giovedì 30 gennaio 2020

UN’AURA FORTE E’ LA MIGLIORE DIFESA

UN’AURA FORTE E’ LA MIGLIORE DIFESA

...L’Aura è la migliore difesa da qualsiasi negatività, ed è stata creata dalla natura stessa. E’ uno scudo capace di proteggerci contro qualsiasi tentativo di attaccare il nostro mondo interiore. E’ una brillante “raggiera” della salute fisica e psichica che ci protegge sempre, nel sonno e durante la veglia.

Un’aura sviluppata, armonica, crea una cupola di protezione, una protezione naturale ed invisibile.

Qualsiasi aggressività proveniente da fuori scivola su questa cupola, senza recarvi alcun danno, se la vostra aura è forte e sviluppata.
Un’aura sana è simile alla “corazza di Dio”, parafrasando San Paolo.

Lo scudo chiaro della vostra aura è girato verso l’esterno, ma la sua forza proviene da dentro, ed è la forza della vostra anima. Non chiedetevi se funziona: la forza protettiva della vostra aura è altrettanto naturale come la respirazione o la capacità di camminare.

L'estensione della vostra aura dipende dallo sviluppo spirituale, dalla salute psicofisica, e anche dallo stato sociale. In alcuni casi l’aura può irradiare fino a 25-30 metri. L’irradiazione più forte proviene dalle mani e dagli occhi. Non a caso i santi e i saggi dell’antichità sapevano guarire a distanza – con la forza della loro aura.

I fattori che RAFFORZANO L’AURA:

- Il LAVORO. E’ un fattore molto importante, perché è impossibile trovare l’energia nell’immobilità o nella pigrizia. Il lavoro (fisico, mentale, e quello dell’anima) è uno dei principali canali che alimentano l’aura. Il lavoro deve portare gioia ed essere eseguito con la consapevolezza.

- Il PENSIERO. E’ alla base di tutto ciò che accade. Occorre padroneggiare i propri pensieri: un pensiero caotico e frastagliato non raggiungerà nessun obiettivo, come non farà bene un pensiero cattivo ed egoistico. Soltanto i pensieri puliti e disinteressati creano una forza interiore.

- L’AMORE. Colui il cui cuore è colmo d’amore, dà senza contare ma anche riceve tantissimo.

- La GIOIA. La gioia è la salute dello spirito, ma va intesa come la consapevolezza della saggezza e dell’infinita bellezza di tutto ciò che è, come la capacità di vedere questa bellezza e di ammirarla. Questa gioia ci regala molte forze.

- L’ARTE. L’arte è in grado non solo di adornare le nostre case ma anche di sensibilizzarci, di trasformarci completamente.

I fattori che TOLGONO LA FORZA DELL’AURA

- L’IRA è una distruttrice dell’energia psichica; non solo l’aura della persona arrabbiata s’indebolisce, l’ira agisce negativamente anche sulle aure delle altre persone. Occorre imparare a ripristinare la serenità mentale, in qualsiasi circostanza.

- La PAURA è la maggiore divoratrice dell’energia psichica, tra tutte le altre emozioni negative. Chiude i “rubinetti” per l’arrivo dell’energia da fuori.La paura crea non solo dei blocchi muscolari, interrompe la circolazione dell’energia tra noi e le altre persone, tra noi e il Cosmo. La paura è una delle emozioni più distruttive. Spesso colui che ha paura percepisce la situazione in maniera inadeguata, e il pericolo gli sembra enorme. Spesso colui che ha paura è crudele ed aggressivo.
La presenza della connessione con il Principio Superiore (Dio) permette all’uomo di superare gli ostacoli e i pericoli, senza provare l’umiliazione della paura, mentre l’assenza di tale connessione crea il senso dell’insicurezza, della colpa, che, a loro volta, aggravano la paura.

- La PIGRIZIA. L’energia psichica cresce nell’attività e si esaurisce nell’immobilità. La pigrizia è come una droga: l’uomo ci si abitua e perde l’interesse, e i suoi sensi perdono l’acutezza e la genuinità.

- L’EGOISMO ci fa concentrare sulla propria persona, facendoci dimenticare di essere parte di un grande e unico Tutto. Isolandosi dagli scambi totali, l’uomo si priva delle energie sottili che arrivano normalmente da fuori. L’uomo è sano quando tutti i processi fisiologici nel suo organismo scorrono bene; ma lo spirito è primario rispetto al corpo, e alla base dei processi psico-fisici c’è lo scambio dell’energia psichica tra le strutture sottili umane e il Cosmo. La salute spirituale crea i presupposti per una duratura salute fisica. Quindi, l’egoismo e la salute spirituale non sono compatibili.

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L’ANTIDOTO A TUTTE LE VOSTRE PAURE

L’ANTIDOTO A TUTTE LE VOSTRE PAURE Una delle maggiori scoperte nello sviluppo della personalità dalla massima performance, è che le paure e il livello di autostima di una persona hanno tra loro un rapporto inversamente proporzionale o opposto. In altre parole, più vi piacete, meno temete il fallimento e il rifiuto.

Maggiore è la vostra autostima, minori sono i timori e i dubbi che vi frenano. Più vi piacete e riconoscete il vostro valore, più sarete disposti a correre dei rischi e a sopportare le inevitabili sconfitte, gli ostacoli e i fallimenti passeggeri che si verificheranno. Più vi piacete, meno vi preoccuperete di ottenere l’approvazione o la disapprovazione degli altri. Andrete per la vostra strada.

Il modo più rapido che avete per costruire sicurezza e autostima, neutralizzando così i timori che vi potrebbero frenare, è ripetere costantemente le parole “mi piaccio!” Ogni volta che provate incertezza e disagio, iniziate a ripetervi questo mantra: “Mi piaccio! Mi piaccio! Mi piaccio!”. L’abitudine milionaria più importante che possiate acquisire è quella di costruire consapevolmente l’autostima e la fiducia in voi stessi quotidianamente.

Più alimentate la vostra mente con parole, immagini e pensieri positivi, più diventerete positivi, sicuri, ottimisti e impavidi. Più vi piacete e migliori saranno le vostre prestazioni in qualsiasi cosa cercherete di fare. Più vi piacete, minore sarà il vostro timore di fallire e di essere rifiutati. Più vi piacete, meno vi preoccuperete degli ostacoli e degli insuccessi a breve termine. Più vi piacete, maggiori saranno il vostro coraggio e la vostra capacità di ripresa nell’affrontare gli inevitabili alti e bassi della vita. E più vi piacete, più continuerete a perseverare fino a che non ce la farete. L’autostima è tutto.

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approccio olistico

il Transurfing dev’essere considerato come un approccio olistico, una dottrina integrale, costituita da tre componenti principali: come pensiamo, come ci alimentiamo, come ci muoviamo.
Cosa significa insegnamento olistico? Significa che se si eliminano uno o più di uno dei suoi componenti, si ottiene qualcosa di “non finito” e la tecnica perde il suo pieno potenziale.
􀁴􀀁 Il pensiero è il vostro modo di relazionarvi allo specchio del mondo, cioè l’immagine che formate davanti a tale specchio e la reazione che avete rispetto all’immagine riflessa.
􀁴􀀁􀀁 L’alimentazione è ciò che entra in voi direttamente: il cibo e l’informazione.
􀁴􀀁􀀁 Il movimento include il vostro stile di vita: attivo o sedentario, e la vostra capacità di gestire il vostro corpo e il vostro potenziale energetico.
Il primo componente, noto a tutti come il Transurfing classico, è riportato nel libro 2012; N.d.T.].
Tuttavia, recentemente stanno diventando sempre più importanti il secondo e il terzo componente, perché solo il primo non è sufficiente (le basi del secondo e del terzo componente sono riportati nel libro [Il Transurfing vivo; N.d.T.]).

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mercoledì 29 gennaio 2020

Debiti

Debiti - Rimedio: smettere di pensarci - indirizzare il vettore verso il fine e occuparsi di agire.

Pensando ai debiti, non sarete in grado di restituirli. Al contrario, quando in testa turbinano pensieri del tipo “come mi fanno tutti pressione, come mi è difficile tirare avanti, come restituire al più presto il debito, come avverrà la restituzione”, non fate che girare il serial del vostro indebitamento, con varianti diverse. E finché esso continuerà a girarvi nella testa, nella realtà permarrà lo stesso immutabile quadro: “avete dei debiti”. Quello che avete nei pensieri si riflette sullo schermo della realtà.
Come uscire da questa realtà? Bisogna smettere di torturarsi con le riflessioni (togliere la molletta) e passare all’azione (innescare il flusso). Ma non è così semplice riuscire a smettere di pensarci, non è vero? Quindi, bisogna in ogni caso fissarsi un obiettivo e cominciare a muoversi nella sua direzione.
Ovviamente l’obiettivo dovrebbe contribuire al miglioramento dello stato del vostro benessere. Non è forse questo che volete? Dunque, dirigete tutta la vostra attenzione e intenzione verso il futuro, verso il vostro obiettivo, giunti al quale avrete raggiunto uno stato di benessere.
Tutti i vostri pensieri non devono più riguardare il fatto che avete dei debiti e nemmeno lo scenario della loro restituzione. No, ora il film, dev’essere un altro: siete delle persone benestanti. In questo film, le scene del vostro indebitamento sono assenti. Al contrario, ci sono solo scene che mettono in luce la vostra ricchezza.
Se convogliate tutti i vostri pensieri e le vostre azioni verso il fine e cominciate a girare nei vostri pensieri e nelle vostre azioni, in modo costante e sistematico, il vostro film, in cui vi ritraete dopo aver raggiunto il vostro fine e siete arrivati a godere di un benessere finanziario, allora anche sullo schermo esterno, nella realtà, il quadro si imprimerà gradualmente, si realizzerà.
Prima o poi questo succederà. La realtà da qui non può scappare, questa è la sua caratteristica. Non solo voi dipendete dalla realtà, ma anch’essa dipende da voi. Tutto dipende da chi riesce a prendere per primo l’iniziativa.

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domenica 26 gennaio 2020

Scardinare il sogno

Dichiarazione

Rendetevi conto ora che la vostra vita è un gioco, una recita che vi è stata imposta. Finché siete immersi fino al collo in questa recita, non siete in grado di valutare oggettivamente la situazione e di esercitare un’influenza in qualche modo significativa sul corso degli eventi.

Quindi prima di tutto lasciate la scena e scendete in platea, guardatevi intorno con sguardo lucido e ditevi: «In questo momento non sto dormendo e sono pienamente consapevole di dove mi trovo, di che cosa sta succedendo, di cosa sto facendo e perché». E poi andate pure sul palco e continuate la vostra recita, rimanendone al contempo spettatori.

Ora avete un enorme vantaggio: la consapevolezza. Avete scardinato le regole del gioco e acquisito la capacità di gestirlo.
Interpretazione

Nel sogno ordinario si è in balia delle circostanze perché la ragione è dormiente e accetta docilmente tutto come se così dovesse essere. In stato di veglia avviene più o meno la stessa cosa.

Vi sembra che la realtà esista indipendentemente da voi e di non essere in grado di influire su di essa. Vi siete quasi rassegnati alla vostra parte, all’assortimento di abilità che vi sono state date e alle condizioni ambientali in cui vi tocca esistere. Non vi resta che lasciarvi andare alla corrente del destino, intraprendendo di tanto in tanto deboli tentativi per far valere i vostri diritti.

Ma possibile che non si possa cambiare niente? Altroché se si può! E lo farete.

Fino a ora eravate coscienti della realtà per quanto vi avevano insegnato. Ma adesso vi rendete conto che la realtà è un sogno. Ma solo in un sogno lucido sarete in grado di controllare veramente la situazione.

Sul palcoscenico della vita ognuno di noi ha il suo ruolo da svolgere, la sua parte da recitare, e in tanti in qualche modo interagiscono con voi: si aspettano da voi qualcosa, vi impongono qualcosa, vi chiedono o esigono qualcosa, vi aiutano o vi ostacolano, vi vogliono bene o vi odiano.

Guardate questa recita con sguardo consapevole, tenendovene in disparte, e allora capirete tutto da soli.
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venerdì 24 gennaio 2020

LA RICAPITOLAZIONE

























Come si deve eseguire la “ricapitolazione”? Cosa ha in comune con la psicanalisi e la confessione?

Gli Sciamani suggeriscono di procedere come segue:

  1. si compila una lista di tutte le persone incontrate nel corso della vita (qualcuno dice di limitarsi alle trenta persone più importanti), cominciando da quelle con le quali si è interagito più di recente, come scrive Castaneda: “Nei tempi antichi la ricapitolazione … veniva eseguita richiamando alla mente tutte le persone che il praticante aveva conosciuto e tutte le esperienze in cui erano state coinvolte” [Castaneda, Tensegrità, pag. 134].
  2. si associano ad ogni persona le esperienze fatte, quei fatti che hanno coinvolto la persona in questione (questa è la fase della ricapitolazione, che gli Sciamani chiamano la “sistemazione dell’evento”);
  3. oltre ai fatti vissuti con altre persone debbono essere riportati alla coscienza gli avvenimenti “impersonali” nei quali non sono coinvolti altri individui, ma che sono collegati alla persona che sta ricapitolando;
  4. per quanto riguarda l’ordine dei ricordi, si consiglia di andare a ritroso, posto che ciò che è appena successo viene alla mente con maggiore accuratezza; “ … gli sciamani ritengono che ricordare gli avvenimenti che si sono appena verificati permetta di rammentare con la stessa chiarezza e immediatezza avvenimenti più distanti nel tempo. Richiamare in questo modo le esperienze significa riviverle, ricavando da tale ricordo un impeto straordinario in grado di stimolare l’energia dispersa dai nostri centri di vitalità e di restituirla ai centri stessi. Gli stregoni definiscono questa redistribuzione dell’energia fornita dalla ricapitolazione come l’acquisizione di fluidità ottenuta dopo aver dato al mare oscuro della consapevolezza quello che sta cercando”.[Castaneda, Tensegrità, pag. 136].
  5. si debbono rivivere le esperienze nei minimi dettagli, quei dettagli che sono seppelliti nella coscienza, ma che sono sempre alla nostra portata. Rivivere è ben più che ricordare. Tanto più si risentono odori, suoni, voci, si rivedono particolari dell’ambiente, visi, tanto più si riprovano le sensazioni vissute nel corso dell’evento, tanto meglio la ricapitolazione riesce;
  6. mentre si ricorda, si deve respirare consapevolmente, girando la testa con tranquillità da destra a sinistra (o viceversa: non importa). A questo proposito diceva don Juan: “Per eseguire la vera e propria ricapitolazione di un fatto il soggetto deve respirare a fondo, girando lentamente e dolcemente la testa da una parte all’altra, cominciando indifferentemente da destra o da sinistra. Il capo deve essere girato per il numero di volte ritenute necessarie, mentre si ricordano tutti i dettagli accessibili: secondo Don Juan gli stregoni definivano questo gesto come l’inspirazione di tutte le emozioni vissute grazie all’evento ricordato e alla all’espirazione di tutti i sentimenti non desiderati e le emozioni indesiderate che il fatto stesso ha lasciato in noi. Mi disse che compiendo tale gesto di soggetto può trovare la liberazione …Gli stregoni credono che il mistero della ricapitolazione stia nel gesto di inspirare ed espirare; poiché la respirazione è una funzione indispensabile per mantenersi in vita, gli stregoni sono certi che grazie ad essa sia possibile consegnare al mare oscuro della consapevolezza il facsimile delle esperienze della propria vita”.[Castaneda, Tensegrità, pag. 135];
  7. le vicende e le sensazioni relative ai fatti ricordati debbono essere riportati sulla carta; non è tassativo, ma è consigliabile, per fissare al meglio i ricordi e per compiere – a ricapitolazione conclusa – il gesto simbolico di distruggere i legami con il passato (a questo scopo si debbono strappare i fogli compilati in tanti piccoli pezzi) e di restituire le esperienze descritte al “mare oscuro della consapevolezza”, affidando i lembi di carta ad un corso d’acqua, o al fuoco, che tutto portano via e fondono con l’energia universale.


La tecnica della ricapitolazione fa subito venire in mente la psicanalisi. Castaneda, sempre nella sua “Tensegrità” più volte citata in questo paragrafo, sentenzia “non c’è nulla di più lontano dalla verità”. Io non sarei così drastico. Anche la psicanalisi si fonda sul fare riemergere dall’inconscio ciò che vi era stato seppellito, ben sapendo che il portare a galla certi fatti ne annulla gli effetti sulla psiche. Ciò che è sbagliato nella psicanalisi è il metodo: un individuo che parla in modo disordinato, raccontando esperienze di vario genere, sfogando i suoi malumori, dando voce alle sue paure, accusando il mondo intero delle sue sofferenze, non sta recuperando l’energia perduta nei fatti vissuti, né sta consegnando al “mare oscuro della consapevolezza” il suo vissuto; anzi: in quel modo si tiene ben strette le sue esperienze e solo casualmente riesce a svincolarsi da esse. Prova ne sia che le sedute di psicanalisi vanno avanti per anni senza che si ottenga alcun risultato significativo. Non che la ricapitolazione sia molto breve, ma ha il grande vantaggio di cancellare in poco tempo gli effetti negativi delle varie esperienze sull’energia della persona, che ricapitola. Questo comporta un notevole sollievo del soggetto.

Per quanto detto, io ritengo che psicanalisi e ricapitolazione abbiano molto in comune e che possano essere usate indifferentemente, a condizione che si segua il metodo corretto.

C’è un’altra procedura che assomiglia tanto – anche se in modo più sfumato – alla ricapitolazione: è la confessione, sacramento previsto sia dai cattolici, che dagli ortodossi.

La procedura della confessione è molto semplice: il penitente, dopo aver esaminato le proprie azioni, riconosce i propri peccati, li elenca ad un sacerdote e, se ne ricorrono le condizioni, ne viene liberato con l’invito a svolgere una breve “penitenza”, che, nella maggioranza dei casi, consiste nella recita di qualche preghiera.

Di solito, a confessione avvenuta, il fedele si sente più libero, sollevato e di buon umore. Perché si è liberata la coscienza dal peso insopportabile di qualche grave peccato? No: l’esame di coscienza è una ricapitolazione in formato ridotto, che riguarda, di solito, gli avvenimenti più vicini. Il ricordarli, prima di confessarli, comporta il recupero dell’energia perduta nei fatti, di cui ci si accusa.

E’ qui che la confessione perde forza e validità: già ho detto che il peccato, visto come violazione di una qualche norma naturale, umana, o divina, non esiste; ciò che esiste è solo l’uso che si fa della propria energia; in caso di uso smodato e non opportuno della stessa, si ha bisogno di recuperarla al più presto e l’esame di coscienza è uno strumento semplice, ma utilissimo. E’ importante, però, che i fedeli non vivano tutto ciò con senso di colpa, con disperazione, vedendosi condannati alle fiamme dell’inferno e fagocitati dal diavolo, ma molto serenamente, riconoscendo la perdita di energia in questa, o quell’occasione, rivivendo il fatto e riprendendosi la forza vitale sconsideratamente dilapidata.

E’ necessario raccontare tutto ad un sacerdote? Il prete svolge, in teoria, la stessa funzione dei Maestri sciamani: questi ultimi “vedono” a quale livello è avvenuto il recupero di energia da parte dei loro apprendisti, che stanno ricapitolando e danno consigli su come proseguire nel cammino intrapreso. I sacerdoti non perdonano nulla, a dispetto di quanto scritto nei vangeli sinottici (“a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi li riterrete verranno ritenuti”) perché “rimettere i peccati” deve essere inteso, non nel senso di “perdonare”, ma di constatare il recupero energetico avvenuto da parte del fedele. Questo nel rito cattolico non avviene perché si preferisce seguire la pericolosa strada della colpevolizzazione a tutti i costi (siamo tutti peccatori: che stupidaggine! Lo dimostrerò, parlando del “peccato originale”, che nulla ha a che vedere con i comuni “peccati”) e della sofferenza del tutto gratuita, che non fa altro che aggiungersi a quella derivante dalla perdita di carica energetica conseguente agli avvenimenti da noi voluti, coltivati e provocati.

A conclusione dell’argomento annoto come una procedura di ricapitolazione molto simile a quella consigliata dagli Sciamani venga praticata dai seguaci della Chiesa di Scientology, che chiede ai propri adepti di rievocare per iscritto gli avvenimenti più significativi della propria esistenza. E’ molto significativo come molti “credo” – tanto diversi tra di loro – siano influenzati dalle verità degli Sciamani!

Da tutto quanto detto si può dedurre che il cristianesimo invita al pentimento ed alla conversione per dare ai propri seguaci la possibilità di recuperare l’energia indispensabile ad intraprendere un cammino spirituale tanto impegnativo quale è quello indicato da Gesù.

Cesare Vacca
https://www.cesarevacca.it/come-eseguire-ricapitolazione-raggiungere-consapevolezza/

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giovedì 23 gennaio 2020

ESERCIZIO LA TORRE

Fai un elenco di 7 tuoi attuali problemi e numerali. Quando hai finito, rilassati e immaginati di fronte ad una porta. Quando ti senti pronto, apri la porta ed oltrepassala. Oltrepassata la porta ti trovi di fronte ad un'alta torre di pietra con una singola porta d'entrata di legno di rovere con borchie di ferro, che è leggermente aperta. Entra nella torre. Quando sei dentro, ti trovi in una singola grande stanza centrale con una porta d'uscita e una scala a chiocciola di pietra che gira attorno alle pareti. Dentro questa stanza c'è un grande camino acceso, però nella stanza fa molto freddo. Se guardi in sù, ci sono finestre disposte ad intervalli lungo tutta l'altezza della torre e ognuna di esse è aperta.

 Sali lungo la scala a chiocciola fino in cima alla torre...i tuoi passi riecheggiano nella pietra...mentre sali, uno scalino dopo l'altro, noti che ci sono in totale sette finestre. Quando arrivi in cima alla torre, guarda attraverso la finestra aperta e vedrai una scena che simboleggia il problema al quale hai attribuito il numero 1. Osserva questa scena qualche secondo, poi chiudi la finestra. Questo non è per negare il problema, nè per risolvere il problema, ma per impedirti di sprecare la tua energia con il problema. Quando la finestra è chiusa, nota che il problema si trasforma in qualcosa di meno minaccioso. Scendi le scale e ripeti la procedura con ciascuna finestra, chiudendole una per volta. Ritornato nella stanza centrale, nota che l'atmosfera è più calda perchè tutte le finestre ora sono chiuse. Chi è stato ad aprire le finestre? Le finestre sono state aperte dal tuo Sabotatore e il luogo dove puoi incontrarlo è in cantina, che puoi raggiungere oltrepassando la seconda porta nella stanza centrale.

Attraversa la porta senza nessun preconcetto. La porta conduce ad una rampa di scale di legno che scende giù nell'oscurità della cantina. Una volta scesi tutti i gradini, troverai il tuo Sabotatore, non è importante con quale forma sceglie di manifestarsi. Ora dirigi un raggio di luce dal tuo cuore al cuore del Sabotatore, e se te la senti puoi abbracciarlo. Quando lo fai il Sabotatore si trasforma in Alleato. Una volta che la trasformazione è avvenuta, tu e il tuo Alleato salite insieme dalla cantina e raggiungete la grande stanza centrale. Ora saluta il tuo Alleato, lasciandogli il compito di fare la guardia alla torre e di mantenere ben chiuse le finestre. Ora puoi lentamente rientrare nel tuo stato di coscienza ordinario.

da IL MATERALIZZATORE
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LA sfera esterna

Un’altra tecnica è quella della sfera esterna. Può darsi che non abbiate mai avuto l’occasione di sentire il vostro involucro energetico e non possiate sentire come esso si estende, assoggettandosi al potere dell’immaginazione. Questo avviene perché voi agite con l’intenzione interna. Ma provate ora a immaginare attorno a voi una sfera che non vi appartiene. Immaginate che questa sfera vi tiri, sentite che qualcosa, all’esterno di voi stessi, cerca di tendere il vostro corpo. Da qualche parte, in un raggio di 5-7 metri, si trova un fronte invisibile. Provate a tenderlo leggermente e a restringerlo: esso opporrà un’elastica resistenza. Ecco, ora avete sentito la sfera in modo più distinto. Questo è il confine che vi lega con il mondo esterno. All’interno della sfera c’è “il vostro”, al di là della sfera c’è “il non vostro”. Allo stesso tempo, però, la sfera vi appartiene tanto quanto sentite che vi tende, vi tira. L’intenzione si è convertita: il principio attivo ora non è dentro di voi, ma all’esterno. Analogamente, cercando di influire su un oggetto agendo con l’intenzione interna, per esempio muovendo una matita con la forza di volontà, non otterrete nulla. Allora provate a immaginare che la matita stessa vi attiri, attraverso fili invisibili. Ecco, con questo anello che vi lega potete muoverla anche voi. Allo stesso modo, se vi costringete a elevarvi nell’aria, a levitare, non ci riuscirete. Immaginate, allora, un movimento contrario, come se lo spazio circostante stesso vi elevasse in aria. Può darsi che qualcosa vi riesca, se saprete convertire l’intenzione interna in esterna. Il senso di tutto ciò è sorpassare quel limite oltre il quale la vostra volontà di “costringere il mondo ad assoggettarsi” si tramuta in “permettergli di farlo”. Non è certo una cosa facile. Ma ai nostri fini non è nemmeno obbligatoria. Sarà più che sufficiente sentire almeno la presenza dell’involucro esterno. Cercate di cogliere questa sensazione, cercate di fissare su di essa una parte dell’attenzione e cominciate a far girare la diapositiva del fine. La sfera fungerà da antenna per la trasmissione dell’energia mentale, fatto che rafforzerà significativamente l’effetto della diapositiva.
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martedì 21 gennaio 2020

Morrnah Nalamaku Simeona

Ordine Divino, Luce, Amore, Pace, Equilibrio, permetti che la Saggezza e l’Abbondanza si manifestino per noi attraverso il Potere Divino del Padre Divino, Creatore di tutta la Vita, Madre, Figlio in Uno dove in Noi esistiamo e in cui noi abbiamo il nostro Essere.

Ora e sempre di più.

E così è fatto.

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Preghiere e Invocazioni Ho’oponopono 1

Esprimo l’intenzione che vengano individuati nel nostro archivio della memoria tutti i ricordi negativi, i blocchi indesiderati che manifestano il problema e che condividiamo.

Esprimo l’intenzione di staccare, di sciogliere e di rilasciare questi ricordi e queste energie indesiderate ed esprimo l’intenzione che siano trasmutati in Pura Luce!

Esprimo l’intenzione poi che gli spazi prima occupati da queste energie ora sciolte si riempiano di Luce Divina.

E così è.

Morrnah Nalamaku Simeona
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PREGHIERA DELLA PROSPERITÀ

(Da pronunciare comunque vada, ogni giorno, con forte determinazione, attivando sentimenti interiori di gioia, gratitudine anticipata e fe...