Per questo i poveri rimangono poveri ...

Per questo i poveri rimangono poveri e i ricchi si arricchiscono sempre di più: tutti costoro guardano l’immagine del mondo e ognuno, a modo proprio, constata l’aspetto della realtà che lo circonda. Questa realtà risucchia come un terreno paludoso. Una vecchietta che sta in fila per ritirare la pensione; una donna stanca, con le borse pesanti in mano, che rincasa nell’autobus pieno di gente; un malato che gira per i reparti ospedalieri… Con tutti i loro pensieri, tutti loro rimangono in questa buia realtà. E intanto qualcun altro si gode la vita: mare, yacht, viaggi, alberghi di lusso, ristoranti cari… tutto quello che si è sempre sognato. In ognuno di questi casi, indipendentemente dal carattere della situazione, ci si trova di fronte a una constatazione del fatto: «Così viviamo», anzi, più precisamente, viviamo così come pensiamo la nostra esistenza. Lo specchio conferma e rafforza sempre di più il contenuto dell’immagine dei pensieri.
Il fatto è che tutti noi, inconsapevolmente, giriamo attorno a un circolo vizioso: osserviamo la realtà – esprimiamo il nostro rapporto rispetto ad essa – e lo specchio fissa il contenuto di questo rapporto nella realtà. Per trasformare la realtà bisogna uscire da questo circolo. Guardate la realtà che vi sta intorno e credete che sia impossibile cambiarla. È effettivamente così. Con la vostra intenzione interna cercate di influire sul riflesso, ma non siete in grado di esercitare un’influenza di un certo valore. Da questa parte della specchio le possibilità sono troppo limitate. D’altra parte, siete in grado di prendere sotto il vostro controllo il vostro rapporto nei confronti della realtà, e così facendo permettete che a occuparsi della situazione sia l’intenzione esterna. Per questa forza non esiste nulla di irrealizzabile. Dall’altra parte dello specchio esistono delle varianti di sviluppo degli eventi che la ragione umana non è nemmeno in grado di sospettare. Ebbene, per innescare il meccanismo dell’intenzione esterna occorre realizzare il quinto principio speculare: occorre trasferire l’attenzione dal riflesso all’immagine. In altre parole, bisogna prendere il controllo dei pensieri, pensare non a quello che non si vuole e che si vuole evitare, ma a quello che si desidera e si ambisce raggiungere
Al posto di esprimere, al solito, insoddisfazione per quanto visto nello specchio, decido di dargli la schiena e cominciare a formarmi nei pensieri quell’immagine che vorrei vedere. Questa è l’uscita dal labirinto speculare. Il mondo si è fermato, dopodiché mi si è mosso incontro. Ed ecco che io già non corro, ma sto fermo sul posto, e ora è la realtà stessa a venirmi incontro ed è già un nuovo vento quello che mi soffia sul viso: è il vento dell’intenzione esterna.
Bisogna cambiare il rapporto e trasformarlo da negativo a positivo. Occorre fare un bell’inventario dei pensieri e togliere da lì tutte le negazioni: non soddisfazione, non desiderio, non accettazione, non approvazione, odio, mancanza di fiducia nel successo. Bisogna prendere tutta questa immondizia, metterla in un sacchetto e gettarla nella spazzatura. I vostri pensieri dovranno essere orientati solo su quello che volete e che vi piace fare. Soltanto allora lo specchio renderà un riflesso solo positivo.
Con la mia intenzione scelgo i colori per la mia realtà; indipendentemente dalle circostanze, mi posiziono su alte note e faccio tutto ciò consapevolmente, non reagisco più primitivamente ai fattori irritanti. Occorre farsi quest’abitudine. Per creare l’umore giusto può venire in aiuto la diapositiva, un’immagine musicale, visiva, a vostra scelta. Idealmente dovrebbe essere una diapositiva che contiene l’immagine del vostro fine portato a compimento e di voi pienamente soddisfatti del risultato.
VZ



 

 

 

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