La domanda che dovete porvi ora è “Come faccio a sviluppare da solo la consapevolezza della ricchezza?”. Ora ve lo spiego. Il modo migliore è cominciare a immaginarsi già in possesso della somma di denaro desiderata. La ragione di questa operazione è che, poiché il subconscio non è in grado di distinguere il possesso reale dei soldi dalla sua mera visualizzazione, in poco tempo vi sentirete a vostro agio con “l’idea” del denaro: come risultato comincerete ad attirarlo. Potrebbe sembrare un gioco, ma vi assicuro che è una delle cose più sagge che potete fare, perché quando riuscirete a convincere il vostro subconscio che siete ricchi e che essere ricchi è bello, la mente subconscia cercherà automaticamente dei modi per concretizzare le sensazioni “immaginarie” di benessere in forma materiale. Se queste ultime righe vi sembrano pura fantascienza, per il momento ignoratele e proseguite la lettura. Tratteremo della consapevolezza della ricchezza in più punti del libro e vi garantisco che prima della fine del testo queste righe cominceranno ad avere un senso.
Non temete Ora che ho menzionato “la tecnica” che vi aiuterà ad acquisire un maggiore benessere, devo mettervi di nuovo in guardia. Se volete avere del denaro, non dovete mai, e dico mai, preoccuparvi del fatto se lo otterrete o meno o se riuscirete a tenerlo. Lasciatemi spiegare meglio. Nella Bibbia Giobbe, il grande sofferente biblico, fa la seguente osservazione: «Ecco, ciò che temo mi accade». Ora, per favore, fermatevi e riflettete sul significato di quelle parole per chi oggi si preoccupa del denaro. Bene, significano certamente che, se insistiamo a crucciarci sempre di non avere abbastanza soldi o se di solito temiamo di perdere le ricchezze che possediamo, allora di sicuro non ci stiamo preoccupando invano. Perché proprio come Giobbe era inevitabilmente afflitto dai suoi molti mali, allo stesso modo noi saremo sicuramente afflitti dalla mancanza o dalla perdita di denaro. Per usare un esempio più vicino a noi, riconsideriamo il caso tragico del “povero signor Chapman”, l’anziano che non spese mai i soldi guadagnati con tanta fatica. Ma la domanda è “Perché?”. Molto probabilmente perché temeva che se li avesse spesi, sarebbe diventato povero e quindi avrebbe condotto una vita miserabile. L’ironia, però, è che ha finito comunque per vivere da povero proprio a causa della sua paura. O, parafrasando le parole bibliche, “ciò che temeva gli è accaduto”. In uno dei prossimi capitoli vi verrà data una spiegazione esaustiva del paradosso per cui attiriamo nella nostra vita proprio le cose che meno vorremmo, ma per ora basti dire che preoccuparsi per i soldi è altamente controproducente. Questo principio rimane vero anche se si razionalizza la preoccupazione con il vecchio luogo comune secondo cui si sta “solo mettendo da parte qualcosa per i tempi difficili”.
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