui suoi obiettivi da saper indicare una cifra specifica. E di certo meglio che limitarsi solo a rispondere: “Vorrei guadagnarne tanti”.

Eppure, quel tizio fu molto più preciso e dettagliato di quanto mi aspettassi.

Replicò senza un attimo di esitazione: “Vorrei guadagnare almeno 250 000 dollari all’anno per i prossimi 10 anni”.

Gli chiesi: “E perché vorresti guadagnare proprio quella somma?” È un’altra delle mie domande standard e, anche in questo caso, rispose immediatamente.

“Vede, il punto è che fra 10 anni, quando i miei figli saranno abbastanza grandi da apprezzarlo, vorrei portare i miei cari a fare un viaggio intorno al mondo che ricorderanno per sempre.

Il viaggio dovrà durare un anno intero, senza badare a spese; e se voglio risparmiare abbastanza soldi per riuscire a farlo, mi serve un reddito annuo di 250 000 dollari per i prossimi 10 anni”.

Mentre parlava aveva letteralmente le lacrime agli occhi. Non ho più avuto sue notizie da allora, ma sono convinto che riuscirà a realizzare il suo sogno. Con gli occhi della mente, lo immagino lavorare sodo, rispettare le scadenze, superare gli ostacoli, fare tutto il necessario per avere successo e, per di più, farlo volentieri! Era animato da qualcosa di ben più forte del mero desiderio di raggiungere il successo economico e le ricompense materiali che ne conseguono. Quell’uomo avrebbe lavorato sodo perché voleva donare alla moglie e ai figli ricordi di valore inestimabile, e se questo non è un valido motivo per cui lottare, allora non so davvero che cosa lo sia. Una persona capace di nutrire sentimenti così elevati nei confronti di altri esseri umani è baciata dalla fortuna, e lo stesso dicasi per la sua famiglia, che può contare su un uomo del genere.

La quarta e ultima fonte di motivazione che sprona le persone a realizzare i propri sogni è strettamente correlata al desiderio di agire in favore della propria famiglia. In realtà, lo si può interpretare come il desiderio di aiutare la famiglia in senso esteso, ossia l’umanità intera. Lo potremmo definire impulso alla benevolenza, grazie al quale si aspira a condividere la propria ricchezza e saggezza con il mondo intero.

Voglio raccontarti un aneddoto interessante su Andrew Carnegie, l’immigrato scozzese che all’inizio del Novecento fondò la United States Steel Company. Alla sua morte, fu rinvenuto nella sua scrivania un foglio di carta ingiallito dove, poco più che ventenne, Carnegie aveva scritto un appunto per sé. La nota, che svelava lo scopo principale della sua vita, recitava:

"Voglio trascorrere la prima metà della mia vita a guadagnare denaro e la seconda metà a donarlo."

Quell’impulso alla benevolenza fu per lui un stimolo per raggiungere il successo? Ebbene, Carnegie accumulò un patrimonio di 450 milioni di dollari, equivalenti a 4,5 miliardi di dollari attuali. E si concesse davvero il piacere di donarli tutti. Oltre alla costruzione della Carnegie Hall, a New York, fondò centinaia di biblioteche e lanciò molte attività filantropiche.



Osservando le quattro principali fonti di motivazione, cosa notiamo? La prima cosa che salta agli occhi è che tutte e quattro implicano la presenza del prossimo: colleghi, mentori, membri della famiglia o altri esseri umani. È ironico, non ti pare? Per ottenere il successo, devi attingere a una qualità interiore del tutto unica e speciale, cioè alla cosiddetta motivazione. E per accedere a questa qualità interiore e metterla a frutto devi considerare il tuo prossimo come fonte di motivazione.






Prefazione

1 - Una parola magica: disciplina

• Il ponte fra pensiero e realizzazione • Un circolo virtuoso • I vantaggi di una vita disciplinata • Migliora la qualità della tua vita • Fai del tuo meglio... No, fai il massimo! • Un solo seme, molti frutti • Prezzo vs promessa • È il momento di agire

2 - I princìpi della crescita personale

• Intraprendi il processo di cambiamento • Preparati mentalmente • I 3 princìpi di Benjamin Franklin • Assumiti le tue responsabilità • Aumenta il tuo valore di mercato • La promessa del futuro • Prenditi cura del tuo tempio: il corpo • Rispetta il tempio

3 - Puntare al massimo

• Qual è la tua meta? • Diventa milionario • Impara a definire gli obiettivi • Metti tutto nero su bianco • Test veloce di auto-conoscenza • Preparati a cogliere le opportunità • Misura i tuoi progressi • Visualizza la concatenazione degli eventi • Trova delle ragioni per perseverare

4 - Il potere delle idee

• A caccia di informazioni • Trova la giusta combinazione • Sii assetato di conoscenza • Capitalizza sull’esperienza • Costruisci la tua biblioteca personale • Assimila e reagisci • Tieni un diario • Rifletti: è un investimento per il futuro • I processi creativi

5 - La forza travolgente della motivazione

• Rinforza le tue abitudini di successo • Verifica i tuoi progressi • I 4 pilastri della motivazione • Trova le tue buone ragioni • Vivi una vita equilibrata • Vivi con stile • Diventa una persona da 2 monete • La ricerca universale

6 - Le doti di un leader di successo

• La vera grande sfida nella vita • Costruisci un team vincente • Il principio 80/20 • I misteri della mente • Coltiva le messi • La rana e lo scorpione • Cresci una famiglia solida • Assumiti la responsabilità della leadership • Perfeziona le tue abilità

7 - L’autostrada della ricchezza

• Vivi una vita di abbondanza • La filosofia della ricchezza • Lascia dei profitti • La mentalità della ricchezza • Sii ambizioso • Impara a investire i soldi • Pianifica il tuo futuro economico • Raggiungi i tuoi obiettivi • Arricchisci la tua vita

8 - L’arte di comunicare

• Lascia il segno • Conferisci intensità ai tuoi discorsi • Esalta la percezione • Usa il linguaggio giusto • Affina la sensibilità • Amplia la tua rete di contatti • Allena i muscoli mentali • L’arte di chiedere

9 - I processi di crescita e cambiamento

• Usa le esperienze come trampolino di lancio • Attiva il processo di cambiamento • Una nuova vita • Conta su di te • Dai il massimo • Cresci! • I 4 “se...” • Sii pronto a tutto • I vantaggi della flessibilità • Lo spirito di adattamento

10 - I segreti del successo professionale

• Coltiva l’intraprendenza • La filosofia delle formiche • Crea le opportunità • Il segreto nascosto dei ricchi • I segreti del tempo • L’arte della concentrazione totale • Tieni separati dovere e piacere • Stabilisci delle priorità • Supera i blocchi mentali

11 - I segreti del successo personale

• Forgia il tuo carattere • Carattere vs carisma • Autodeterminazione positiva • Trova la tua strada • Individualismo illuminato • L’inventario dell’autostima • La vera natura del coraggio • Affronta le tue paure • La fonte della saggezza

12 - Perfezionare la propria filosofia di vita

• Regola le vele • Chiedi aiuto quando serve • Sfrutta il potere del tempo • La forza e la solidità della pazienza • Il segreto per la vittoria • Il potere delle proporzioni • Il banchetto della mente • Sviluppa la mente

13 - Vivere relazioni straordinarie

• Impara a collaborare • Colma le distanze • L’importanza delle frequentazioni • Frequenta le persone giuste • Condividi... e vinci! • L’integrità è il collante relazionale • Educa all’integrità • Il dono dell’onestà

14 - Dominare gli eventi negativi

• Rivoluziona la tua vita • Le stagioni della vita • Cos'è il fallimento? • Riprenditi da un fallimento • Fabbrica i tuoi miracoli • Aumenta la resilienza • Combatti i demoni interiori • Smettila di rimandare! • Fai qualcosa di straordinario

15 - Vivere una vita di successo

• Una definizione pratica • Forgia la tua idea di successo • Il successo si vede dai risultati • Potresti avere successo... “facilmente” • Voglia o desiderio? • Rafforza l’ambizione • Le basi della fiducia • Realizza i tuoi sogni

Jim Rohn


Vivi una Vita Ispirata
I segreti del successo del più grande filosofo motivazionale di sempre
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sabato 22 dicembre 2018

Osho: La legge dell'affermazione

















Esiste una legge, definita "la legge dell'affermazione". Se riesci ad affermare qualcosa in profondità, con totalità e senza ombre di dubbi, inizia a diventare reale. Le persone sono infelici, proprio a causa di questa legge: la gente continua ad affermare l'infelicità! Ed è per questo che le persone sono felici; ma solo poche lo sono, perché solo poche persone sono consapevoli di ciò che fanno della loro vita. E nel momento in cui affermano la gioia, diventano gioiose!

Fanne una regola: smetti di affermare il negativo e inizia ad affermare il positivo. Nell'arco di alcune settimane rimarrai sorpreso: avrai tra le mani una chiave magica. Per esempio, se hai la tendenza a rattristarti con facilità, ogni notte, prima di andare a dormire, per venti minuti afferma in silenzio e in profondità, dentro di te - ma ricorda di non esprimerlo a voce alta, così che qualcun altro lo possa sentire -: 

"Io sarò gioioso, accadrà che sarò felice, la gioia è già per
strada; ho vissuto la mia ultima tristezza... addio per
sempre!". Ripetilo venti volte, poi addormentati.

Al mattino, nell'attimo stesso in cui sei consapevole che il sonno se n'è andato, non aprire gli occhi: ripeti quella stessa affermazione per venti volte.
E durante il giorno osserva la differenza. Rimarrai sorpreso, ti ritroverai avvolto da una qualità diversa. Nell'arco di una settimana avrai veramente affermato qualcosa, e sarai pronto a riconoscerne il risultato. A quel punto, piano piano, lascia cadere ogni negatività: scegli una negatività a settimana, poi lasciala cadere. Scegli una qualità positiva per volta,  e alimentala.

È tutta una questione di scelta, dipende tutto da ciò che scegliamo: sia l'inferno sia il paradiso sono creati dai nostri pensieri. "Ogni uomo è ciò che pensa": nel momento in cui lo riconosci; allorché vedi che è il pensiero a creare l'inferno e il paradiso; ecco che puoi compire il balzo supremo,  nel non pensiero.

A quel punto puoi trascendere sia l'inferno sia il paradiso. E ricorda: è più facile trascendere il paradiso che trascendere l'inferno; pertanto, come prima cosa ti devi spostare dal negativo al positivo. Sembra paradossale, ma è più facile lasciare qualcosa di bello che una cosa brutta. Ciò che è brutto tende ad attaccarsi, aderisce al tuo essere.

È più facile lasciare la ricchezza che non la povertà.
È più facile abbandonare un amico che un nemico.
È più facile dimenticare un amico che scordarsi un nemico.


Muta dunque l'inferno in paradiso. Le religioni occidentali non sono mai andate al di là, l'Oriente invece ci ha provato: a quel punto si deve lasciar cadere anche il paradiso, poiché anche un pensiero positivo è pur sempre un pensiero.

Ebbene, adesso inizia ad affermare il non pensiero,
l'assenza di pensiero, allora accadrà l'Assoluto.

OSHO

venerdì 21 dicembre 2018

PRIMA DI VISUALIZZARE FATE PULIZIA DA EMOZIONI NEGATIVE


CIO' CHE NON E' STATO PERDONATO....

...distrugge la salute. Delle emozioni negative "pesanti" come il rancore e la delusione agiscono sulle cellule viventi, oggi l'ha provato anche la scienza. I rancori non curati non se ne vanno mai da soli. Accumulandosi, si trasformano in stanchezza, e poi in malattie.

...distrugge i rapporti. Se non pulite il sibconscio dai vecchi rancori, dalla vecchia rabbia, permettere a tutte queste emozioni negative di fare il loro lavoro, di anno in anno, e poi vi fate delle domande: perché mi avevano offeso o tradito.. e di chi è colpa?


... distrugge le carriere: basta immaginare una persona che pensa continuamente ai suoi insuccessi passati; il tempo lavorerà contro di lei.

Ne vale la pena di trascinare il peso del passato?
I ricordi fanno proiettare all'infinito il film sul passato facendovi rivivere gli stessi momenti chi vi avevano procurato il dolore. Questi ricordi portano via la vostra energia, perché alimentate il passato.

Qual'è la via d'uscita?
Tornare al passato per trasformare il dolore in gioia, il rancore in perdono, l'aggressione in amore, perdonare qui ed ora SE STESSI e tutti i partecipanti degli psicodrammi del passato. Ringraziare se stessi e gli altri per una lezione e per quell'esperienza che vi ha permesso di salire su un gradino più alto, di diventare più consapevoli.

Una recensione:

"Oggi ho iniziato la meditazione delle frustrazioni, ne avevo voglia, sete, fame, ma ho aspettato di fare almeno per una settimana quella del perdono.Mi sono sentita ripulire, visualizzavo, immaginavo..boh...una ..non so come spiegare, una pala , una ruspa..un'enorme righello che entrando dalla sommità' del mio capo spalava, mndava in giu' fino ai piedi e poi fuori fino al centro di madreterra cio' che era da togliere. sentivo i piedi formicolare mentre usciva e vedevo fluire questa cosa fino al centro dove diventava un tutt'uno col magma e si rigenerava in nuovo nutrimento anziché' in schifo che avevo dentro. In automatico mi sono venute alla mente situazioni passate "frustranti", cose a cui non pensavo.
Non vedo l'ora arrivi domani per continuare questo viaggio di acquisizione leggerezza. grazie di avermi ascoltata." (Maria Grazia)

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Il programma "La meditazione del perdono" è uno strumento importante e necessario per la sintonizzazione del nostro corpo energeticoinformazionale (il nostro "bozzolo vibrazionale"). Perdonare una persona, oppure una situazione, dal punto di vista energeticoinformazionale, significa "rattoppare" i buchi nei nostri corpi sottili, attraverso i quali perdiamo molta energia. Il peso dei rancori è quello tra i più brutti, ed è necessario liberarsene. Ognuno di noi conosce il sentimento di rancore, avendolo nutrito più volte, nella vita.

Non ci pensiamo mai, ma potremmo nutrire il rancore non solo verso una concreta persona, ma anche verso il destino, verso il paese dove abitiamo, verso la nostra civiltà e così via; tutto può essere l'oggetto del rancore: una persona, un essere inanimato, una situazione. Molti guaritori credono che dei rancori radicati possano causare una moltitudine di gravi malattie, tra cui anche il cancro, succhiando via molte nostre energie. Ecco perché è molto importante “sradicare” ciò che sta nelle profondità del subconscio.

Occorre notare che molti rancori nascono senza fondamenti; nascono, per esempio, solamente perché le azioni di una persona non hanno trovato corrispondenza alle nostre aspettative. Il rancore di per se stesso è soggettivo, e può nascere senza alcuna base oggettiva. A volte ci offendiamo apposta, per avere un vantaggio personale: per esempio, una ragazza potrebbe dimostrarsi offesa solo per farsi dare una prova dei sentimenti del suo fidanzato.

Ognuno di noi presenta un groviglio di rancori: verso i genitori, verso il capo, verso gli amici, i colleghi... Essendo molto abituati a questo sentimento, abbiamo smesso di percepirlo come qualcosa di negativo per noi, ma non è così. Siamo noi per primi a risentirne gli effetti negativi, e non l'oggetto del rancore.

Un rancore tira l'altro: tutti, di sicuro, conoscono delle persone perennemente offese e rancorose; per loro, anche una parola sbagliata può infliggere una profonda ferita psicologica, solamente perché questa persona è già predisposta a questo tipo di reazione.

I rancori, le paure ed altre emozioni negative possiedono le loro frequenze. Di solito si collocano nella banda 144-396 Hz, e sono proprio quelle frequenze che sono capaci di ferire il nostro bozzolo vibrazionale.

Il programma “La meditazione del perdono” lavora con queste frequenze, facendo il “rattoppo” del bozzolo vibrazionale. Ma un semplice ascolto del programma non basterà; occorre liberarsi del peso dei rancori, perdonare tutti coloro che vi hanno offeso. In realtà, questo non è affatto semplice.
Quando voi pensate al dolore che avete provato, il vostro rancore vi sembra più che logico, più che ovvio. Bisogna scavalcarlo: facendo così voi state facendo del bene prima di tutto a VOI STESSI.


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mercoledì 19 dicembre 2018

Sono il tuo CORPO, e mi rivolgo a te

Sono il tuo CORPO, e mi rivolgo a te.

- Sono così come tu mi pensi; ti prego, pensa che io sia bello; lo sarò.

- Quando pensi alle malattie e le cerchi in me... sono costretto ad obbedire e m’ammalo.

- Quando hai molti pensieri negativi, m’ammalo, perché stai sperperando per questi pensieri la forza vitale.

- Quando gioisci, ringiovanisco e fiorisco.

- Le mie risorse sono tante. Credi in me, posso guarire anche quando i medici emetteranno una sentenza della fine. Aiutami semplicemente con la tua fiducia in me.

- Sono fatto per funzionare per tantissimi anni; perché inizi a pensare alla vecchiaia già a 35-40 anni? Perché credete che i 100 anni sia un limite?

- Quando vuoi mangiare qualcosa, chiedimelo se ne ho bisogno. Se imparerai a sentirmi, ti risponderò.

- Sulla bellezza. Non riempirmi di vari integratori, botox, gel, silicone... posso essere bello anche senza questa roba, aiutami solo, e assumerò le forme che vorrai tu.

- Mi piace passeggiare, nuotare, correre, ballare, mi piace il massaggio, il sesso. Mi piacciono le occupazioni che ti portano gioia.

Stare tutto il giorno davanti al computer o la Tv... non troppo.

- Ti credo molto. Se tu credi di ingrassare perché hai mangiato un pezzo di torta, realizzerò il tuo pensiero e ingrasserò.

- Ti amo molto. Mi piacerebbe sentire da te delle parole d’amore e di gratitudine. Almeno qualche volta. Ma se non lo farai... ti amo lo stesso.. incondizionatamente.

- Sono io, il tuo corpo... il tuo Universo. Anche tu sei una particella dell’immenso universo.

Ti ringrazio.. esisto perché tu lo hai voluto. E sono così come mi vuoi vedere. Aiutiamoci.
Advanced mind

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martedì 18 dicembre 2018

Per chi è centrato nel terzo occhio ...

Nel terzo occhio, quindi. immaginazione ed attuazione non sono due cose distinte: l’immaginazione è il fatto. Immagina, ed è così. Non c’è frattura tra il sogno e la realtà. Per chi è centrato nel terzo occhio, i sogni diventeranno reali e l’intera realtà diventerà semplicemente un sogno, perché quando il tuo sogno può diventare reale sai che non esiste una differenza fondamentale tra sogno e realtà. Perciò quando Shankara dice che questo intero mondo è solo un sogno del divino, non è una proporzione teoretica, non è un’affermazione filosofica, è piuttosto l’esperienza interiore di colui che è focalizzato nel terzo occhio.

Immagina semplicemente che l’essenza del prana stia piovendo dalla sommità della testa, proprio come se fossi seduto sotto un albero e stessero piovendo fiori, oppure come se fossi sotto il cielo e improvvisamente da una nuvola cominciasse a piovere, o di mattina fossi semplicemente seduto e il sole sorgesse e i raggi cominciassero a riversarsi su di te. E’ sufficiente immaginare, e immediatamente quella pioggia accade: una pioggia di luce che cade sulla sommità della tua testa. Questa pioggia ti ri-creerà, ti farà rinascere. Ti sentirai bene, e rinato.

Tratto da: Il libro dei segreti di Osho

Fonte https://divinetools-raja.blogspot.com/2014/02/la-quinta-tecnica.html
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lunedì 17 dicembre 2018

GUIDA PRATICA DEL TRANSURFING NEL QUOTIDIANO

Prima di tutto prendi consapevolezza che sei tu a trasmettere i tuoi pensieri, quindi comportati da trasmettitore e non più da ricevitore passivo. Definizione del fine; la tua dichiarazione (ciò che porta benessere interiore, che crea unità tra anima e ragione).

Creazione della diapositiva del fine (visualizzati dentro a un quadro come protagonista con il fine realizzato, sentendo la gioia, il benessere dentro al tuo cuore). 

Visualizzazione della diapositiva del fine (lo fai tutte le mattine per cinque minuti appena sveglio, così da attivare la forza dell’intenzione esterna). 

Dichiarazione verbale e scritta del fine (esprimilo con una frase al presente e in positivo, come se il fine fosse già realizzato). 

Durante il giorno vivi da osservatore e visualizza i singoli passi che ti conducono alla realizzazione del fine; la tua constatazione (con un atteggiamento positivo basato sull’avere ciò che mi spetta, agendo e facendo le cose in direzione del fine). 
 Durante il giorno mantieni la tua attenzione concentrata sul fine e su tutto ciò che c’è di positivo, che ti accompagna alla sua realizzazione. 
 Evita di dare importanza al fine stesso e alla sua realizzazione. 
 Mantieni sempre un atteggiamento positivo, anche se succedono situazioni fastidiose. 
 Se quello che stai facendo adesso non ti piace, piuttosto che lamentarti, datti in affitto. 
 Evita di emanare pensieri negativi, pieni di giudizi e lamentele verso il mondo attuale. 
 Resisti alla tentazione di arrabbiarti o giudicare e canalizza le tue energie verso la realizzazione del fine. 
 Ripeti sempre: “il mio mondo si prede cura di me”. 
 Stai attento a non farti rubare l’attenzione dai pensieri e le immagini del mondo esterno. 
 Ogni giorno introduci nella tua dieta del cibo vivo e fai un po’ di movimento, oltre a praticare esercizi che aumentano la tua energia vitale.  

NOTE * Quando Zeland parla di intenzione esterna non intende qualcosa di esterno a noi, casomai esterna alla ragione. Di fatto lo spazio delle varianti si trova in una realtà virtuale metafisica che può essere considerata esterna o parallela in contrapposizione alla realtà materiale che stiamo vivendo nel momento presente. L’intenzione esterna può essere vista come la volontà dell’anima o di Dio nel realizzare il proprio fine, andandolo a prendere in un settore dello spazio delle varianti che non si è ancora realizzato nel mondo materiale. ** Quando stiamo lavorando per un fine ben preciso, a volte può essere utile non parlarne troppo e continuare a farlo girare nel proiettore della nostra testa compiendo le azioni giuste. Questo perché se non siamo bravi a gestire e ridurre l’importanza esterna (coordinazione), rischieremo di essere condizionati dagli altri, dai loro consigli che possono rallentare la nostra realizzazione. Parliamone solo con chi la pensa come noi e usiamo sempre il Freiling occupandoci anche degli altri. *** Il Freiling può essere applicato su tutti e non per scopi manipolatori. Il vantaggio verso di noi arriva come conseguenza per aver pensato prima al benessere degli altri. Pensare prima a dare per poi ricevere. Se vogliamo usare questa tecnica per attrarre una specifica persona della quale siamo innamorati può funzionare a condizione che sia quello che vuole anche la sua anima. Altrimenti quella persona si allontanerà più rapidamente.
REALITY TRANSURFING a cura di Andrea Giavara www.iocreo.info
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LE DIAPOSITIVE

Nel Transurfing la pratica maestra usata per raggiungere il proprio fine è quella della visualizzazione. Questa pratica è diversa dalle classiche tecniche di visualizzazione in quanto la visualizzazione nel Transurfing non riguarda il desiderio che è carico di potenziali superflui e non riguarda nemmeno il solo risultato finale visualizzato fuori di noi; è al contrario un processo interiore e dinamico. Ognuno di noi ha dentro di sé uno strumento mentale che possiamo definire proiettore. 

Tutto ciò che viene visualizzato nella nostra mente come una diapositiva o come un film (forme-pensiero, immagini, sensazioni) viene proiettato all’esterno e girando nello spazio delle varianti va a materializzare la realtà corrispondente. Il fuori materiale riflette il dentro metafisico visualizzato. Per dare forza ed energia al proprio fine si deve realizzare un doppio livello di visualizzazione, quella del fine che viene rappresentato come una diapositiva e quella del processo che porta alla sua realizzazione. 

In sostanza partiamo dal fine, esprimiamolo nella nostra mente, sentiamo se porta benessere interiore, se la nostra anima è d’accordo e visualizziamolo come una diapositiva, però non come un quadro esterno a noi, ma come un’immagine dove  noi siamo dentro in veste di protagonisti. Questa diapositiva del fine deve essere percepita come se il fine fosse già realizzato, meritato, senza dubbi, e sentiamone il benessere interiore che genera. In questo modo si attiva l’intenzione esterna dello spazio delle varianti. Una volta stabilita la diapositiva del fine e visualizzata dentro di noi, si può cominciare a visualizzare il processo, le prime azioni da intraprendere per la sua realizzazione. 

Non si tratta di visualizzare il come raggiungere il fine, ma le prime azioni pratiche da compiere. Questo perché se il nostro fine è molto lontano, dentro lo spazio delle varianti il processo di realizzazione richiede il passaggio per diversi settori (catena del transfer). Per questo ogni giorno visualizziamo gli step intermedi così da caricarli di energia. Mantenendo parallelamente accesa la diapositiva del fine questa fungerà da guida, da faro che andrà a mostrarci le singole porta da aprire. 

Se il cammino per il raggiungimento del fine è ignoto, pratichiamo la visualizzazione della diapositiva del solo fine (è comunque la parte più importante della visualizzazione), essa così ci condurrà nella direzione giusta. Se ho chiaro il fine ma non so assolutamente cosa fare per realizzarlo (in sostanza sono privo di intenzione interna), cerco comunque di agire e fare qualcosa. Evitiamo di stare con le mani in mano. Per comprendere meglio ed approfondire come avviene la realizzazione del mondo materiale, leggi con attenzione il paragrafo dedicato alle Regole dello Specchio.

REALITY TRANSURFING a cura di Andrea Giavara

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L’INTENZIONE

Per realizzare ciò che vogliamo nella vita non si deve lavorare sui desideri ma sull’intenzione. I desideri restano spesso dei semplici sogni carichi di potenziali superflui che portano ad ottenere esattamente il contrario di quanto desiderato. L’intenzione nel Transurfing è il motore che muove tutto, è ciò che ci aiuta a navigare in modo mirato nello Spazio delle Varianti e scegliere lo strato di realtà voluto. L’intenzione è dove concentriamo la nostra attenzione, i nostri pensieri, la nostra volontà, le nostre aspirazioni. Per esempio se ho l’intenzione di comprare il giornale, non devo certo pensare a come fare, vado e lo compro, e se non lo trovo non mi preoccupo perché sono certo di trovarlo da un altro giornalaio. Ecco perché l’intenzione è la risolutezza ad agire ed avere. L’intenzione è ciò che muove l’energia, è la decisione presa correlata da azioni compiute per raggiungere il fine. L’intenzione nel Transurfing è vista da due diverse prospettive che insieme portano alla realizzazione della realtà. Si ha l’intenzione interna (voglio, lotto e ottengo) quando la nostra attenzione è concentrata sul processo che porta alla realizzazione del fine (es. la sequenza di azioni che compio per comprare il giornale); si ha l’intenzione esterna (permetto che le cose accadono) quando la nostra attenzione è concentrata su come il fine si realizza da solo (es. il giornale lo troverò comunque). Ogni giorno possono accadere i miracoli, grazie all’intervento dell’intenzione esterna*. L’intenzione interna è la risolutezza a fare, ad agire e dipende dalla ragione e dalla volontà, comportando impegno, fatica, sforzo e a volte lotta. L’intenzione esterna invece esiste già nello Spazio delle varianti dove il fine realizzato è potenzialmente presente. 

Con l’intenzione esterna si pensa al fine già realizzato e si permette alla  corrente delle varianti di portarlo alla sua materializzazione. Nell’intenzione esterna c’è l’azione dell’Anima. Dice Zeland che “il desiderio è la concentrazione dell’attenzione in un determinato fine e non porta a nulla; l’intenzione interna è la concentrazione dell’attenzione sul processo che muove verso un fine (funziona ma è dispendiosa a livello energetico); l’intenzione esterna è la concentrazione dell’attenzione di come il fine arriva a realizzarsi da solo”. In pratica il Transurfing ci insegna ad usare sempre l’intenzione esterna e ridurre al minimo l’intenzione interna come semplice sequenza di azioni da compiere. Il desiderio va ridotto al minimo a causa dei potenziali superflui generati dalla sua importanza. L’intenzione interna va attivata mentre si agisce per realizzare il fine, mentre l’intenzione esterna deve essere il faro, l’attenzione verso il fine realizzato (cominciarlo a vedere dentro per realizzarlo materialmente fuori). Lo spazio delle varianti va visto come un catalogo, un menù dove sono presenti tutti gli scenari potenziali della realtà materiale con le sue decorazioni. Ogni scenario è potenzialmente possibile ed è l’intenzione esterna (risolutezza ad avere) che ne permette la realizzazione, ovvero una equilibrata concentrazione dei nostri pensieri sul fine (realizzato), senza però dargli troppa importanza. In questo modo lo spazio delle varianti come uno specchio proietta nel mondo materiale lo scenario ordinato. L’intenzione esterna è la decisione del fine prescelto accompagnata da una incrollabile certezza che già potenzialmente esiste. L’intenzione interna sono i piccoli passi, le azioni intermedie che servono a concretizzare l’ordine fatto. Perché tutto ciò sia possibile bisogna che la nostra ragione sia d’accordo con l’Anima. 

Ricapitolando: L’INTENZIONE INTERNA è fare qualcosa con le proprie forze, applicare la volontà interna (risolutezza a fare). 

L’INTENZIONE ESTERNA è fare accadere qualcosa lasciando agire l’esistenza stessa (risolutezza ad avere). Tutto il Transurfing non è altro che una grande preparazione per arrivare ad essere in grado di padroneggiare questa speciale attitudine.

Zeland
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mercoledì 12 dicembre 2018

Compi anche tu il tuo dovere.

Stare chiuso nella tua stanza a fare meditazione e leggere libri di spiritualità – mentre ti lamenti di come va il mondo – non è più sufficiente, e non è mai stato sufficiente. Qui si tratta di cambiare l’educazione edificando le scuole della nuova era, influendo sulla politica, l’economia, la televisione, internet e i mezzi d’informazione in generale.


Ma per avviare comunità autosufficienti, costruire scuole, aprire un quotidiano di successo, creare un portale web o una nuova app per i cellulari, fondare un movimento o addirittura un partito... occorrono soldi, tanti soldi. Io voglio un mondo di persone ricche, socialmente influenti e spiritualmente sensibili allo stesso tempo. Questo libro è il mio contributo alla realizzazione di questo mondo.

Compi anche tu il tuo dovere.

Savatore Brizzi La via della ricchezza

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La Via della Ricchezza
Il denaro al servizio dell'umanità

lunedì 10 dicembre 2018

PONETEVI GRANDI OBIETTIVI


Il denaro costituisce solo un mezzo per raggiungere degli obiettivi

e al contempo un effetto collaterale dell’aver ottenuto determinati

obiettivi. Se volete tanto denaro, non dovete giocare alla lotteria, al

poker online o cercare il “metodo per ottenere guadagni veloci”, come

fa il cittadino medio-cre, ma dovete porvi grandi obiettivi nella vostra

vita. Chi sente il dovere di porsi un obiettivo fuori dal comune, è giusto

che guadagni cifre fuori dal comune. Se invece il vostro obiettivo

è il denaro stesso, la ricchezza – ammesso che la otteniate – vi recherà

soprattutto preoccupazioni e paure, e le soddisfazioni resteranno parziali

e temporanee.

Salvatore Brizzi



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sabato 8 dicembre 2018

What the Bleep do we know in italiano Film Completo!




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Io creo il mio giorno

“ Mi sveglio la mattina e creo coscientemente la mia giornata come desidero che accada. Siccome spesso la mia mente esamina tutto ciò che deve essere fatto, occorre un po di tempo per calmarsi e per raggiungere quello stadio dove desidero creare intenzionalmente la mia giornata. Ma ecco il punto”

“ Quando creo la mia giornata, accadono, come se venissero dal nulla, piccole cose che sono inspiegabili, e so che sono il processo o il risultato della mia creazione. E più faccio questo, più costruisco una rete neuronale, nel mio cervello, che mi fa accettare la possibilità di queste cose. Mi da il potere e l’incentivo a farlo anche il giorno dopo.”

" Quindi, se siamo coscienti di progettare il nostro destino, se siamo coscienti, da un punto di vista spirituale, di includere l’idea che i nostri pensieri influenzano la nostra realtà o la nostra vita, poiché la realtà equivale alla vita, allora faccio questo piccolo accordo quando creo la mia giornata

“ Mi dico, sto impiegando questo tempo per creare la mia giornata, e sto influenzando il campo quantistico. Ora, se è così, l’ osservatore ( è quella parte di noi che si trova nel regno non - locale che ci lascia il nostro libero arbitrio, e che ci fa compagnia tutta la vita e oltre,.....Nota del traduttore, Gaetano Conforto) mi osserva per tutto il tempo in cui sto facendo questo, quindi c’è un aspetto spirituale di me stesso. Allora, ( gli dico ) mostrami un segno oggi, che tu possa avere attenzione a qualsiasi di queste cose che ho creato, e gestiscile in un modo che io non mi aspetterei “.
“ Così facendo mi sento tanto sorpreso quanto la mia capacità a fare esperienza di queste cose, e farle in modo tale che io non abbia dubbi che esse vengano da te ( dall' osservatore ) . In questo modo conduco la mia vita, in un senso, per tutto il giorno, pensando di essere un genio, o pensando di essere la gloria e il potere di Dio, o pensando di essere Amore Incondizionato.”

“ Mi abituerò a vivere, per esempio, come un genio. E nel fare ciò, farò pensieri molto sorprendenti che provocheranno brividi nel mio corpo fisico, che provengono dal nulla. Ma dopo ricordo che quel pensiero ha una energia a cui è associato, che ha prodotto un effetto sul mio corpo fisico”.

“ Ora questa è una esperienza soggettiva, ma la verità è che io non credo che un pensiero venga soltanto perché stavo creando la mia giornata per avere pensieri illimitati.”



Nel dicembre 1999 il dott. Joe Dispenza, da molti anni studente della Scuola di Illuminazione di Ramtha (RSE), ha partecipato come rappresentante della scuola al Parlamento Mondiale delle Religioni che si è svolto a Città del Capo in Sudafrica.
Nella sua conferenza sul ruolo e la funzione del cervello nella creazione della realtà il dott. Joe Dispenza è riuscito – come solo pochi altri tra gli oltre 800 relatori – a superare la separazione tra scienza e spiritualità. Questo video propone in italiano la sintesi di questa relazione e parla, tra l'altro, di genetica, delle molecole delle emozioni, delle neuroscienze, dell’anatomia e fisiologia del cervello.
Joe Dispenza, medico e ricercatore, nel corso degli ultimi cinque anni ha regolarmente tenuto lezioni agli studenti della RSE in cui ha confermato e approfondito gran parte delle informazioni di natura scientifica trasmesse da Ramtha nei suoi insegnamenti.

http://www.drjoedispenza.com/

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Evolvi il Tuo Cervello
Come uscire dal vecchio programma

RAMTHA CREARE UNA VITA STRAORDINARIA


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Se mai avete osservato dei semi, essi non fanno granché se sono soltanto lasciati in giro. E possono essere lasciati in bustina sui banchi, sulle assi del pavimento, sulle vostre credenze e cassettoni. Possono rimanere là per anni ed essere sempre gli stessi vecchi semi. Ebbene, questo è in un certo senso quello che accade ai nostri pensieri e ai nostri sogni. Possono essere lasciati li per anni. E possiamo avere il pensiero più illustre del mondo, ma se non è fatto germinare, non arriverà da nessuna parte.
Quando mettiamo il seme nel suo suolo naturale e lo ricopriamo - e potete anche prendere un seme piccolo, un seme di senape, posarlo in superficie e poi ricoprirlo con una pietra - immediatamente esso si attiverà. E qual è l'elemento chiave per il seme? L'oscurità.  Non è meraviglioso? L'opposto più condannato della luce si rivela essere ciò che dà luce. Non è interessante?
Ora prendete qualunque seme, mettetelo sotto una pietra o un tronco marcio, nascondetelo sotto una vecchia scarpa da tennis puzzolente, e se uscite a controllare dopo una notte, dopo otto ore, se uscite a controllare il giorno dopo, vedrete che il seme è già un po' ingrossato. Se poi lo controllate di nuovo dopo un'altra notte, la mattina seguente vedrete che esso è ingrossato ancora un po' di più rispetto alla notte precedente. E se lo controllate dopo tre giorni, vedrete che gli sono spuntate delle piccole zampe. Bene, il resto è storia, non è vero? E che cos'è la metamorfosi di un seme? La metamorfosi di un seme consiste nel fatto che esso custodisce in sé un sogno specifico e quel sogno custodisce in sé la sua continuità.
In altre parole, dentro al seme giace non solo il sogno del suo fiorire, ma anche il sogno della sua immortalità, e dentro al seme non c'è solo il fiore, ma generazioni di fiori a venire, in un unico seme. E noi che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo ubbidire alla legge della natura mettendolo in un luogo buio. E se lo mettiamo nella terra buia, essa ha in sé dei microrganismi di sostanze nutritive che sostengono il primo germoglio, il primissimo microscopico germoglio. Perché questo è importante? Perché il primo germoglio ha bisogno delle prime minuscole molecole per avviare il motore interno e per dare ulteriormente vita al germoglio.
E mentre il seme giace nell'oscurità, crea una rete neurale fatta di radici. Quanti di voi capiscono? La rete neurale di radici diventa la sua base. Non appena la rete neurale delle radici è stata prodotta e l'impianto della produzione interna allestito e tutto il personale appropriato assunto, a quel punto esso affiora alla superficie. E affiora alla superficie perché l'elemento chiave successivo è il dolce calore. Il dolce calore può provenire dai raggi solari che penetrano nel grembo che circonda la terra e lo potenzia, creando l'attrito del calore, dal momento che il sole non è caldo, ma il dolce calore può anche essere un tepore magnetico proveniente dai campi magnetici della terra stessa. L'attrito magnetico produce calore.
Dunque quando il germoglio è pronto, allora c'è soltanto bisogno di dolce calore, che può provenire dal sole e dai suoi raggi, potenziati dallo schermo che circonda la terra, oppure da ciò che si chiama il campo magnetico terrestre. A questo punto esso affiora alla superficie. E da quel momento in poi non ha bisogno d'altro che di calore e di acqua. Questo è tutto ciò di cui ha bisogno. E da quel misero, piccolo seme nascerà una magnifica pianta. Ed è davvero gigantesca. Dove ha preso tutta la sostanza necessaria a diventare così grande? E poi darà frutti. Non ve lo siete mai chiesto?
Il cespuglio in cui dimorava l'uccello notturno era un cespuglio fiorito. Era bellissimo. Ma quando non era in fiore, era un arbusto irsuto. Sembrava piuttosto un brutto coso aggrovigliato, dall'aspetto di ragnatela, che se ne stava li con un po' di spine. Bene, all'uccello notturno esso piaceva perché proteggeva il suo nido dai predatori. Ora però quel brutto groviglio di ,cespuglio spinoso simile a una ragnatela produceva i più squisiti fiori cremisi, e aveva un profumo meraviglioso, un po' come se mescolaste le sottili fragranze dell'ibisco e dei gelsomino; riusciva a produrre questi fiori. E Ramtha non aveva niente di meglio da fare che guardare quel brutto cespuglio donargli uno splendido spettacolo.
E si mise a osservare come faceva quel coso grigio e scorticato a creare un profumato fiore cremisi. Non è un prodigio? Bene, ebbe molto tempo per pensarci, perché a ogni stagione occupava sempre di più il suo spazio. Lo amava troppo. Esso cresceva in Ramtha e tutt'intorno a lui, ma era un grande insegnante. E Ramtha pensava alla metamorfosi del corpo armonioso nella natura delle cose. Ebbene, eccola qui. Il fiore sboccia e, nel suo sbocciare, esso ha anche creato e rigenerato se stesso in forma di seme, di polline, in modo che il seme possa essere trasportato e fatto germinare per cadere nelle mani di qualcun altro che a sua volta si meraviglierà della stessa cosa, ma quel seme ha perpetuato l'immortalità. 
Dunque noi usiamo l'analogia dell'inverno, il tempo in cui il seme dorme e riposa. Quand'é freddo, esso non cresce, ed è nella terra fredda. Sogna; sogna davvero. Un seme di senape ha consapevolezza e sogna. E quando tutte le condizioni sono adatte, allora il sogno si realizza. Quanti di voi comprendono, fino a questo punto, un seme?
«lo sono pieno di energia vitale». Quello è un seme. E noi, in quanto esseri umani nel qui e ora, conosciamo tutte quelle parole o possiamo tradurle nelle diverse lingue. Cosi esse sono rimaste a lungo latenti intorno a noi - " vitale" , "energia", "io", "sono" - ma quando le riuniamo in un'affermazione coesiva e attuale, diventano potenziali molto potenti.
Come propaghiamo dunque l'energia vitale nel brutto roveto grigio che voi siete per far sbocciare un fiore cremisi? Dobbiamo prendere il seme e darlo al cervello. Bene, quando diamo il seme al cervello? Oggi stiamo parlando nella piena luce del giorno e abbiamo formulato il seme. Esso ha avuto origine da un sogno che abbiamo fatto. Ma questo seme verrà propagato nel cervello umano soltanto quando questo sarà completamente avvolto dall'oscurità. E come facciamo a saperlo? Bene, adesso è nell'oscurità. Ma c'è qualcosa di diverso. Il cervello è in effetti esposto alla luce quando si alimenta del neurotrasmettitore serotonina. Quello è il neurotrasmettitore diurno. E interrompe tutto quando si alimenta del neurotrasmettítore notturno, la melatonina. 
Come la terra diviene l'elemento attivatore perché il seme inizi a crescere e a mettere in funzione la sua rete neurale di radici, allo stesso modo la melatonina fornisce alla frase numero uno sulla Lista l'ambiente fertile dell'oscurità affinché quella frase possa diventare coesiva e ne vengano costruite le basi. Essa deve avere una rete neurale. Dev'essere completa. A voi verrebbe subito da dire: «Ma io ho tutte quelle parole nel mio cervello, dunque ho una connessione neurologica con "io" e con "sono" e con "fertile", e con "vitale", e con tutto ciò». Questo è vero; se non fosse cosi non potremmo conoscere queste parole o ciò che esse rappresentano.
Questo è emulare la natura. Quando riuniamo insieme quelle reti neurali, creiamo una rete, una vera e propria rete di radici. Finora, " Io sono energia vitale" non è una rete di radici nel vostro corpo, se vi si osserva.  Perché se lo fosse, avreste l'energia vitale proprio adesso. Sapete perché? Perché quella è la rete neurologica che è attiva nel cervello. E se aveste la rete di radici di quel seme, non sareste stanchi, perché ogni volta che io dico energia vitale voi risplendereste, mentre non lo fate. Quindi dobbiamo sistemare il seme nell'oscurità perché si riproduca. E durante la riproduzione del seme, dobbiamo creare la rete di radici. E come facciamo? Ricoprendoci completamente.
Se è pieno giorno, tutti voi, o la maggior parte di voi, avete dei mantelli, con ampi cappucci e ampie maniche. Potete nascondervi sotto di essi e sdraiarvi. Portate delle maschere. La melatonina e la serotonina vengono prodotte nel cervello principalmente dal sesto sigillo, la ghiandola pineale. La ghiandola pineale è direttamente collegata all'iride dell'occhio. In altre parole, le stesse cellule che occupano la ghiandola pineale occupano anche l'iride dell'occhio. Così molti hanno interpretato il terzo occhio come la ghiandola pineale che guarda attraverso l'occhio. C'è della verità in questo, ma ciò che essa fa in realtà consiste nel misurare la luce e l'oscurità. E nel momento in cui gli occhi sono coperti e non vedono alcuna luce, la ghiandola pineale trasmuta la serotonina in melatonina.Perché abbiamo bisogno di melatonina? Essa rallenterà le vostre funzioni, vi farà entrare in uno stato di calma. E' il precursore della pinealina, che equivale a sonno profondo. Quando rallenterà le vostre funzioni, vi permetterà di entrare nel Twilight, in uno stato di sogno vivido. Per poter allestire la rete delle radici di qualunque seme nel cervello, dobbiamo essere al buio. E il buio è come quando il seme penetra nella terra.
E quando fate la Lista  dovete essere totalmente coperti, in modo che la luce non vi colpisca neanche una mano, con la maschera sugli occhi, completamente coperti, sdraiati. Allora il cervello è nella condizione di agganciarsi visivamente a qualunque cosa. E quando siete sdraiati e incominciate a dire la vostra Lista: «Io sono pieno di energia vitale», ogni parola è focalizzata nel presente e quindi l'immagine che ne è collegata è il fiore del seme. Allora visualizzate l'immagine; quello è lo sbocciare del fiore. E dite ogni frase tre volte, molto lentamente, quindi vi focalizzare sull'essere l'immagine che avete creato. Poi passate al seme seguente.
Quando fate la Lista correttamente, la mattina presto e la sera tardi, e se siete impeccabili nel farla, quella è la cosa più importante. 
E' la linea del tempo. E'  ciò che voglio manifestare nella mia vita. E'  la mappa della mia illuminazione e longevità. Se la trattate come un qualcosa di veramente prezioso e la fate correttamente, costruirete la rete delle radici. In altre parole, il corpo si trasformerà in energia vitale perché ormai c'è la rete neurale e il fiore sta sbocciando.  Se non la fate, allora il seme rimane inutilizzato per altri cent'anni. Non viene mai piantato in un suolo fertile e non gli viene mai dato un dolce calore perché possa affiorare alla superficie. Voi dunque non vi meritate niente di tutto ciò perché non avete allestito la rete di radici. Non avete, essenzialmente, seguito la legge della natura stessa. Voi non siete più saggi della natura. Come si fa a saperlo? Perché quegli alberi là fuori da questa porta esistevano già prima che molti di voi nascessero, e staranno ancora crescendo nella loro gioventù quando i più giovani di voi andranno incontro alla morte. Allora chi è il più saggio, voi o quell'albero? L'albero, perché l'albero sa solo come si fa a vivere. E se l'osserviamo, ci insegnerà molte cose meravigliose.
Siete malati? Siete storpi? Siete zoppi? Siete stupidi? Siete lenti? Siete impacciati? Non importa che cosa pensiate di essere, tutto può essere cambiato piantando i semi giusti nel cervello e facendoli fiorire consapevolmente e chimicamente nel corpo. Siete stanchi di essere malati? Allora cambiate. Siete stanchi di essere lenti? Cambiate anche questo. Siete stanchi di invecchiare? Cambiate anche questo. Piantate il seme e lasciatelo fiorire, e fatelo tutti i giorni.
In uno stato in cui la melatonina viene chimicamente indotta a circolare nel corpo, se il corpo è del tutto rilassato e abbandonato, completamente coperto, e se fate la Lista, diventerete totalmente inconsapevoli del vostro corpo e dell'ambiente in cui sta riposando. Se siete consapevoli del vostro corpo e dell'ambiente circostante, non state ampliando la rete di radici. 
Quando siete completamente rilassati e vedete ogni parola, state ampliando la rete di radici. E quanto è immediato ciò?  Tanto che se entro tre giorni nel corso della vostra normale giornata di pensiero all'improvviso nel lobo frontale appare "Io sono energia vitale", vuol dire che questo ha superato il giudizio del giudice e della giuria che stanno quassù. E se appare, allora vi metterete a sorridere perché vi state riempiendo di energia vitale. Significa che le radici stanno attecchendo e voi state iniziando a pensare conformemente al seme.  E se in questo trovate un po' di difficoltà, pensate al cespuglio, quella massa spinosa, grigia, simile a una ragnatela, in cui per generazioni ha vissuto un bellissimo uccello che cantava  tutta la notte. Come faceva una cosa così brulla a produrre un fiore così splendido? Ebbene, pensate a questo: se in un modo o nell'altro stiamo per modificare i nostri corpi, il cambiamento nel corpo dev'essere un cambiamento chimico. In altre parole, il corpo è un sacco di sostanze chimiche. Il neurone e il suo lungo assone scaricano correnti elettriche attraverso saracinesche chimiche che si aprono e si chiudono, stati positivi ed elettrici, negativi e positivi. Il corpo è un sacco di sostanze chimiche (Vedi "Il cervello e il sistema nervoso").
Orbene, la pianta, quel cespuglio, era un sacco di sostanze chimiche, proprio come ognuno di noi. Qual è la differenza tra lui e noi? Il programma nel seme. Quella era l'unica differenza. Dunque quella pianta e noi siamo molto simili, poiché condividiamo la stessa frequenza e condividiamo quasi la stessa base chimica.
Che cos'è che ci ha reso diversi? Il nostro albero .genetico, il nostro DNA. Il nostro DNA è stato composto in modo differente dal DNA della pianta, ma il DNA lo condividiamo entrambi. Ciascuno di noi è stato costituito diversamente attraverso un polo positivo e un polo negativo diversi che producono sostanze chimiche molecolari sotto forma di una materia chimica che si sarebbe differenziata da quella della pianta, però condividiamo lo stesso DNA. Interessante, non è vero?
Orbene,  quello che ha dato origine a quel fiore cremisi da quel groviglio legnoso e intricato è stato che il fiore è venuto fuori dallo stato chimico di quel groviglio legnoso e dalle sostanze chimiche della struttura del rosso e del vellutato, con una bocca bianca e uno stame giallo e un profumo inebriante. Ramtha  assicura che mentre quella pianta fioriva nella notte e quell'uccello cantava, lui era nella beatitudine. Era investito dalla musica più splendida che avesse mai sentito, a parte quella di un flautista nella battaglia, e dal profumo più inebriante che mai le donne in tutta la loro abilità abbiano potuto emulare. Come dunque faceva esso a produrlo?  E in un momento di illuminazione comprese che condividiamo le stesse sostanze chimiche. Il fiore viene fabbricaro dallo stesso processo chimico che è contenuto nella trama legnosa del cespuglio stesso.
Ma che cos'ha trasmutato quelle sostanze chimiche perché producessero quel fiore in un dispiegarsi di colore e trama, disegno e fragranza chimica? Esso è stato creato dalle stesse sostanze chimiche. Ciò che l'aveva trasmutato, era il programma nel seme. E allora comprese che la consapevolezza che era nel seme è la stessa consapevolezza di cui anche noi siamo partecipi, e che essa aveva deciso di sbocciare, e quello era il suo progetto e il suo destino.
E quando decise di sbocciare seguendo il programma contenuto nel seme, quella decisione, proveniente da un essere consapevole attraverso il suo sistema nervoso, inviò il segnale di dissolvere ciò che c'era prima e di riordinare la crescita. E dissolvendo ciò che c'era prima, dissolse dal proprio corpo quei costituenti chimici a cui avrebbe dato una nuova forma per costruire il fiore, la sua struttura, il suo colore e il suo profumo. E fu la consapevolezza a farlo. Pensateci: il fiore è venuto dalla corteccia; la corteccia è venuta da un seme, e tutt'e due sono stati creati attraverso questo processo.
Orbene, non siete al di là della redenzione nel corpo. Questo significa che non siete impotenti quando arriva il momento in cui l'orologio biologico segna l'ora della morte. Non siete impotenti nemmeno quando arriva il momento per il potere distruttivo del vostro istinto emozionale di prevalere sull'accettazione del patrimonio genetico dei vostri genitori. In altre parole, lo stress provocherà il cancro nel corpo. Esso è stato programmato così. Voi non siete impotenti, perché con la conoscenza potete comprendere come cambiare ciò. Sulla  lista abbiamo scritto alcuni semi straordinari. Potete piantare il seme per rovesciare il corso del tempo nel vostro corpo e riportarlo non solo all'eterna gioventù, ma addirittura all'eternità del vostro stato mortale, e questo significa che dirvi che potete vivere per 250 anni è un'affermazione straordinaria. Ci sono maestri che sono vissuti per 35.000 anni e non sono mai morti (Ramtha appunto).
E quel miracolo è lo stesso miracolo di un fiore cremisi che proviene dalla corteccia di un cespuglio irsuto. E'  lo stesso miracolo. Tutte queste cose voi le potete diventare. Ma quando la rete di radici è correttamente allestita all'interno del cervello,  la rete neurale funziona alla perfezione. E allora il pensiero comune, quando meno ve l'aspettate, immetterà nella vostra mente una di queste frasi. E voi vi metterete a ridere di gioia poiché quando per voi questo diventa pensiero comune, è il seme che è stato piantato, per cui dallo stesso corpo corruttibile verrà foggiato un corpo incorruttibile composto delle stesse sostanze chimiche, dello stesso DNA, della stessa rete elettrica, e non è mai troppo tardi. Non importa se avete novantanove anni e riuscite ad attraversare il campo soltanto una volta. Voi avete il potere di riportare il vostro corpo all'epoca in cui avevate dieci anni. E non dobbiamo far altro che piantare il seme e avere cura che rimanga al buio e gli venga dato un dolce calore perché inizi a sbocciare. Il dolce calore proviene dalla nostra risata. Quello è il nostro dolce calore.

CREA LA TUA GIORNATA

... Tutt'oggi questa disciplina è fondamentale nella scuola e agli studenti è chiesto di praticarla giornalmente. "Svegliarsi ogni singola mattina è un dono, non lo sapete? La vita è un dono. Creare la giornata, che cosa significa? E chi è a crearla? Vi è mai venuto in mente che spesso date il permesso alla vita di farvi quello di cui vi lamentate o di cui super-gioite alla fine della giornata? Creare, creare è un privilegio.

Corrisponde all'essere una persona divina. Divinità è creare ed è per questo che volete sapere come si fa, perché voi siete entità divine"... "E poi alla sera, se ne siete consapevoli, direte: 'Oh mio Dio, ho avuto una giornata favolosa. Sono stato realmente consapevole. Sono stato realmente consapevole che questa giornata stava accadendo grazie a me.' Beh, sarà stato così."

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