Un pigro non sarà mai un mago
Un pigro non sarà mai un mago. La magia è un esercizio di tutte le ore e di tutti gli istanti. Bisogna che l'operatore della grande opera sia assoluto padrone di se stesso, che sappia vincere l'allettamento del piacere, la fame ed il sonno, che sia insensibile al successo come all'insulto. La sua vita deve essere volontà diretta da un pensiero e servita dalla natura intera che egli avrà assoggettato allo spirito nei suoi organi stessi, e per simpatia in tutte le forze universali che loro corrispondono.
Tutte le facoltà e tutti i sensi devono partecipare all'opera, e nulla, nel sacerdote di Ermete, può rimanere inoperoso; si deve formulare l'intelligenza per mezzo di segni e riassumerla per caratteri o pentacoli; si deve manifestare la volontà con parole e affermare le parole con atti ; si deve tradurre l'idea magica in luce per gli occhi, in armonia per le orecchie, in profumo per l'odorato, in sapore per il gusto, in forma per il tatto; in una parola l'operatore deve nella sua vita intera realizzare quello che fuori di sè vuole realizzare nel mondo; deve trasformarsi in calamita per attirare la cosa desiderata; quando sarà assai magnetizzato, sappia che quello che desidera avverrà senza che egli neppure se lo immagini.
(Eliphas Levi - Il rituale dell'alta magia)
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