sabato 31 dicembre 2016

IO SCELGO IO VOGLIO


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giovedì 29 dicembre 2016

REALIZZA I TUOI SOGNI

questo mondo in continuo cambiamento in cui viviamo richiede nuove idee, nuovi modi di fare le cose, nuovi leader, nuove invenzioni, nuovi metodi didattici e di marketing, nuovi libri, nuova letteratura, nuovi modi di fare tv e cinema. Dietro a questa richiesta di rinnovamento e miglioramento, c’è una caratteristica che occorre possedere per avere successo: la chiarezza di intenti, la consapevolezza di ciò che si vuole, e un desiderio ardente di ottenerlo.
 ... i grandi leader del mondo sono sempre stati individui che hanno sfruttato e messo in pratica le forze invisibili e immateriali delle occasioni latenti, convertendo poi queste forze (o impulsi di pensiero) in grattacieli, città”
fabbriche, aeroplani, automobili e tutte le altre comodità che rendono più piacevole la vita.
Nel programmare come acquisire la tua parte di ricchezze, non permettere a nessuno di influenzarti e di scoraggiare il sognatore che è in te. Per vincere in questo mondo devi cogliere lo stesso spirito dei grandi pionieri del passato, i cui sogni hanno creato tutte le cose più preziose della civiltà moderna; lo spirito che costituisce la linfa vitale del nostro Paese: l’opportunità, che tutti hanno, di sviluppare e mettere a frutto i propri talenti.

Se la cosa che aspiri a fare è giusta, e tu ci credi, mettiti al lavoro e falla! Realizza i tuoi sogni, e non curarti di ciò che dice “la gente” se ti imbatti in qualche sconfitta temporanea,
perché forse “loro” non sanno che ogni fallimento porta in sé il seme di un successo.
Thomas Edison sognò una lampada che potesse funzionare con l’elettricità, cominciò a mettere in atto il suo sogno e, malgrado diecimila esperimenti falliti, rimase fedele all’idea finché non riuscì a farla diventare realtà concreta. I sognatori pratici non gettano la spugna!”

Passi di: Napoleon Hill. “Pensa e arricchisci te stesso”. iBooks.

come crearsi un reddito mensile in poco tempo








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lunedì 26 dicembre 2016

OLTRE IL SEGRETO, FILM COMPLETO


Come mettere in atto il segreto... film in lingua italiana
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mercoledì 21 dicembre 2016

IL PENSIERO CREA ...

C'era un uomo che viaggiava per il mondo. Un giorno si trovò accanto all'Albero dei Desideri, Non lo conosceva ma, attratto dalla sua ombra, si addormentò sotto.
Al risveglio l'uomo sentì una fame terribile e penso: "Che fame che ho! Se avessi qualcosa da mangiare!"
Ad un tratto, apparvero delle prelibatezze.
Dopo aver mangiato, l'uomo pensò: "Ho sete!" e vide una caraffa piena d'acqua cristallina di fonte.
E allora gli venne un pensiero terribile: "Da dove sono venuti il cibo e l'acqua?! Sono delle entità maligne. Mi prendono in giro!"
Appena lo pensò, attorno a lui apparvero dei mostri con sorrisi beffardi. E l'uomo si disse: "Mi uccideranno!".
Ahimè, lo fecero...


Morale: il pensiero è materiale. I nostri pensieri formano la nostra vita...

Advanced Mind Institute Italia
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http://ideeinnovativeperguadagnare.blogspot.it/2016/12/passivecrypto.html

lunedì 19 dicembre 2016

NON USATE LE PAROLE INFLAZIONATE!

Una semplice sostituzione delle parole è capace di cambiare le sfumature dei nostri stati interiori. Per un creativo esperto, invece, la parola è uno strumento per dipingere la propria vita.

1. LA SOSTITUZIONE DELLE PAROLE ABITUALI CREA LA CONSAPEVOLEZZA.
Fate un esperimento: alla domanda "come stai" iniziate a rispondere diversamente: non "bene, grazie", ma "splendidamente", "magnificamente", scegliete voi!
Cosa cambia: vi accorgerete che rispondendo così, primo, vi verrà da raddrizzare le spalle e da alzare il mento, e secondo, all'inizio noterete gli sguardi increduli dei vostri interlocutori. Anche a voi sembrerà strano rispondere così, ma poi vi prendete gusto e vi farà piacere.
- Come stai?
- Splendidamente.
-..... Cosa ti succede?
-..... Semplice. Mi sono alzato di buon umore.

E così ogni giorno. Tra un mese sarete trattati diversamente.
L'importante è non spiegare nulla, non fornire le prove e non esagerare, perché lo "splendore" della vostra vita deve essere una norma e non una cosa soprannaturale.

Le parole inflazionate: io cerco di usare meno possibile la parola "bello", perché super inflazionata e si mette dappertutto.
Nel libri di Anthony Robbins (un attivo ricercatore in questo campo) è riportato il caso di un imprenditore che aveva sostituito le frasi "sono arrabbiato", "sono indignato" con una buffa espressione "sono stizzito" che faceva colpo sui partner in affari.
Riporta un caso: arrivato in un albergo, Robbins non trovò la sua camera pronta. Era pronto a indignarsi, ma, ricordandosi della sua decisione, disse all'amministratore:
- Sa, sono molto stizzito.
- Prego?
- Molto stizzito.
L'amministratore rimase di stucco, poi sorrise e fece tutto con la massima efficienza e rapidità.
Questo si chiama "rompere il solito cliché".

La scelta delle parole inusuali abbassa la soglia dell'ira di entrambe le parti e sveglia la consapevolezza.

2. IL NOSTRO CERVELLO E' PROGRAMMATO DALLE PAROLE.
Le parole possiedono delle tonalità. La parola "bello"/"buono" è abbastanza trita e abusata, a differenza di tanti suoi sinonimi.
Per esempio, non avete mai visto una persona ma vi hanno detto che è una persona "splendida".
La vostra mente associativa ha già creato un quadro. Oppure vi hanno detto che è una brava persona. C'è la differenza?
Usando delle parole di tonalità accesa, diversa, per descrivere se stessi e il proprio stato, mandate un segnale al subconscio: "è così".

Rispondendo a "come stai" con termini superlativi, tra un po' inizierete a sentirvi così. E' una creatività con le parole.

Cosa fare?
- Esaminate il vostro lessico e sostituite alcune parole sbiadite o abusate con quelle che vi piacciono e descrivono il vostro sogno. Fatelo coscientemente, come un pittore che vede un foglio bianco ma vede anche il futuro capolavoro.
- Se volete correggere qualcosa nella vita, usate delle affermazioni positive. Trovate una frase che vi ispira e ripetetela diverse volte nel corso della giornata. Tra un mese prima vedrete il risultato.
- Parlate sempre al presente, e senza usare i termini negativi.
- Cercate di sentire il senso delle parole, pronunciandole sentite la loro risonanza con il mondo.
- Pensate a quello che dite, ogni parola vi crea, che lo vogliate o no.

Buona creatività a tutti."

(Olesya Novikova)

Advanced mind institute


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venerdì 16 dicembre 2016

UN LAVORO DI ROUTINE

occorre farsi girare la diapositiva nei pensieri sistematicamente, per un periodo piuttosto lungo di tempo.

Come vedete, il segreto è semplice ed è tutto ciò che serve. È talmente triviale che si fa fatica a crederci: un semplice e ordinario lavoro di routine e nessuna magia! Ma funziona! Il problema è che la gente spesso non ha pazienza, si entusiasma per qualche idea ma poi si raffredda velocemente,

così finisce per riporre i progetti in un cassetto fuori portata. Ebbene, affinché si realizzi il pensiero-forma bisogna eseguire un lavoro concreto con la diapositiva. Diversamente, contare sui miracoli non ha senso.
Quanto tempo serva per la realizzazione della diapositiva

dipende dalla complessità del fine che ci si è prefissi. Fintantoché la ragione dubita della realtà della concretizzazione del progetto, l’immagine rimane sfocata. Presto o tardi, tuttavia, sullo specchio comincerà a delinearsi il profilo di un’imma- gine. Vedrete da soli quando l’intenzione esterna vi aprirà le porte necessarie, cioè quando compariranno le opportunità per la realizzazione del fine. Quando ciò accadrà, la ragione si convincerà che la tecnica porta i suoi frutti e il fine risul- ta realmente raggiungibile. Poco per volta l’anima e la ragio- ne perverranno a un’unità e l’emissione mentale si focalizzerà creando un’immagine più netta. Alla fine si formerà il riflesso necessario e avverrà ciò che si è soliti definire “miracolo”: il sogno che sembrava irrealizzabile si sarà trasformato in realtà.

Vadim Zeland
 
Reality Transurfing - Le Regole dello Specchio
Il seguito della trilogia del Transurfing - Cofanetto con 2 libri non vendibili separatamente (La Gestione della Realtà Le Mele Cadono dal Cielo)
Voto medio su 40 recensioni: Da non perdere

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giovedì 15 dicembre 2016

UN MAGICO ESERCIZIO DA FARE DAVANTI ALLO SPECCHIO

“...Vi state guardando allo specchio?
Ma siiii, che discorso.
Mentre vi state facendo un trucco di una bellezza inaudita oppure vi state raschiando le setole con una lametta.

Cosa pensate che stia facendo lo specchio quando non siete in casa?
Pensate che fosse un pezzo di vetro riflettente, e basta?
Lo pensate davvero?
Non ci credo, ma ammetto che ciò è possibile.
Vi avverto. Non fate ciò che vi dirò adesso in presenza degli altri.
Per la vostra sicurezza.Aspettate di essere soli in casa o chiudetevi nel bagno.
Guardate la vostra faccia. Guardatela e basta. Senza emettere giudizi. Senza uno scopo.
E ora ditele a voce alta, con sentimento: “Ti amo e ti amerò sempre!” Stoooop!
Avete distolto lo sguardo?
Lo fanno tutti. Si capisce.
Ditelo ancora. E ancora.
Ditelo ai vostri occhi: “Vi amo e vi amerò sempre”.
Fatelo non meno di tre volte al giorno. Meglio prima di uscire di casa. Anche prima di dormire. E qualche altra volta. E’ più difficile confessare l’amore a se stessi che ad un'altra persona.
Ma ne vale la pena!
Vi accorgerete che il vostro riflesso vi risponderà con un amore reciproco.
Quando non siete in casa, lo specchio conserva ciò che gli avete detto prima di uscire.
Vive la sua vita.
Legatevi a lui con i fili dell’amore umano.
Vi ritornerà moltiplicato.
Ed è meglio non farlo vedere agli altri, perché in quei momenti siete troppo denudati, siete troppo vulnerabili”.

Advanced Mind

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sabato 10 dicembre 2016

E' nella solitudine che nascono le idee

"La mente si acutizza nella solitudine. Per pensare e per inventare, non serve un grade laboratorio. Le idee nascono quando la mente è isolata dalle influenze esterne. Il segreto dell'inventore è la solitudine. E' nella solitudine che nascono le idee."

© N. Tesla

Advanced mind Institute

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venerdì 9 dicembre 2016

Quinta lezione di Magia. Per “effetto” tutto è “perfetto”

“Tutto è perfetto nell’Universo, anche il tuo desiderio di migliorarlo.” afferma il noto scrittore Wayne Dyer.

... è perfetto che io mi ammali? è perfetto che mi debba sbattere per raccimolare due lire per campare? è perfetto vedere alla TV i pensionati che cercano qualcosa da mangiare nei cassonetti? è perfetto che i civili muoiano sotto i bombardamenti di una guerra che non hanno mai voluto? è perfetto che mio figlio si droghi? e quanti esempi potremmo fare ancora……

Si, tutto ciò per l’Universo è completo, finito, realizzato, come doveva essere.

Questa affermazione può lasciarci perplessi, ma gli avvenimenti che entrano nella nostra vita, vissuti o visti, sentiti in qualche modo, vi entrano per insegnarci qualcosa.

Possono includere una profonda sofferenza, è vero, quindi se prima non impariamo l’accettazione nel vero senso della parola, tutto ciò che per l’Universo è perfetto a noi può fare una tremenda paura, perché non ci rendiamo conto che accadono “per effetto” di ciò che siamo, di ciò che c’è nel nostro inconscio.

Lasciamo stare guerre e terremoti per il momento, prendiamo come esempio tutte le circostanze che ci rovinano la giornata o ci rendono difficile la vita:

Ci tamponano sulla statale.

La lavatrice esala l’ultimo respiro, proprio questo mese che si sposa la nipote e dobbiamo farle il regalo.

Il nostro compagno è stato licenziato.

Abbiamo bruciato il tacchino arrosto e stanno per arrivare tutti.

Il nostro ex marito non risponde al telefono e manca agli appuntamenti con i figli.

Ok, posso anche accettare che tutto ciò sia perfetto, ma porca vacca che cavolo è sta perfezione per lui?

Se davvero tutto fosse perfetto io dovrei stare sempre bene! tutto dovrebbe girare a mio vantaggio! o no?

Il fatto è piuttosto artificioso. L’Universo è vanitoso, esclusivista, presuntuoso e saputo.

PERCHE’ L’UNIVERSO SEI TU.

Sei tu, in quanto Se superiore, che vuoi imparare le lezioni!

E finchè tu non crederai in te stesso, nulla nella tua vita ti parrà appropriato.

In parole povere, prima devi credere alla perfezione del tutto, e solo dopo, nella tua vita si manifesterà ciò che tu consideri perfetto.

QUESTA E’ LA MAGIA!

Se la realtà è uno specchio essa riflette la tua negazione per gli accadimenti, il tuo giudizio, cioè pensi 

“Tutto questo è un cesso!” e un cesso ti tornerà.

Attraverso ciò che penso, io creo la mia realtà, ma questo accade anche a tutti gli altri, per cui le vicende che vivo, e alle quali partecipano anche altre persone, sono frutto dei miei e dei loro pensieri. Tutti i messaggi che noi mandiamo, attraverso le nostre immaginazioni, prima o poi si concretizzano. Perché ciò avvenga materialmente però, deve esserci una concomitanza con i messaggi emanati da tutte le persone che prenderanno parte all’avvenimento.

Facciamo un esempio semplice:

Se io soffro perché mio marito mi tradisce, è perché non ho ancora trasceso la gelosia, sono prigioniera dell’attaccamento, non conosco l’Amore incondizionato.

La mia anima mi porta a vivere questa situazione che mi fa soffrire, per insegnarmi queste cose, quando le avrò imparate la sofferenza cesserà.

Fin qui ci siamo?

ok, andiamo avanti…

ma mio marito e le donne con cui mi tradisce, che parte hanno in tutto questo? sicuramente anche loro devono evolvere, forse devono imparare il valore della fedeltà, il valore del sesso, o magari con il loro comportamento causano quella separazione dai loro consorti, che da tanto tempo stanno desiderando senza avere la forza di farlo. Possono essere molti e diversi gli stadi che ognuno di noi deve superare, certo è che le donne che mio marito incontrerà saranno proprio quelle che gli servono, e così lui per loro.

Un esempio un po’ più difficile che mi è davvero accaduto personalmente:

Io ho un congelatore enorme che mi da un po’ fastidio nella stanza in cui si trova, ma non ho altro posto dove metterlo, qualcuno mi suggerisce di metterlo sul terrazzo, io non sono molto d’accordo perché ho sentito dire che le variazioni della temperatura ne danneggiano il motore, alla fine mi convinco, ma il tarlo persiste. Dopo un anno il congelatore muore. Vado a fare il nuovo acquisto e l’azienda mi manda l’operaio che mi porta il nuovo apparecchio, entra in casa, volge lo sguardo intorno e osservando lo stile “fai da te” etnico-artistico esclama “Lei è come mia moglie! mi sembra di vedere casa mia!”, scambiamo due parole e mi spiega che sua moglie è appassionata di bricolage, artigianato e riciclo, praticamente il mio hobby, discorriamo un po’ di lampadari creati con bicchieri di plastica e forchette, e poi ci salutiamo. Il signore racconta l’incontro alla moglie che mi trova su Fb, credendo che ci accomunasse solo la passione artistica, ci proponiamo di incontrarci per discorrere delle nostre tecniche, ma quando ella apprende dei corsi serali di risveglio, che tengo una volta alla settimana, mi dichiara sorpresa che attendeva da tanto di poter partecipare a qualcosa del genere. Tutt’ora è una mia sorella di percorso.

Specifichiamo:

Non basta considerare che guarda caso il marito di R. è venuto a casa mia, ha visto, ha riferito ed ella è arrivata a me. La concatenazione degli eventi è iniziata già dal mio dubbio che il vecchio congelatore potesse danneggiarsi sul terrazzo. Per essere più precisi è cominciata quando io ho saputo che il motore di un congelatore esposto alle intemperie può soccombere, perché se proprio vogliamo dirla tutta ho diverse amiche che lo tengono sul terrazzo e non è mai accaduto nulla.

Qui i pensieri compiuti sono stati diversi,

1)il mio dubbio

2)la mia totale accettazione per la dismissione del vecchio congelatore

3)l’intenzione dell’operaio di far cosa gradita alla moglie mettendola al corrente dell’incontro

3) il desiderio di R. di poter iniziare un percorso evolutivo.

Le frequenze di questi intenti si sono incontrate ed hanno materializzato nella realtà l’evento finale.

Se io non avessi avuto quel dubbio forse il mio congelatore non si sarebbe rotto, perché sono i nostri pensieri che creano la realtà, non dimentichiamolo.

Se l’azienda, invece del marito di R. mi avesse mandato un altro operaio, R. non avrebbe saputo di avere una possibilità che in qualche modo doveva arrivarle perché lo aveva pensato più volte.

Infine, anche l’operaio doveva avere dentro di se il desiderio sopito di compiacere alla moglie in qualche modo.

Ecco dove sta la perfezione dell’Universo, se al danneggiamento del congelatore io mi fossi dispiaciuta, non avrei potuto cogliere questa sincronicità, non avrei visto gli anelli della catena che si congiungono per materializzare ciò che deve accadere. Le cose sarebbero accadute ugualmente ma io non avrei capito nulla. Se siamo negativi sarà una situazione negativa che ci arriverà, se ci manteniamo positivi, anche nelle tristi circostanze, alla fine ci arriveranno fatti positivi. Io ho perso un congelatore ma ci ho guadagnato qualcosa di molto più importante, una nuova Dea, un’altra anima che sta ritrovando il proprio Se superiore, e questo non ha prezzo.

E’ ovvio che non è necessario rimetterci sempre qualcosa per arrivare ad avere il meglio, quando impareremo ad accettare gli accadimenti come perfetti penseremo sempre positivamente, e per la legge dello specchio saranno solo positività a venirci incontro.

SVEGLIAMO IL MAGO! IMPARIAMO LA MAGIA!

Osservate un albero, un fiore, qualsiasi elemento della natura, loro non giudicano, loro accettano, loro, non potendo pensare, non possono considerare “ingiusto” un accadimento, esistono e basta, e la loro vita si esprime nel silenzio, nella pace, nell’armonia.

Potete fidarvi, tutto ciò che accade nell’Universo è perfetto, quando comincerete a crederlo lo vedrete.

lunedì 5 dicembre 2016

L'ATTACCO AL CERVELLO



 Che fare quando bisogna inventare qualcosa è la testa non funziona? Vi potrebbe aiutare il programma “L’attacco al cervello”.
Si tratta di una stimolazione del cervello tramite una vasta banda delle frequenze: dai ritmi theta a quelli gamma. L’obiettivo del programma è quello di introdurre l’ascoltatore allo stato tale da poter iniziare a pensare fuori dagli stereotipi. Mentre ascoltate il programma, dovete concentrarvi non sui suoi suoni bensì sul vostro obiettivo.
State lavorando su un progetto, state inventando un reattore per una astronave o cercate di trovare i soldi per comprare una macchina? Non ha importanza, “l’attacco al cervello” vi aiuterà a trovare una soluzione.


Ascoltate questo programma solo con le cuffie stereo.

ATTENZIONE! Controllate che la cuffia sinistra sia sull’orecchio sinistro e la cuffia destra sia sulla cuffia destra. Per questo programma è molto importante!

Dopo il primo ascolto fate un intervallo e continuate a pensare al vostro obiettivo. Se non riuscite a trovare una soluzione, dopo mezz’ora potete rifare l’ascolto. Alla fine, avrete il vostro risultato.

Quando ascoltare: al mattino o nel corso della giornata. Non ascoltate il programma di notte, potreste avere delle difficoltà nell’addormentarvi.

Non si consiglia l’ascolto di questo programma ai malati di epilessia, ai portatori di pacemaker, alle donne in stato di gravidanza e ai ragazzi minori di 16 anni.

https://www.youtube.com/watch?v=xov3ZU3OglE
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TROVARE LO SPIRITO DEL DENARO



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Non fatevi MAI ingannare dai pensieri comuni che circolano riguardo il denaro. Pensate con la vostra testa.
Complimenti a chi ha eseguito il montaggio di questo video-promo, in quanto in quattro minuti fa una sintesi particolarmente chiara di quanto affermo nell'intero seminario (tanto che quasi quasi non ci sarebbe più nemmeno bisogno di acquistare il seminario!):

domenica 4 dicembre 2016

LA NASCITA DELL'ECCELLENZA: FEDE.

L'uomo è ciò in cui crede.
In uno stupendo libro, Anatomy of an Illness, Norman Cousins riferisce un episodio quanto mai istruttivo che ha avuto come protagonista Pablo Casals, uno dei maggiori musicisti del XX secolo. È una storia di fede e di rinnovamento da cui tutti abbiamo da imparare.
Cousins racconta il suo incontro con Casals poco prima del novantesimo compleanno del grande violoncellista, ed esordisce dicendo che riusciva un tantino penoso assistere al modo con cui il vecchio musicista cominciava la giornata. La sua fragilità e l'artrite di cui soffriva erano talmente debilitanti, che non ce la faceva a vestirsi da solo; l'enfisema da cui era affetto era reso manifesto dal respiro faticoso. Camminava strascicando i piedi, curvo, a capo chino. Aveva, le mani gonfie, le dita contratte. Insomma, aveva l'aria di un uomo vecchissimo e stanchissimo.
Ancor prima di far colazione, si era messo al pianoforte, uno degli strumenti che suonava alla perfezione. Con grande difficoltà si era sistemato sullo sgabello, e sembrava che posare sulla tastiera le dita contratte, gonfie, gli costasse un terribile sforzo.
E poi, era successo qualcosa di miracoloso." Sotto gli occhi di Cousins, all'improvviso Casals si era trasformato. Era entrato in uno stato d'animo produttivo, e nel farlo la sua fisiologia era mutata al punto che aveva cominciato a muoversi e a suonare, producendo, sia nel proprio corpo che con il pianoforte, risultati che sarebbero stati possibili solo per un sano, forte, agile pianista. Per dirla con Cousins, "le sue dita lentamente si sono snodate, protendendosi verso i tasti come le gemme di una pianta verso la luce del sole. Casals ha drizzato la schiena, mi è parso respirare meglio". L'idea stessa di suonare il pianoforte aveva completamente trasformato il suo stato d'animo e quindi le sue capacità fisiche. Casals ha cominciato con il Clavicembalo ben temperato, eseguendolo con grande sensibilità e dominio del mezzo, quindi si è buttato in un concerto di Brahms, e sembrava che le sue dita volassero sulla tastiera. "Il suo intero organismo pareva tutt'uno con la musica" scrive Cousins. "Il suo corpo non era più rigido e contratto, ma elastico e aggraziato, completamente libero dalle pastoie dell'artrite." Quando si è alzato dal pianoforte, lo si sarebbe detto un individuo completamente diverso da quello che aveva preso posto sullo sgabello. Stava diritto, pareva più alto, camminava senza strascicare i piedi. Subito si è messo a tavola, ha mangiato di ottimo appetito e quindi se ne è andato a fare una passeggiata lungo la spiaggia.
Di solito pensiamo alla fede in termini dottrinari, ed effettivamente molte credenze sono di questo tipo, ma nell'accezione fondamentale del termine per fede si intende un qualsiasi

principio guida, una massima, una convinzione o passione capace di conferire significato e direzione all'esistenza. Noi abbiamo accesso a innumerevoli stimoli, e le credenze sono princìpipreordinati, organizzati, attraverso i quali passano le nostre percezioni del mondo. Le credenze sono paragonabili a comandanti del cervello. Quando siamo profondamente convinti che qualcosa sia vero, è come se impartissimo al nostro cervello un ordine circa il modo con cui rappresentare quel che accade. Casals credeva nella musica e nell'arte, ed era questo che aveva conferito bellezza, ordine e nobiltà alla sua esistenza, e ancora poteva compiere per lui quotidiani miracoli. Proprio perché credeva in un potere trascendente della sua arte, veniva a esserne straordinariamente potenziato; le sue credenze giorno per giorno lo trasformavano, da vecchio stanco diventava un genio pieno di vigore.

John Stuart Mill ha scritto che "un uomo con una fede è uguale a un gruppo di novantanove persone che abbiano solo interessi". Ed è appunto per questo che le credenze spalancano l'uscio dell'eccellenza. La fede impartisce un ordine diretto al nostro sistema nervoso. Quando si crede che qualcosa sia vero, si entra letteralmente nello stato d'animo per cui esso è vero. Gestite con efficacia, le credenze possono diventare le forze più possenti per assicurare il benessere esistenziale. D'altro canto, le credenze che limitano le azioni e i pensieri possono essere distruttive nella stessa misura in cui le credenze produttive possono essere potenzianti. Durante tutta la storia, le religioni hanno impartito forza a milioni di individui, permettendo loro di fare cose che ritenevano impossibili. Le credenze ci aiutano ad attingere alle più ricche risorse dentro di noi, creandole e indirizzandole a sostegno del raggiungimento degli obiettivi desiderati.

Le credenze sono le bussole e le mappe che ci guidano verso le nostre mete e ci danno la certezza che le raggiungeremo. Senza poter attingere a esse, gli individui possono trovarsi in stato di totale impotenza, simili a un battello a motore che sia privo del motore o del timone. Chi disponga della guida di forti credenze avrà il potere di intraprendere azioni e di creare il mondo in cui desidera vivere. Le credenze aiutano a scoprire quel che si vuole e conferiscono l'energia necessaria per ottenerlo.

In effetti, non c'è nel comportamento umano forza ordinatrice più possente della fede. La storia umana è sostanzialmente la storia delle umane credenze. Gli uomini che hanno cambiato la storia, si tratti di Cristo o di Maometto, di Copernico o di Colombo, di Edison o di Einstein, sono quelli che hanno cambiato le nostre credenze. Per mutare i nostri comportamenti, dobbiamo cominciare dalle nostre credenze. Se vogliamo ricalcare l'eccel- lenza, dobbiamo imparare a imitare le credenze di coloro che all'eccellenza pervengono.
Più impariamo in merito al comportamento umano, più ne sappiamo circa lo straordinario potere che le credenze esercitano sulle nostre vite. Da molti punti di vista, si tratta di un potere che costituisce una sfida ai modelli logici della maggior parte di noi. Ma è evidente che persino a livello fisiologico le credenze (vale a dire rappresentazioni interne coerenti) controllano la realtà. Non molto tempo fa, è stata compiuta un'approfondita indagine sulla schizofrenia; uno dei casi descritti riguardava una donna dalla personalità divisa. Di regola, i suoi livelli glicemici erano perfettamente normali, ma quando si metteva in testa di essere malata di diabete la sua intera fisiologia cambiava, diventava quella di una diabetica. La sua credenza era divenuta la sua realtà. Sono state compiute, secondo gli stessi principi, numerose indagini su persone in stato di ipnosi, per esempio toccandone una con un ghiacciolo descrittole come un pezzo di metallo incandescente, e invariabilmente nel punto di contatto si formava una flittena. A contare non era la realtà bensì la credenza, vale a dire la comunicazione diretta, acritica, al sistema nervoso. Il cervello semplicemente fa ciò che gli vien detto di fare.

Moltissimi sanno che cos'è l'effetto placebo. Se si dice a una persona che un farmaco produrrà un certo effetto, molte volte costui avrà lo stesso effetto anche quando gli venga somministrata una pillola priva di proprietà attive ma simile al medicamento vero. Norman Cousins, che ha appreso per esperienza diretta il potere che la fede ha nell'eiiminare ie proprie malattie, conclude che "non sempre i farmaci sono necessari, ma lo è invariabilmente la fede nella guarigione". Un'indagine degna di nota sull'effetto placebo è stata condotta su un

gruppo di pazienti ulcerosi che sono stati divisi in due gruppi: ai componenti il primo è stato detto che sarebbe stato loro somministrato un nuovo farmaco che certamente avrebbe dato loro sollievo; a quelli del secondo gruppo è stato detto che a loro sarebbe toccato un prodotto sperimentale, i cui effetti erano quasi completamente ignoti. Il 70% degli appartenenti al primo gruppo ha provato un notevole sollievo, mentre lo stesso risultato si è verificato solo nel 25 % dei componenti il secondo gruppo. In entrambi i casi, ai pazienti è stato somministrato un prodotto assolutamente privo di proprietà medicamentose. L'unica differenza consisteva nel sistema di credenze adottato. Ancora più rilevanti sono le numerose indagini su persone alle quali siano stati somministrati prodotti che notoriamente hanno effetti dannosi e che non li hanno subiti quando è stato loro detto che ne avrebbero ottenuti di benefici.

Indagini condotte dal dottor Andrew Weil hanno dimostrato che le esperienze di chi fa uso di droghe corrispondono quasi esattamente alle loro aspettative, il dottor Weil ha costatato che poteva riuscire a calmare una persona a cui era stata somministrata una dose di anfetamine e a provocare invece uno stato di eccitazione in individui cui fossero stati somministrati barbiturici. E la sua conclusione è che "la 'magia' delle droghe risiede nella mente di chi ne fa uso, non già nelle droghe stesse".

In tutti questi casi, la costante che ha massimamente condizionato i risultati consisteva nei continui, coerenti messaggi trasmessi al cervello e al sistema nervoso. E, per quanto possente esso sia, il procedimento non implica nessuna astrusa magia. La fede è null'altro che uno stato d'animo, una rappresentazione interna che governa il comportamento. Può trattarsi di una forte credenza nella possibilità, la convinzione cioè che riusciremo a ottenere una cosa o a realizzarne un'altra; ma può essere anche una convinzione disarmante, la persuasione che non possiamo riuscire, che le nostre limitazioni sono evidenti, insormontabili, schiaccianti. Se credete nel successo, quei messaggi vi permetteranno di ottenerlo. Non va dimenticato che siete sempre nel vero, sia che vi diciate che potete fare qualcosa, sia che vi diciate che non potete farla. Entrambi i tipi di credenza sono dotati di grande potere. La domanda da porsi è: qual è il tipo di convinzione che è meglio avere, e come si fa a svilupparlo?

L'origine dell'eccellenza sta nella consapevolezza che le nostre credenze sono una scelta. Di solito non la pensiamo così, eppure la credenza può essere una scelta conscia. Si può optare tra credenze limitanti e credenze sostentatrici. Il trucco consiste nello scegliere quelle che portano al successo e ai risultati che si desiderano, e nell'eliminare quelle che impastoiano.

Il massimo e frequente equivoco nei confronti della fede è che questa sia un concetto statico, intellettuale, scisso dall'azione e dai risultati. Ma nulla potrebbe essere più lontano dal vero. La fede è la strada per addivenire all'eccellenza proprio perché in essa non c'è nulla di statico, nulla di separato dall'azione.


Come Ottenere il Meglio da Sé e dagli Altri
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L'ABBONDANZA ARRIVA A CHI CE L'HA GIA'

Il chi credete di essere è anche intimamente connesso con il come credete che vi trattino gli altri.
Molte persone si lamentano di non essere trattate bene dagli altri. Dicono di non ricevere abbastanza rispetto, attenzione, riconoscimento o considerazione, dicono anche di essere date per scontate. E quando la gente è gentile con loro, allora pensano a un secondo fine, di venire manipolate, o che ci si voglia prendere un vantaggio su di loro. Che nessuno le ami.

Pensano di essere un “povero piccolo me” bisognoso, dalle necessità insoddisfatte. Questa confusione di base su chi sono, crea una disfunzione in ogni loro relazione. Credono di non avere niente da dare e che il mondo o gli altri stiano negando loro ciò di cui hanno bisogno. Tutta la loro realtà è basata su un senso illusorio di chi sono. Questo boicotta le situazioni e vizia le loro relazioni.

Se l’idea di perdere, sia che si tratti di soldi, di riconoscimento o d’amore, è diventata parte di chi credete di essere, allora sperimenterete sempre un senso di perdita. Invece di riconoscere tutto il buono che c’è già nella vostra vita, tutto ciò che vedete è perdita.

Il riconoscimento di tutto il buono che c’è nella vostra vita è l’inizio di ogni abbondanza.

Il fatto è che qualunque cosa voi pensiate che il mondo vi stia negando voi la state negando al mondo. Ve la state negando perché profondamente dentro di voi pensate che siete piccoli e che non avete niente da dare.

Provate questo per qualche settimana e vedrete come cambierà la vostra realtà: qualunque cosa state pensando che gli altri vi neghino – lodi, apprezzamenti, assistenza, cure affettuose-, datela voi a loro. Non ne avete? Fate come se ne aveste e ne verranno. E non appena avrete cominciato a dare, comincerete a ricevere.

Non potete ricevere ciò che non date. Il flusso verso l’esterno determina il flusso verso l’interno. Qualunque cosa pensiate che il mondo vi neghi, l’avete già, ma fino a che non ne permetterete il fluire verso l’esterno, non saprete neppure quello che avete. Gesù ha espresso in questa potente immagine la legge che il fluire verso l’esterno determina un ritorno del flusso: “Date e vi sarà dato: ne riceverete in misura buona, pigiata, scossa e traboccante, perché con la stessa misura con cui misurate, sarà misurato anche a voi”. (Luca 6,38)

La fonte di ogni abbondanza non è fuori di voi. È parte di chi siete. In ogni modo cominciate vedendo e riconoscendo l’abbondanza al di fuori. Vedete l’abbondanza della vita tutto intorno a voi. Il calore del sole sulla vostra pelle, lo spettacolo della magnificenza dei fiori in mostra davanti a un fioraio, mordete un frutto succulento, o lasciatevi inzuppare dall’abbondanza dell’acqua che cade dal cielo.

La pienezza della vita è li ad ogni passo. Il riconoscimento di quell’abbondanza che è intorno a voi risveglia l’abbondanza interiore dormiente. E poi lasciatela fluire fuori. Quando sorridete a una persona che non conoscete, per un istante l’energia fluisce verso l’esterno. Diventate qualcuno che dà. Domandatevi spesso cosa potete dare in quel momento, come potete essere al servizio di quella persona, di quella situazione. Non avete bisogno di possedere nulla per sentire l’abbondanza, ma se la sentite vi arriverà certamente una grande abbondanza.

L’abbondanza arriva solo a coloro che già ce l’hanno. Sembra quasi ingiusto, ma naturalmente non lo è. È una legge universale. Sia l’abbondanza sia la scarsezza sono stati interiori che si manifestano come la vostra realtà. Gesù lo ha espresso in questo modo: “Poiché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che ha”. (Marco 4,25)
(Eckhart Tolle)









Avanced Mind Institute




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sabato 3 dicembre 2016

LA RESILIENZA

La via per una completa integrità umana passa attraverso la resilienza. Superare le difficoltà non è soltanto una necessità dettata dagli eventi o dalla sfide che la vita ci propone, ma un percorso obbligato per chiunque voglia sentirsi “completo” sotto l’aspetto caratteriale.

Molti amici psicologi mi raccontano di come la maggior parte dei profili borderline provengono da storie infantili e adolescenziali durante le quali i soggetti hanno ricevuto “troppo” e magari sono stati serviti su un vassoio d’oro.

Il bozzolo della falena è stato aperto in maniera artificiale da chi pensava di fare del bene e invece ha fatto del male (* per capirci guarda la scena tratta dalla serie tv Lost ).

Una metafora ideale quella che Locke racconta al ragazzo, distrutto dalla sua dipendenza non vede l’ora di mettere le mani sulla droga. Possiamo imparare qualcosa ? Certo che si!

Locke : “in natura si lotta per diventare forti”.

Per dominare le proprie abitudini difettose e le proprie dipendenze il primo passo è resistere, ignorare la tentazione di prendere un coltello ed allargare il bozzolo, sia quando decidiamo per gli altri (collaboratori, figli, amici) sia quando sono gli altri a proporsi come nostri “salvatori”, o meglio ancora, quando siamo noi a decidere per noi stessi.

Credo che la massima “Per aiutare qualcuno evita di aiutarlo” renda bene l’idea. Una scena simile l’abbiamo vista nel film “Ray” di Taylor Hackford , quando la madre del bambino lo aiuta ad uscire dal “bozzolo” semplicemente resistendo all’istinto di soccorrerlo (puoi vedere la scena qui : http://www.ilcinemainsegna.it/video/il-valore-dellattesa/)

Come decliniamo questa scena nella vita aziendale ?

Nei mille bozzoli di falene tagliati ogni giorno dai tanti manager che non aspettano, vuoi per cultura, per incapacità o per mancanza di disciplina.

La cultura del solo profitto vede manager e falene come numeri , dunque l’integrità dell’uno e dell’altro poco importa.

L’incapacità può essere affrontata con un adeguato programma di formazione alla delega, mentre la disciplina è questione di “shenpa” .

Nel buddismo tibetano l’atteggiamento “shenpa” è quello di colui che non si attacca al problema, lo ignora, fino a quando si risolve da solo. Mi rendo conto che per noi occidentali suona “molto” strano, ma è un po’ come quando un morso di zanzara si risveglia e l’unico modo per evitare che il prurito si infiammi è smettere di grattarsi , “resistere”.

Pensiamo a tutte le dipendenze.

L’unico modo per smettere è smettere. Ignorare lo stimolo.
Quando un collaboratore sta imparando una nuova abilità, solitamente l’istinto del manager è quello di tagliare il bozzolo e favorire la nascita della falena . Vorrebbe intervenire, mostrargli come è semplice, aiutarlo oppure fare in autonomia (che faccio prima) . Fare “shenpa” vuol dire fermarsi dinnanzi a tale istinto e aspettare che passi. Solo in questo modo il collaboratore nascerà dal bozzolo, più forte e preparato di prima.

Solo così ci saranno sempre minori episodi in cui il manager sarà costretto ad intervenire, con innumerevoli vantaggi sulla sua efficacia e sulla gestione del team. Questa è il modo di responsabilizzare le persone , lasciando a loro la scelta di sbagliare o lottare.

Locke : “è la seconda volta che chiedi indietro la droga. Chiedila ancora e sarà tua”

“In natura si lotta per diventare forti” , vale trasversalmente per tutti. Per i figli, ma anche per i genitori che devono resistere alle tentazioni affettive. Per i collaboratori, ma anche per i manager che devono rinunciare al controllo, e per tutti noi, ognuno con le proprie dipendenze.

La scena sulla  Resilienza








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SCENA SUL CORAGGIO

Arlo è il figlio più piccolo e maldestro di una famiglia di dinosauri molto evoluti e, come caratteristica peculiare, HA PAURA. Paura delle galline, paura degli insetti, paura del buio e soprattutto ha paura di tutto ciò che non conosce e di cui non si sente all’altezza.

Poi, una notte, succede qualcosa – ” a volte devi superare le tue paure per riuscire a vedere la bellezza che ti circonda” – gli sussurra suo padre e uno spettacolo meraviglioso si apre ai loro occhi.

Tante, troppe volte, siamo letteralmente terrorizzati dall’idea di uscire dalla nostra zona di confort. Non osiamo cercare una nuova occupazione anche quando il lavoro che svolgiamo non ci gratifica, non chiudiamo relazioni che ci fanno soffrire perché pensiamo di non meritare di meglio, non sperimentiamo nulla di diverso semplicemente “perché abbiamo sempre fatto così”. Il noto e il conosciuto, anche quando è grigio, ci rassicura e ci permette di tenere sotto controllo la paura.

Eppure chissà quante volte proprio l’insetto che ci spaventa di più potrebbe diventare una lucciola, così come il nostro piccolo dinosauro ci insegna. Attraversando ed esplorando le paure si conoscono i propri limiti, si mobilitano risorse inaspettate, affiorano le nostre vere potenzialità e soprattutto si raggiungono obiettivi e traguardi mai nemmeno immaginati.

Ambrose Redmoon recita che “il coraggio non è l’assenza di paura ma piuttosto il giudizio che c’è qualcos’altro di più importante della paura” …ecco io penso che sia davvero importante tutto quello che possiamo diventare, tutti gli scenari e gli spettacoli di cui possiamo godere e tutte le emozioni di cui possiamo arricchirci.

Pensando a te, in questo momento della tua vita, forse ti spaventa qualcosa, e se fosse come la lucciola per Arlo? Ignoto, insidioso, ma incredibilmente bello una volta accettata la sfida ?

Buon viaggio signori!

venerdì 2 dicembre 2016

PREGHIERA DELLA PROSPERITÀ

(Da pronunciare comunque vada, ogni giorno, con forte determinazione, attivando sentimenti interiori di gioia, gratitudine anticipata e fede!!Un abbraccio grande vi auguro ogni bene!!)












Io sono la fonte di tutto il mio benessere, io sono ricco e ho idee creative in abbondanza.

La mia mente prospera con pensieri sempre nuovi e originali, ciò che offro è unico e il mondo lo desidera, io lo riconosco e adempio.

La grandezza della mia mente è senza ostacoli e limiti.

Niente può arrestare la mia capacità creativa.
Il traboccante potere dell'energia vitale di Dio sorpassa ogni ostacolo e riversa nel mondo benedizioni, prosperità per tutti, e ogni altra gioia attraverso di me.
Io irradio benedizioni, irradio creatività,
io irradio prosperità,
io irradio il servizio dell'Amore,
io irradio gioia, bellezza, pace, saggezza e potere.

L'umanità mi cerca e mi ricompensa per questo.
Io sono amato dal mondo, sono voluto ovunque vado; sono apprezzato.

Cosa ho da offrire è enormemente desiderato, perché cosa ho da offrire porta un grande compenso.

Attraverso la mia visione, il mondo è benedetto.

Attraverso il mio pensiero lucido e i miei propositi risoluti, nuove esperienze di meraviglia prendono espressione nella mia vita.

La mia visione è come quella degli uomini immortali.
La mia fede è granitica,
il mio potere di realizzazione è sempre con me.

Perché io sono la suprema fonte divina di benessere, potere e produttività.

Qui e ora, dichiaro la mia libertà finanziaria. Qui, Ora e Per Sempre.
_________________

Grazie a chi l'ha scritta, e grazie anche a te operatore di bene, luce ed aiuto !

Abbraccio di Luce! Gianni Amejo FB





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giovedì 1 dicembre 2016

LA VITA DOPO UN TRAUMA

La crescita dopo un trauma può assumere forme diverse, inclusi una maggiore riconoscenza verso la vita, l’individuazione di nuove possibilità per la propria esistenza, relazioni interpersonali più gratificanti, una vita spirituale più ricca e una connessione con qualcosa di più grande, un senso di forza interiore. Una battaglia contro il cancro, ad esempio, può tradursi in una rinnovata gratitudine verso la famiglia, mentre un’esperienza che ha portato una persona vicina alla morte può rivelarsi uno stimolo per entrare in connessione con un aspetto della vita più spirituale. Gli psicologi hanno scoperto che le esperienze traumatiche generalmente portano a maggiori empatia ed altruismo, rappresentando una motivazione in più per agire nell’interesse degli altri.

Com’è possibile che dopo la sofferenza possiamo non solo ritornare al nostro stato precedente, ma anche migliorare profondamente le nostre vite? E perché alcune persone restano schiacciate da un trauma, mentre altre rifioriscono? Tedeschi e Calhoun spiegano che la crescita post- traumatica, in qualunque forma si presenti, può essere “un’esperienza di miglioramento che per alcune persone si rivela molto profonda”.

I due ricercatori dell’Università del North Carolina hanno creato il modello più diffuso finora per descrivere il processo di crescita post-traumatica. Secondo tale modello, le persone sviluppano naturalmente e si affidano ad una serie di credenze e supposizioni che si sono formate sul mondo. Per far sì che dopo il trauma ci sia una crescita, l’evento traumatico deve necessariamente sfidare tali convizioni. Secondo Tedeschi e Calhoun il modo in cui il trauma distrugge la nostra visione del mondo, le nostre opinioni e la nostra identità, equivale ad un terremoto, le fondamenta dei nostri pensieri e delle nostre convizioni vanno in mille pezzi a causa della forza dell’impatto traumatico subito. Siamo scossi, quasi letteralmente, dalla nostra percezione ordinaria delle cose e ci tocca ricostruire noi stessi e il nostro mondo. Più vacilliamo, più lasciamo andare le nostre precedenti identità e convinzioni e ripartiamo da zero.

“Un evento psicologicamente “sismico” può far vacillare, minare o ridurre in macerie molte delle strutture schematiche che hanno guidato la nostra comprensione delle cose, le nostre decisioni e il senso che diamo al mondo”, scrivono.
La ricostruzione fisica di una città che avviene dopo un terremoto può essere paragonata all’elaborazione cognitiva ed alla riorganizzazione che un soggetto vive subito dopo un trauma. Una volta che le strutture di base dell’io sono state sconvolte, siamo pronti per inseguire nuove (e forse più produttive) opportunità.

Il processo di ricostruzione funziona un po’ così: dopo un evento traumatico, come una malattia grave o la perdita di una persona cara, i soggetti elaborano l’accaduto intensamente, pensano continuamente a quello che è successo e generalmente hanno reazioni emotive molto forti.

È importante notare che la tristezza, il dolore, la rabbia, l’ansia sono reazioni molto comuni al trauma e la crescita si presenta insieme a tali emozioni contrastanti, non al loro posto. Il processo di crescita può essere considerato come un modo per adattarsi a circostanze particolarmente avverse e per comprendere sia il trauma che i suoi effetti psicologicamente negativi.

La ricostruzione può essere un procedimento incredibilmente impegnativo. Il lavoro di crescita richiede un distacco, un allontanamento dagli obiettivi più radicati, dalla propria identità, dalle proprie supposizioni mentre si costruiscono nuovi obiettivi, nuovi schemi e significati. Può essere un percorso arduo, atroce ed estenuante. Ma può aprire la porta ad una nuova vita. Una persona sopravvissuta ad un trauma inizia a riconoscere i propri progressi e rivede la propria definizione di sé per adattarsi alla forza e alla saggezza che ha scoperto di possedere. È una persona che può ricostruire se stessa in un modo più autentico, più fedele al suo io profondo e al suo percorso di vita unico.

Crescita creativa.

Una perdità può tradursi in una crescita creativa. Ovviamente è importante notare ch il trauma non è necessario né sufficiente alla creatività. Le esperienze traumatiche sono sempre tragiche e psicologicamente devastanti, a prescindere dal tipo di crescita creativa che ne consegue. Queste esperienze possono condurre ad una perdita a lungo termine, ma portare anche ad una conquista. Infatti spesso la perdita e il guadagno, la sofferenza e la crescita, coesistono.

Dato che le avversità ci costringono a riesaminare le nostre convinzioni e priorità, possono aiutarci ad evadere dal nostro abituale modus pensandi incoraggiando la creatività, come spiega Marie Forgeard una psicologa del McLean Hospital e della facoltà di Medicina di Harvard, che ha condotto una lunga ricerca sulla crescita post-traumatica e sulla creatività.
“Siamo obbligati a riconsiderare le cose che abbiamo sempre dato per scontate, siamo costretti a pensare a cose nuove. Gli eventi negativi possono essere così forti da obbligarci a formulare domande a cui altrimenti non saremmo mai arrivati”, spiega Forgeard.

La creatività può diventare anche una sorta di strategia per gestire l’esperienza difficile. Alcune persone potrebbero scoprire che l’esperienza traumatica le costringe a mettere in discussione le loro idee sul mondo e quindi a pensare in modo più creativo. Altri potrebbero scoprire di avere una nuova (o rinnovata) motivazione ad impegnarsi in attività creative. Altri ancora, che hanno già un forte interesse di base per il lavoro creativo, potrebbero trovare nella creatività il modo migliore per ricostruire la propria vita.

Questo articolo è stato pubblicato su HuffPostUsa ed è stato tradotto da Milena Sanfilippo


http://www.huffingtonpost.it/2016/01/03/benefici-situazioni-negative_n_8907032.html?ncid=fcbklnkithpmg00000001

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