Diversamente, continua Von Durckheim, “…‘l’uomo che non possiede un ventre’ (che non possiede Hara) è esattamente l’opposto di tutto ciò. Gli manca una misura divenuta per lui una specie di seconda natura. Così egli reagisce a caso, in un modo puramente soggettivo, non distinguendo ciò che è essenziale da ciò che non lo è. Il suo giudizio non si basa sulla realtà ma risente di elementi contingenti personali, come lo stato d’animo, l’umore, lo stato dei suoi nervi. Si spaventa ed è nervoso, non perché sia particolarmente sensibile o i suoi nervi non siano a posto ma perché gli manca l’asse che gli permetterebbe di ‘non uscire dal proprio centro’ e di assumere in ogni situazione un atteggiamento adeguato agli stimoli che riceve e conforme alla realtà. E’ anche un individuo molto strutturato e rigido, mosso unicamente dalla testa oppure dall’emotività. Di fronte ad una situazione grave reagisce con ottusa ostinatezza, o resta senz’altro disorientato.”
In questa visione Hara è quel qualcosa che ‘centra’ un individuo e che gli conferisce un equilibrio nella vita. Un equilibrio a tutto campo: sia nell’aspetto propriamente fisico (Hara corrisponde anche al nostro ‘baricentro’, cioè a quel punto in cui si concentra tutta la massa del nostro corpo) che in tutte le situazioni della vita nelle quali possiamo trovarci, e nelle quali è importante essere ‘centrati’ perchè possano venire affrontate nel modo più appropriato.
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