domenica 31 luglio 2016

LE DIFFERENZE


 La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

mercoledì 27 luglio 2016

martedì 26 luglio 2016

I PESI

Di energia, in realtà, ne avete in abbodanza: essa, infatti, proviene dal cosmo e ne potete prendere a volontà. Il problema è che avete già preso quello che potevate prendere. L’energia non è sparita da nessuna parte, essa è solo stata quasi completamente impiegata per qualcosa. Tutta la potenza titanica dell’energia è stata spesa per sorreggere due tipi fondamentali di peso, vediamo quali. Innanzitutto per so- stenere gli obblighi e le limitazioni di cui vi siete fatti carico.

Immaginate questa scena: vi siete assunti l’obbligo di fare qualcosa. E al collo vi siete messi un bel peso massiccio. Poi vi siete dettati delle condizioni, e ve ne siete appesi al collo un altro. Poi avete promesso a voi stessi o a qualcun altro di realizzare qualcosa: ecco che vi siete aggiunti l’ennesimo peso. Quanti pesi di questo tipo vi ciondolano al collo? Finché non sono tanti, si può vivere. Ma arriva il momento in cui il peso totale accumulato diventa insostenibile e allora qualcosa scop- pia: messo alle strette, l’uomo si ammala, va in depressione o gli succede una disgrazia. E allora comincia a guardare al mondo con tensione, sfiduciato e timoroso. E la realtà, riflesso dei suoi pensieri, finisce veramente per acquisire sfumature cupe fino a diventare una fascia scura che non si sa quanto possa durare.

Il secondo tipo di peso è quello creato dai potenziali superflui. Attribuendo inutilmente una grande importanza a fatti diversi, ci si lascia volontariamente appesantire da carichi di problemi smisurati, un’intera montagna di fardelli insostenibili: il senso d’inferiorità, con la sua necessità di essere “super”, di difendere e consolidare il proprio valore personale; il senso di colpa e di responsabilità, con il suo obbligo di com- pensare le colpe ed eseguire il proprio dovere; la valutazione esagerata della difficoltà dei problemi, che porta a sentire la necessità di fare un grande lavoro; le oppressioni continue dettate dai dubbi e dalle preoccupazioni.

Tante sono le persone che avanzano lungo la strada della vita tenendosi al collo i pesi di ogni tipo di obbligo assunto, delle cose non portate a termine, delle condizioni ferree ac- cettate, dei piani progettati e di obiettivi di vario tipo. Il fine attiva certamente l’energia d’intenzione ma solo a condizione che esso si realizzi, non che rimanga in stato di progetto. Non c’è niente di più semplice che pianificare un lavoro, fissarne le condizioni e fare delle promesse. Però conviene tener presen- te che, vincolandosi con un qualsiasi tipo di obbligo, anche minimo, ci si appende al collo un peso che consuma l’energia d’intenzione. E con questo peso, poi, si deve andare avanti.

Per finire, in aggiunta a quanto detto resta da dire che una delle cause maggiori di debolezza del potenziale energetico è la banale intossicazione dell’organismo.

Per liberare le proprie risorse, dunque, occorre o gettar via una parte delle intenzioni potenziali, o procedere alla loro realizzazione.

Prestate attenzione a voi stessi: cosa vi sta opprimendo? Se ci si ragiona un po’ su, di molti
pesi ci si può tranquillamente liberare. Può anche darsi che molte di queste massicce “decorazioni” vi sembrino necessarie, ma che senso ha portarsele dietro se non si riesce a realizzarle? Per esempio: devo assolutamente essere meglio degli altri; devo sem- pre essere in alto, al “top”; mostrerò a tutti e a me stesso quanto valgo; sono obbligato a seguire la strada che ho scelto; devo as- solutamente vincere, sennò perderò il rispetto di me stesso; non posso permettermi il diritto di sbagliare, e così via, includendo anche le classiche promesse del tipo: smettere di fumare, impara- re una lingua straniera e cominciare, da lunedì, una nuova vita.

Concorderete con me che tutto quello che viene eternamente rimandato a dopo è un peso inutile, ed esso o viene realizzato o dev’essere buttato via, dato che consuma energia che è semplicemente stupido sprecare invano.

Per esempio, quando una persona è impegnata in un processo di libe razione da un qualche vizio, spende una doppia porzione di energia: da una parte la persona deve comun- que ancora pagare al pendolo la sua rata, dall’altra deve portarsi appresso il fardello pesante dell’impegno assunto di smettere con la cattiva abitudine.

Questo “tiramolla” può andare avanti per anni. La violenza su se stessi deve in ogni caso essere tramutata in convinzio- ne, cioè se si deve smettere, lo si deve fare per convinzione e non per necessità. Inchiodandosi da sola in un angolo usando metodi volitivi, la persona accumula una tensione maggiore, cui seguirà inevitabilmente un’esplosione. Per questo è mol- to più opportuno scegliere una delle due opzioni: o realizzare con decisione l’intenzione, o liberarsi del peso dell’impegno assunto e indirizzare la propria abitudine in un canale gesti- bile. Mi spiego: piuttosto che chiedere in giro una sigaretta o una tiratina, è meglio procurarsi una bella pipa e comprarsi del buon tabacco; piuttosto che fare capatine colpevoli nei bar o bere di nascosto, è meglio tenersi in tasca una bottiglietta di “quello buono”. Questo significa creare con il proprio credito- re dei rapporti di scambio societari, e il risultato è che il vizio dannoso diventa più moderato e gestibile. La banca offre al suo buon cliente delle condizioni favorevoli, senza parlare poi del fatto che un vizio lasciato in libertà fa molto meno danno di quello che odi ma non puoi lasciare. La dichiarazione d’in- tenzione, in questo caso, peggiora la situazione.

Comunque, questa non è la soluzione migliore del problema. Prima di cercare di domare un vizio, trasformandolo in maniera civile, bisogna parlare molto seriamente con se stessi.

Esiste ancora un tipo di peso molto gravoso: lo studio inteso come sterile lavoro di accumulo di dati. Se l’intenzione è quella di riempirsi la testa di informazioni si crea una grande tensione. L’intenzione in questo caso non si realizza, ma aggrava solo la situazione. Il movimento manca e in compen-
so c’è solo la tensione. Per questo, anche se dico solo una verità banale, vale la pena ripeterla: non ha alcun senso memorizzare

In questo caso è alta la probabilità che i pendoli, approfittando della vostra de- bolezza, vi impongano i loro fini. Per ricercare il proprio fine occorre disporre di un livello sufficiente di libertà, e con ciò si intende soprattutto libertà da impegni assunti di fronte agli altri e di fronte a se stessi.

per ricercare il proprio fine occorre disporre di un livello sufficiente di libertà, e con ciò si intende soprattutto libertà da impegni assunti di fronte agli altri e di fronte a se stessi. E ancora, perché questa ricerca abbia successo, serve liberarsi di un altro peso: bisogna permettersi, per il momento, di non avere un proprio fine. Per ricercarlo, infatti, è necessario avere energia libera a disposizione, e proprio di questo occorrerà occuparsi in prima istanza. Si possono usare tre vie per aumentare il proprio potenziale energetico: liberare le risorse impegnate, allenare i flussi energetici, estendere i canali energetici.


Vadim Zeland

Le mele cadono in cielo 



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sabato 23 luglio 2016

guardare la realtà circostante con occhi nuovi


Bisogna guardare la realtà circostante con occhi nuovi: possiedo la mia realtà allo stesso modo in cui possiedo il mio corpo. Bisogna entrare insieme alla realtà in un unico regime temporale, non aspettarsi cambiamenti immediati ma essere tranquilli, pazienti e determinati a raggiungere il proprio fine. 

Gestire il proprio corpo è facile, è una cosa normale per tutti......


...... Del resto, basta che l’uomo si senta in unione e in armonia col suo mondo per poter acquisire la capacità di gestirlo, come se fosse il suo corpo.

Questa capacità si è completamente atrofizzata ma la si può ripristinare. Per fare ciò occorre abituarsi a prestare sempre attenzione alla situazione circostante, occorre sentirsi parte di questo mondo, sapersi ritrovare nel suo contesto, saper cercare quei fili che ad esso ci legano. In altre parole, bisogna saper es- sere una particella separata del mondo e al contempo sapersi dissolvere in esso. Non nego che si tratti di un compito difficile. È una cosa che non si può insegnare. L’uomo può arrivare ad acquisire uno stato di unità col mondo solo attraverso la propria quotidiana esperienza. Ed è un per- corso che può durare una vita. Per questo, per coloro che non provassero attrazione
per le faticose pratiche di perfezionamento spirituale, esistono istruzioni semplici e accessibili.

Ecco di cosa si tratta. Non sempre si ottiene ciò che si desidera in poco tempo. Comunque sia, però, si riceve sempre ciò su cui è diretta l’intenzione. Per esempio, se vi serve aumentare la massa muscolare, l’attenzione dovrà essere concentrata su una diapositiva che contiene l’immagine dei muscoli in crescita. Se volete dimagrire, tutti i vostri pensieri dovranno contenere l’immagine del vostro corpo che diventa via via più snello. Se il vostro fine è aumentare l’energia d’intenzione, dovrete concentrarvi sull’involucro e sui flussi energetici. 

Ma se l’intenzione non è diretta da nessuna parte, non otterrete nulla. Realizzando gli esercizi senza avere un obiettivo preciso, sprecate il vostro tempo e le vostre forze.

Quando l’attenzione è concentrata non sul fine ma sugli sforzi, si consuma solo energia fisiologica, e basta. Infatti, lo sforzo è una via che porta al fine, è un mezzo per raggiungerlo, di conseguen- za vi troverete sempre in cammino, dato che lo specchio riflette solo ciò che è contenuto nell’immagine.

Nei bambini l’energia sprizza da tutti i pori, ma è incontrollabi- le e si disperde inutilmente nello spazio. Allo stesso modo, se por- tate la vostra energia d’intenzione a un alto livello senza tuttavia darle una direzione chiara, essa non servirà a nulla. Una semplice lampadina può illuminare solo lo spazio circostante. Un raggio laser collimato colpisce per molti chilometri. Quindi, se volete che la vostra energia funzioni, dovrete chiaramente focalizzarla sul fine.

La determinazione dirige l’energia in una direzione ben definita. È necessaria la concentrazione, non la tensione ma la concentrazione. Di solito la macchina dei pensieri si mette in moto da sola. Le idee nascono e muoiono senza control- lo, i pensieri saltano da un tema all’altro. La ragione “ritrae le gambine” come fa un bambino. Per controllare la realtà bisogna sforzarsi di tenere sotto controllo i pensieri. In un primo momento è un po’ difficile, ma poi diventa un’abitudine.

Per sviluppare quest’abitudine, basta seguire una semplice regola: abituarsi a pensare a quello che si fa nel determinato momento. Abituatevi a non fare nulla semplicemente così, sconsideratamente, galleggiando nella gelatina amorfa dei pensieri incontrol- lati. Proclamate la vostra dichiarazio- ne d’intenzione. Questo non significa che si debba essere sempre pronti a un immediato intervento. Lasciate andare i pensieri alla deriva quanto volete, ma fatelo di proposito, intenzionalmen- te, secondo il principio: se la mia mente vaga, è solo perché io lo consento. E con la stessa intenzione, quando è necessario, ritornate al vostro stato di concentrazione.

In sostanza, l’immagine dei vostri pensieri deve contenere fondamentalmente l’immagine che si vorrebbe vedere nel riflesso dello specchio duale. In questo modo, per raggiungere il proprio fine, non è nemmeno necessario trovarsi in uno stato ideale di unità organica con il mondo, ma è sufficiente fissare sistematicamente l’attenzione sulla diapositiva del fine. Controllando il corso dei propri pensieri, sottomettete la realtà al vostro volere.

Non importa se i pensieri escono continuamente dal controllo. L’importante è abituarsi a farli rientrare nel flusso della diapositiva del fine. Quando, per abitudine, i vostri pensieri ritornano al fine, la diapositiva diventerà un compagno inse- parabile e il suo scenario sarà sempre sullo sfondo, nel conte- sto di tutto ciò che vi accade. In questo caso potrete non avere dubbi: l’immagine verrà formata e lo specchio del mondo la rifletterà inevitabilmente nella realtà. 

Vadim Zeland







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La mia energia d’intenzione cresce di giorno in giorno


Datevi ogni giorno un orientamento, per esempio: «La mia energia d’intenzione cresce di giorno in giorno». Vedrete che dopo qualche tempo proverete un tale slancio che vi verrà voglia di saltare e volare.

Infine, la via più diretta per aumentare il proprio potenziale energetico è la depurazione dell’organismo e il passaggio a un’alimentazione a base di prodotti naturali e non sottoposti a trat- tamento termico. Perché? È un tema che richiede un’analisi se- parata e che verrà dettagliatamente discusso nel prossimo libro. Per il momento si può dire brevemente quanto segue: l’energia attraversa l’organismo come l’acqua nelle tubature. In un organi- smo pulito, così come in un tubo pulito, la pressione dell’acqua è più forte. Ciò significa che la depurazione dell’organismo e il suo mantenimento in questo stato sono una cosa naturale e semplice.

È vero che si può agire diversamente: di- sincrostare la tubatura per mezzo di un for- te getto d’acqua. Questa è la strada seguita dalle pratiche di meditazione. Però si tratta di un percorso lungo e difficile, per questo io ne propongo uno più semplice e immediato: la depurazione fisiologica.

Un alto livello di energia porta la persona in uno stato cheviene definito di “ispirazione”. In questo stato si è in grado di generare nuove idee, di individuare soluzioni geniali, di creare capolavori. La musa, come una farfalletta, viene sempre attrat- ta dalla luce. Lo scetticismo e l’apatia sono indici di un basso livello energetico e quando sono presenti, si tende sempre a guardare il mondo con pessimismo, atteggiamento che si riflette immancabilmente nella realtà. Quando invece la vitalità è alta, si trasmette allo specchio del mondo la forte immagine di una persona riuscita, e allora sarà la fortuna stessa a venirvi incontro.


A questo proposito resta ancora da dire una cosa: avrete forse notato che l’ispirazione, a volte, si comportan modo strano. Succede che si vivono momenti di vero slancio spirituale, in cui l’impossibile sembra possibile. Dopo poco, però, l’entusiasmo svanisce,lasciando il posto al pragmatismo. Il fuoco dell’ottimismo brucia rapidamente e alla fine tutt’intorno rimane il solito triste scenario di un mondo grigio, sullo sfondo del quale le idee eccitanti di poco prima di nuovo cominciano a sembrare insperate. Che senso avrebbe allora, un’ispirazione del genere, che pare essere in grado di erigere solo castelli di carta?

Il fatto è che non si trattava di ispirazione ma di euforia. Questo stato sorge quando si passa bruscamente da un basso a un alto livello di potenziale energetico. Un simile passaggio si nota quando si fa uso di stimolatori potenti o anche, più sem- plicemente, quando un’informazione insolita accende l’immaginazione. L’afflusso anomalo di energia apre alla coscienza l’ac- cesso ai settori dello spazio delle varianti situati a una grande distanza da quelli correnti, realizzati. Teoricamente anche queste varianti possono essere realizzate, ma si trovano lontane dal ca- nale in cui fluisce la corrente delle varianti e per questo richiedono un maggior dispendio di energia. Per questo stesso motivo le idee che sembravano brillanti in un sogno, svaniscono dopo il risveglio. Nei sogni l’anima, nella maggior parte dei casi, vola sulle regioni che hanno molto poco in comune con la realtà.


Le idee autenticamente reali nascono solo per opera di un’energia d’intenzione resistente. E tra l’altro si trovano non lontano dalla corrente delle varianti. Ma affinché la coscien- za si espanda oltre i limiti del mondo materiale e si allunghi a raggiungere queste idee, ci vogliono doti particolari o un livello stabilmente alto di potenziale energetico. Quindi l’insufficienza di talento può venire pienamente compensata da questo secondo modo.

L’energia d’intenzione fornisce all’uomo non solo un’al- ta vitalità, che gli permette di agire con efficacia nel mondo materiale. Molto più interessante è il resto: quanto più alto è il potenziale energetico, tanto più rapidamente il desiderato si incarna in realtà. L’energia del cosmo, attraversando il corpo dell’uomo, modula i suoi pensieri e acquisisce una forma allineata. Allo stesso modo la radioricevente con- verte l’elettricità in un segnale, vettore di informazione. Ricevendo un allineamento informazionale, l’energia dell’uomo “illumina” il settore corrispondente
dello spazio delle varianti e il risultato è che la variante metafisica ottiene la sua reale
incarnazione nella parte fisica dello specchio duale: il pensiero si materializza.

Ovviamente, quanto maggiore è la potenza dell’emissione energetica, tanto più effettivo sarà il processo di materializzazione.


Vadim Zeland

Le regole dello specchio







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venerdì 22 luglio 2016

SESSO E AMORE

Un sesso normale e naturale è un gioco secondo regole create da se stessi, senza confronti con gli altri o con quello che si dovrebbe fare secondo un certo modello imposto.

A rendere le cose ancora più confuse in questo campo è l’ingiusta mescolanza di due concetti diversi: l’amore e il sesso. A volte si prova un senso di nausea al solo sentir pronunciare l’ipocrita espressione: “Facciamo l’amore”. Non sarebbe meglio chiamare le cose con i loro nomi? Il sesso non è amore e l’a- more non è sesso. Si tratta forse di concetti incompatibili? No, di per sé sono compatibili, ma di nuovo ribadisco: 

l’amore non è sesso e il sesso non è amore. Queste cose si possono unire, così come separare. Ma la regola del pendolo impedisce di farlo in modo naturale. Non credo di sbagliarmi affermando che gli insuccessi nei contatti sessuali dipendono dal fatto che la gente, seguendo la regola del pendolo, cerca di mescolare artificialmente amore e sesso col risultato di ottenere un ibrido assurdo.
Di fatto, se si lasciano da parte le regole e gli standard, è tutto molto semplice. Provate a immaginare una scala di graduazione segnata al centro da uno zero, avente a sinistra una suddivisione in tenerezze e a destra una suddivisione in livelli di aggressione. Ebbene, se la lancetta è inclinata a sinistra, si parla di amore, se tende verso destra, si parla di sesso. Che vi piaccia o no, di fatto il sesso è più aggressione che tenerezza.

Il problema è che molti si spaventano quando sentono risvegliarsi nel profondo del loro essere questi istinti “demoniaci”. Credono che si tratti di qualcosa che va contro natura. In effetti, proviamo a immaginarci la scena: un uomo normale e una donna normale si incontrano. All’inizio si comportano in modo assolutamente ordinario, ma a un certo punto ecco ammiccare nei loro sguardi un lampo rapace e i due incominciano a fare cose che non si inscrivono nei limiti... nei limiti di cosa?
Ecco che qui entra in azione la regola del pendolo. Da una parte esistono i limiti imposti dal comune senso del pudore, che violare non è sempre opportuno. Dall’altra parte, se si resta dentro questi limiti, è impossibile ricevere sod- disfazione dall’atto sessuale. E invece si vorrebbe avere questo e quello. Ed ecco che per adattarsi agli standard vigenti, uomini e donne cominciano a recitare i ruoli che si sono scelti. 

Temendo il risveglio di istinti animali, ecco che tentano di annacquare il sesso con riti stabiliti e, come sembra loro, necessari, fatto che, a sua volta, suscita dei blocchi. Bisognerebbe mollare le redini e lasciarsi completamente andare ma la regola del pendolo non lo permette. Al contrario, se la lancetta s’inclina
fortemente in direzione dell’aggressione, immediatamente s’impone la necessità di ottenere delle conferme: «Ma mi ami?».

Dunque, sulla scena operano costantemente due spettatori recitanti, che alla stregua di marionette si tengono attaccati al filo del controllo al quale si sono appesi volontariamente. Cosa fanno? Cercano con tutte le loro forze di tirare la lancetta ora da una parte ora dall’altra, quando invece basterebbe fregarsene della regola del pendolo e lasciare che la lancetta si muova libe- ramente da una direzione all’altra, in conformità ai sentimenti dell’anima e non alle idee della ragione. 



Vadim Zeland

Le danze con le ombre

La gestione della realtà

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giovedì 21 luglio 2016

Il gioco della prosperità


Prova ad immaginare come spenderesti tutti questi soldi!

Questo processo è estremamente funzionale per quanti vogliano rendere il proprio desiderio di abbondanza più chiaro e specifico nella propria mente.

Dovete creare un conto corrente immaginario in cui non verrà coinvolta nessuna banca reale, ma nel quale verserete assegni e contanti proprio come fareste nella realtà.

Potete usare un foglio di calcolo sul computer per tenere traccia delle entrate e delle uscite e potete magari servirvi di un blocchetto degli assegni che non usate più.

Il primo giorno versate 1000 euro sul vostro conto e spendeteli tutti.

Potete spenderli in un colpo solo oppure fare acquisti molteplici. Lo scopo del gioco è divertirsi a immaginare cosa vi piacerebbe comprare e, nello stesso tempo, mettervi più a vostro agio con il denaro e con la possibilità di poter acquistare qualsiasi cosa vogliate. Dovete essere precisi e mai vaghi nella descrizione delle operazioni che fate sul vostro conto.

Essere vaghi produce pensieri vaghi che a loro volta producono risultati vaghi. Cercate di spendere tutto in un giorno solo perché domani farete un altro meraviglioso versamento!


Il secondo giorno versate 2000 euro.

Il terzo giorno versate 3000 euro.

Il quarto giorno versate 4000 euro.


Quando arriverete al giorno numero 300 verserete 300.000 euro; se lo fate regolarmente, in un anno avrete versato e speso 66 milioni di euro.

Il vantaggio di questo gioco?

Il potenziamento della vostra immaginazione creativa! Imparerete che bisogna concentrarsi un bel po' per riuscire a trovare il modo di spendere tutti quei soldi!

Come ben sapete, quando vi esercitate a pensare e ad immaginare, inviate nel nostro meraviglioso Universo delle vibrazioni molto potenti alle quali la legge dell'attrazione risponde.

All'inizio questo gioco vi sembrerà strano e forse stupido... ma pian piano il vostro polo di attrazione cambierà radicalmente: quando scriverete gli assegni per acquistare qualsiasi cosa vogliate, non avvertirete nessuna resistenza, nessuna paura di spendere più di quanto possiate fare. E se inviate vibrazioni di prosperità, liberi da ogni resistenza, riceverete prosperità.

Il consiglio più importante è:

fate del vostro meglio per dare libero sfogo all'immaginazione!

Liberamente tratto e adattato da: "Chiedi e ti sarà dato" di Esther e Jerry Hicks.




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lunedì 18 luglio 2016

come pensiamo, come ci nutriamo, come ci muoviamo.

Ebbene, una delle forme più radicali e potenti di azione è la trasmissione della propria intenzione, del proprio film, senza preoccuparsi di ciò che sta avvenendo intorno.

Di solito vi trovate a guardare passivamente il film che vi è capitato e che gira nella vostra realtà. Più precisamente, qualcuno “ve lo ha introdotto e ve lo ha fatto girare”. È una cosa che accetta- te come dovuta. Guardate lo schermo della realtà e ripetete nei vostri pensieri ciò che lì sta accadendo. Sì, le cose vanno male. Quello che si è compiuto, si è compiuto. E cosa succederà dopo, non è dif- ficile da immaginare: quello e quell’altro. Le peggiori aspettative.

Così reagiscono praticamente tutte le persone perché la maggior parte di noi, per indole e livello, è costituita da rice- vitori, non da trasmettitori. E così si è sempre stati, salvo rare eccezioni, fin dai tempi della nascita della nostra civiltà.

I trasmettitori, creatori e artefici, erano i nostri “dèi”, mentre noi siamo sempre stati ricevitori, ovvero consumatori e postu- lanti. La nostra psiche è interamente sottomessa all’informazio- ne proveniente dall’esterno. Ciò che c’è sullo schermo, ce l’ab- biamo in testa, e non viceversa. Ciò che vediamo, disegniamo.



E ora provate a immaginare un modo completamente di- verso di reazione. Qualcosa vi opprime? In testa si accende una lampadina rossa. Bisogna svegliarsi e attivare il regime di osser- vazione. Poi bisogna passare da un regime di triste ubbidienza alle circostanze e alle condizioni a un regime attivo di trasmis- sione del proprio film.

Vedete: qualcosa si è compiuto e ora avviene “quello e quell’al- tro”. Ma la cosa non vi tocca, non vi preoccupa. Ora, per voi, è tutto il contrario. La realtà tangibile è lo schermo. Il film è là. La realtà è nella vostra testa. Voi inserite intenzionalmente nel vostro proiettore tutt’altro film, la pellicola che serve a voi, e comin- ciate a farla girare. E vi dite: “No, non sta succedendo quello e quell’altro ma questo e quest’altro”. Nel momento in cui la pelli- cola all’esterno e quella all’interno non coincidono, diventate dei trasmettitori. E gradualmente il film che gira all’esterno comincia a conformarsi a quello che gira al vostro interno, dentro di voi.

Per voi non dev’essere importante quello che sta succedendo tutt’intorno. Lo potete osservare con impassibilità, facendovelo passare attraverso ma senza fondervi nello scenario. La realtà passa attravero di voi come se voi esisteste in un’altra dimensio- ne, come uno spettro.

Lo scenario esterno va per conto suo, e la vostra intenzio- ne fa altrettanto. Qualsiasi cosa stia succedendo nello schermo della realtà, continuate a trasmettere ostinatamente e inflessi- bilmente il vostro scenario, il vostro film. Ora non vi fate più guidare dal film esterno, ma formate il vostro film, indipendente.

Certo, la realtà materiale non si sottometterà così plastica- mente come avviene nel sogno lucido. Ma la vostra influenza sul corso degli eventi aumenterà in modo significativo, perché comincerete a interagire con la realtà sui suoi due piani, quello fisico e quello metafisico.

Unica condizione: per questa tecnica bisogna disporre di un livello piuttosto alto di potenziale energetico e di una coscien- za lucida. Servirà avere anche forza di spirito per non prestare attenzione alle circostanze fastidiose, e trasmettere inflessibil-

mente la propria intenzione. Questo è già un grado successivo del Transurfing. Per raggiungere questo nuovo stadio è stato elabo- rato un nuovo approccio: come pensiamo, come ci nutriamo, come ci muoviamo.

L’uomo medio, disallineato dal sistema, non ha praticamente la forza di distogliersi dallo specchio e trasformarsi da ricevitore in trasmettitore. Glielo impediscono il basso potenziale energetico, la coscienza obnubilata e la semplice non conoscenza del principio di trasmissione: giro non il film che vedo, ma quello che voglio vedere.

Se vi porrete il fine di diventare trasmettitori, tutto vi riu- scirà. Ora sapete come fare. Quando il vostro corpo e la vostra coscienza si depureranno, e l’energia scorrerà con flusso potente nel vostro organismo, potrete superare questa barriera e allora per voi tutto sarà diverso: all’esterno, nella realtà, girerà quel film che era stato prodotto con mirata intenzione al vostro interno.

Vadim Zeland
 


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Circuito grafico Radionico per il SUCCESSO PERSONALE

Il seguente Simbolo radionico, ci aiuterà nel successo personale, in qualunque settore.

CIRCUITO RADIONICO N. 24 DEL CORSO BASE del Terapeuta Ruggero Moretto

Circuito grafico Radionico per il SUCCESSO PERSONALE

Permette di realizzare con successo tutte le nostre aspirazioni in tutti i settori: riuscita professionale, sociale, in amore, salute, giochi, sport, ecc….indipendentemente dalle nostre forze personali interiori, il circuito agisce direttamente sulla personale energia del soggetto; è ufficiente piazzare al centro della figura, sopra rombo, il testimone soggetto per 10-20 minuti al giorno per 3 settimane (se le vostre aspirazioni risultassero più difficili tenete il testimone notte e giorno fino a risultato raggiunto); comunque testate per ogni soggetto il tempo e i giorni di emissione a questo circuito radionico legato all’aspirazione più interessata oltre ai tempi di emissione giornaliera; (è comunque ovvio misurare a monte le nostre aspirazioni entro un limite coerente); ad esempio: chiedete al vostro pendolo la seguente domanda….PER QUANTI GIORNI (dire il nome del testimone soggetto) DEVE RICEVERE L’ENERGIA DI QUESTO CIRCUITO RADIONICO PER LA SUA RIUSCITA IN CAMPO ………. ? (menzionate brevemente il tipo di situazione)……e dopo/oppure: QUAL'E’ IL TEMPO GIORNALIERO DI EMISSIONE RADIONICA DI QUESTO CIRCUITO CHE (dire il nome del testimone soggetto) DEVE RICEVERE PER LA SUA RIUSCITA IN CAMPO ……..? (menzionate brevemente il tipo di situazione).



FONTE: http://www.biolifestyle.org/it/index.php?pid=5

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giovedì 14 luglio 2016

L’amore non corrisposto


Rimedio: rinunciare, non torturarsi, non perder tempo invano, restare se stessi - cercare la propria metà. ...................


............ L’amore non si conquista, esso sorge da solo, in modo spontaneo e inspiegabile.

Se per acquisire amore bisogna cambiare, significa che c’è qualcosa che non va.

L’amore è come un fiore: se è appassito, non può fiorire nuovamente.

L’ultimo principio allude al fatto che l’amore va sostenuto, curato, custodito, come il fuoco in un focolare. L’amore non è tanto usare e prendere, quanto dare, in primo luogo. L’amore, in realtà, è un grande lavoro. Ma di questo ora non parleremo.

La questione è cosa volete far ritornare: l’amato o il suo amore? Una persona che se n’è andata, si può far tornare. Ma se se n’è andato l’amore, farlo ritornare non è più possibile. Vi serve il vostro amato senza il suo amore? E cosa otterreste da questo? È una questione di scelta.

Nella vita, ovviamente, le cose non sono così semplici, le situa- zioni sono le più diverse e ci sono anche le eccezioni. Il problema è che l’amore, specialmente quello non corrisposto, provoca un intorbidamento del senno, delle capacità di intendere. E se esso è non corrisposto, siete nei guai. In queste situazioni bisogna avere la capacità di vedere non solo con il cuore ma soprattutto con la ragione. Dovete capire cosa sta succedendo. Quando due persone intrecciano una relazione, creano con ciò stesso un pendolo. In questo non vi è nulla di male, anzi, il pendolo serve da fattore stabi- lizzante e legante. Ma se uno dei due se ne va, il pendolo comincia a tormentare chi è rimasto per ottenere la sua porzione di energia. E fintantoché chi è rimasto continua a credere che l’altro si possa far tornare, è costretto a dare al pendolo energia per entrambi e anche di più, a causa delle sue sofferenze e del suo tormentarsi.

Se il vostro partner se n’è andato, di seguito dovete sganciarvi anche voi, per impedire al pendolo di succhiarvi via l’energia. A questo fine serve reindirizzare la propria attenzione su altri partner potenziali. Se non lo farete, soffrirete, e soffrirete invano, vi rovinerete la vita e perderete il tempo prezioso di questa vita.

Anche un amore non condiviso o rifiutato sin dall’inizio è estremamente distruttivo. La parte che prova amore, in questo caso, non ottiene nulla oltre a sofferenze. Anche in questo tipo di situazione non vale la pena perdere forze spirituali e tempo della propria vita. Occorre, almeno, avere dignità. Infatti, l’amore unilaterale, che si voglia o non si voglia, è una cosa piuttosto umiliante. Tu ami ma non sei amato. Qualcosa non quadra. Non è una cosa normale. Ma in cosa consiste precisamente l’anormalità? La molletta dà una risposta inequivocabile: sei tu che non sei abbastanza buono per essere amato. Capite come agisce la molletta?

In realtà, sia nel caso in cui siate stati lasciati, sia in caso di amore non condiviso, il fatto è che non avete incontrato la vostra metà. Pensateci un po’. Può forse lasciarvi la vostra metà? Può forse non amarvi la vostra metà? Essa è stata creata proprio per questo. Le persone sono diverse, ma ci sono coppie che corrispondono l’una all’altra come la chiave alla serratura.

Di queste vostre metà, con cui potrebbe legarvi l’amore, nel mondo se ne contano più di una, e nemmeno due, ma molte migliaia. Se il Sommo Onnipotente ha inventato l’amore, non poteva comportarsi in modo così crudele da ridurre a zero la pro- babilità di un incontro felice. Le vostre metà vagano in giro per il mondo, forse alcune sono vicino a voi, magari vi stanno cercando e voi intanto spendete il vostro amore per altri. Non è stupido?

Dunque: se la vostra relazione con qualcuno non è riuscita, non ha senso scoraggiarsi. Cercate la vostra metà. Se siete stati lasciati, rallegratevi. Vi siete liberati di un peso inutile nella vostra vita. Ora siete liberi e avete la possibilità di trovare il vostro autentico amore.

VZ
scardinare il sistema tecnogeno


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mercoledì 13 luglio 2016

L'ENERGIA DELLA POVERTA', L'ENERGIA DELLA RICCHEZZA

Le ricerche dimostrano: se una persona con pochi mezzi inizia a comportarsi come se fosse benestante, qualcosa cambia: inizia a irradiare delle vibrazioni che attirano i soldi. Cosa bisogna fare se non siete ricchi, come comportarsi, come pensare?
Prima cerchiamo di capire quali criteri caratterizzano l'energia della povertà e della ricchezza.





L'ENERGIA DELLA POVERTA'.
- Sporcizia e il disordine in casa (i soldi amano il pulito).
- L'accumulo delle cose inutili, non usate, crea un blocco delle energie. Se non si libera il posto, dove arriverebbe il nuovo? Alcune cose che sono a marcire per decenni nelle dispense (vecchi vestiti, scarpe, mobili), paradossalmente, non sono considerate spazzatura ("Non si sa mai, possono servire!").
- Una malsana economia (quando uno centesimo in più si mette da parte, per le eventuali disgrazie. Quando i collant si rompono e si cuciono altrettante volte ("se li metto sotto i pantaloni non si vede"). Quando la biancheria intima è talmente consumata che fa schifo ma continua a essere indossata, perché non si può spendere i soldi messi via per le eventuali disgrazie ("Qualcuno potrebbe ammalarsi e morire"). Questa l'auto programmazione non solo diffonde l'energia della povertà ma attira pure le disgrazie.
- Il divieto di sognare: quando vedete un bell'abito in vetrina ma non lo immaginate su di voi ("non ce lo posso permettere"). Quando il marito sogna una vacanza al mare e la moglie dice: "Quale mare, il bambino deve essere vestito!".
Non programmate il vostro futuro per la povertà. Se adesso avete i problemi dei soldi, questo non significa che tra sei mesi potreste andare al mare o comprare quell'abito. L'universo è generoso e potrebbe darvi tutte le possibilità.. siete voi che non glielo permettete.

L'ENERGIA DELLA RICCHEZZA.
- La casa pulita e in ordine. Le finestre pulite sono come i portali del futuro (a livello metafisico). Sia il bagno sia il wc devono essere altrettanto puliti.
- Le cose utili e funzionali sono quelle che usate almeno una volta all'anno. Se avete i libri che rileggete meno spesso, puliteli, spostateli (se no si "addormentano"), per evitare dei ristagni energetici.
- I pensieri giusti. Potete permettervelo! Un bell'abito, una macchina, una vacanza. Immaginate di averlo già. L'importante è crederci.
- Beneficenza. L'energia della ricchezza sorge laddove c'è uno scambio alla pari: dare e prendere. Se guadagnate e accumulate i soldi, oppure li spendete solo per voi, non ci sarà un equilibrio. Provate ad aiutare coloro che hanno bisogno.

L'importante è che i soldi non diventino per voi il Dio Denaro. Conservate nell'anima i veri valori e ricordate che i beni materiali esistono per la persona...



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Reality Transurfing - Le Regole dello Specchio Voto medio su 46 recensioni: Da non perdere

Non esiste alcuna casualita’

universal-love-sacred-visions“Non esiste alcuna casualita’ e ciò che viene presentato come casuale emerge dalle fonti più profonde”(Friedrich Schiller).

Ogni persona vive “coincidenze” nella propria vita, a volte curiose, a volte così importanti che possono cambiare il nostro destino.

Ad ognuno di voi sarà capitata una casualità che sembrava così improbabile da definirla magica, come se ci fossero collegamenti tra eventi, persone o informazioni attraverso fili invisibili che possiamo intravedere solo a volte.

Sicuramente vi sarà capitato che un libro, uno spot pubblicitario o una canzone risponda a quella domanda a cui cercavate risposta . Vi sarà successo di pensare di chiamare una persona e proprio in quel momento di ricevere la sua telefonata, avrete avuto un incontro inaspettato in un luogo inaspettato o vi sara’ successo di aver trovato la persona giusta al momento giusto … Questa non è casualità, ma sincronicità, uno degli aspetti più enigmatici e sorprendenti di questo universo.

Tutto intorno a noi è permeato di messaggi sottili che a causa della mancanza di attenzione, passano inosservati ai nostri occhi, non riusciamo a riconoscerli, percepirli e apprezzarli.

Quasi fossimo personaggi di un intreccio, incontriamo spesso la persona o le persone che dobbiamo incontrare. In momenti di crisi o di grande apertura entra in scena per caso un personaggio che diventa per noi una delle figure principali nella storia della nostra esistenza: un coniuge, il nostro migliore amico, l’amore della nostra vita. In altri momenti, quando siamo soddisfatti di noi e della nostra esistenza, si manifestano dei legami che, quasi si trattasse di una forza della natura, sembravano destinati a emergere. In altri momenti ancora, quando per paura o per egoismo ci estraniamo dal mondo, gli eventi sincronistici attivano rapporti che ci circondano con insistenza, ossessivamente, l’impossibilità di ignorare del tutto i nostri legami con gli altri. Quando si verificano eventi simili percepiamo più profondamente la storia che stiamo vivendo, la storia che dice: tu non sei solo.

Quando noi decidiamo di modellare la nostra vita sulla base di quello che sappiamo di noi, decidendo l’intreccio come se fossimo uno scrittore, ci dimentichiamo che, di noi, sappiamo solo una parte della storia: ci sfugge tutto quello che è inconsapevole. Ed è l’inconscio che modella la nostra storia.

A tutti prima o poi capita di vivere una coincidenza incredibile capace di modificare almeno in parte il corso dell’esistenza: sono quelli che Jung definiva “eventi sincronistici”, fenomeni in grado di cambiare l’immagine che abbiamo di noi stessi, il nostro modo di vedere il mondo, di aprirci nuove prospettive.

Un evento sincronistico, riflettendo uno stato d’animo interiore, spesso riesce a indicarci la direzione per noi più giusta.

Imparando a considerare la nostra vita un racconto dotato di coerenza interna, dove niente succede senza ragione, potremo imparare a sfruttare le coincidenze per comprendere meglio noi stessi e per dare alla nostra esistenza maggiore pienezza.

L’atteggiamento in grado di creare un evento “sincronistico”, e un lieto fine per la storia della nostra carriera, è quello che tiene in equilibrio gli aspetti materiali e non materiali delle nostre motivazioni professionali, facendo delle nostre attività un modo conscio di affermare chi siamo e quali siano le cose che riteniamo importanti.

Se la nostra vita è una storia, come tutte le storie, è composta di vari capitoli. A volte soltanto una simbolica sovrapposizione tra l’interno e l’esterno, in forma di coincidenza significativa, è in grado di fornire la scintilla psicologica necessaria a voltare pagina e iniziare un nuovo episodio della vicenda che dobbiamo vivere.

Anche nei momenti più bui puo’ verificarsi un evento sincronistico che ci aiuta a trasformare l’oscurità in un’esperienza di rinascita e di continuità, dandoci un’ulteriore occasione di ricordare e di dire chi siamo.

Lo psicologo Carl G. Jung è stato colui che ha coniato il termine sincronicità, facendo riferimento a “la simultaneità di due eventi legati dal senso, ma non causalmente”.
Jung ha concluso che vi è un’intima connessione tra l’individuo e il suo ambiente.

Un’ esperienza sincronica viene di solito nella nostra vita quando meno ce lo aspettiamo, a volte cambiando la direzione della nostra vita e influenzando i nostri pensieri. Ma per questo dobbiamo essere ricettivi e attenti al mondo che ci circonda, creando l’apertura per la possibilità di sincronicità.

Tutto dipende da una forza potente che ci collega all’universo e favorisce determinate conoscenze, relazioni e avvenimenti.

Le persone e gli avvenimenti che compaiono nella vostra vita nascondono importanti motivi, significati e spiegazioni.

Per questo sbagliamo quando pensiamo che incontri e rapporti siano casuali: tutto dipende da una forza potente che ci collega e favorisce determinate conoscenze e relazioni.

Quanto più siamo consapevoli del nostro ambiente, tanto più probabile è che la sincronicità attorno a noi si manifesti, dobbiamo solo essere vigili.

Quando prendiamo coscienza delle sincronicità, con l’intenzione di farla evolvere per realizzare il nostro destino, stiamo attuando il Destino Sincronico. Diventiamo parte attiva nel grande piano creativo, dando uno scopo, un significato, una direzione, una intenzione alle coincidenze; con le nostre interpretazioni e conseguenti azioni, trasformeremo le Sincronicità in Destino Sincronico.

Se scorriamo le circostanze e manteniamo un atteggiamento ricettivo e aperto, lasciandoci trasportare dalla nostra intuizione e dalla notra saggezza interiore, si aprirà un “magico” che ci offrirà l’esperienza della sincronicità. Se ascoltiamo i messaggi che ci vengono inviati possiamo fare di questi messaggi una buona guida per la nostra vita.
Se adottiamo un atteggiamento simbolico nei confronti della nostra vita, esplorando il significato di cio’ che ci succede, e quindi attiviamo la nostra capacità di creare una totalità a partire dagli eventi accidentali e diversi che ci capitano, ci accorgeremo che indipendentemente dall’intreccio, dall’ambientazione e dai personaggi, maggiori o minori che siano, nelle storie della nostra vita niente succede per caso.

Non c’è bisogno di essere poeti per intuire che l’Universo, o per lo meno la nostra Terra, ci parla in ogni modo possibile.

Ogni rapporto è una specie di sincronicità: un evento unico in cui un incontro esterno di individui assume rilevanza emotiva, simbolica e trasformativa. Molti degli eventi mostrano che siamo collegati agli altri con legami molto più forti di quanto spesso non siamo in grado di riconoscere, e che ognuna delle coincidenze significative conferma il concetto junghiano di inconscio collettivo, secondo cui ogni essere umano condivide a livello psicologico e spirituale un legame con tutti gli altri esserei umani.

Frasi fatte come “Ti succederà quando meno te lo aspetti” riflettono una verità: nel momento in cui siamo più concetrati, oppure più aperti, rispetto ai nostri limitati progetti, attiviamo nell’intreccio della nostra vita una fase di grandi potenzialità.

Come ha scritto Paulo Coelho nell’Alchimista:

«Per arrivare fino al tesoro dovrai seguire i segnali.
Dio ha scritto nel mondo il cammino che ciascun uomo deve percorrere.
Dovrai soltanto leggere quello che ha scritto per te».

Quante volte nella vostra vita avete detto: «È un segno del destino!»?
Ma sapete che cosa significa? Ci avete mai pensato? Significa che tutti siamo convinti che l’Universo mandi dei segni … ogni volta che avviene una coincidenza è come se Dio compiesse un miracolo restando anonimo..

Voglio riportarvi questo testo del famoso iniziato del secolo scorso Omraam Mikhaël Aïvanhov, che ha lasciato scritto quanto segue:

Benché la Terra sia altamente popolata, molte delle angosce percepite dagli esseri umani derivano dalla sensazione di essere stati proiettati nel mondo come in un deserto dove si trovano soli, smarriti, senza nessuno che risponda alle loro domande e alle loro richieste!

Ebbene, no, essi non sono soli, e se ne renderanno conto il giorno in cui prenderanno coscienza che fanno parte di un tutto, che questo «tutto» è vivo e che, essendo vivo, possono avere ininterrottamente scambi con esso: se parlano, da qualche parte ci sono sempre delle creature che li sentono e che rispondono.

Per tutto quello che facciamo, diciamo o chiediamo, riceviamo risposte: conferme o obiezioni, approvazioni o condanne.

Il mondo invisibile è continuamente presente, qui, intorno a noi: ci guarda, ci ascolta e ci dà sempre delle risposte. Il suo linguaggio, molto diverso dal nostro, non è di facile comprensione; e sta a noi interpretare.

Il mondo invisibile ci risponde sempre. Ecco l’origine di segni e coincidenze.

Se volete che una coincidenza significativa cambi la storia della vostra vita, vagabondate a caso per il mondo e siate pronti ad accogliere qualsiasi cosa la vita vi offra. L’imprevista svolta degli eventi potrebbe costituire il colpo di scena in una storia nella quale non ci eravamo ancora accorti di essere dei personaggi.


http://lunatyka.andreakatya.com/tu-chiamale-se-vuoi-coincidenze-nulla-avviene-per-caso/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=socialnetwork




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martedì 12 luglio 2016

Anatra o coniglio? Quello che vedi in questa immagine dice molto della tua personalità

Cosa vedete in questo disegno? Al di là della specie animale che individuate, a fare la differenza è la velocità con la quale il vostro cervello riesce a passare dall'uno all'altro, dall'anatra al coniglio. Se infatti i vostri occhi vedono in pochi secondi tutti e due gli animali, questo vuol dire che siete dei creativi e che la vostra capacità di produrre "nuove realtà" è molto alta.


illusione


L'illusione ottica è apparsa la prima volta in una rivista tedesca nel 1892 e fu poi resa famosa dallo psicologo statunitense Joseph Jastrow nel 1899. Il disegno è composto da un'unica figura che alternativamente può essere interpretata percettivamente come la testa di un'anatra (che guarda verso sinistra) oppure di un coniglio (che guarda verso destra). Secondo la ricerca, infatti, le menti creative riescono facilmente a passare dall'anatra al coniglio, e viceversa grazie alla prospettiva dalla quale osservano il mondo.

Le persone altamente creative spesso mostrano questo talento nella ricerca di nuovi usi per un oggetto esistente o per effettuare collegamenti tra due idee o cose in precedenza non collegate. Durante il test, svolto in diversi periodi dell'anno, le risposte date dai bambini cambiano. Durante la Pasqua ci sono più probabilità di vedere un coniglio. Nel mese di ottobre, risulta più comune individuare prima la figura dell'anatra.
http://www.huffingtonpost.it/2016/02/15/joseph-jastrow-illusione-_n_9234702.html
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lunedì 11 luglio 2016

dove fissi l'attenzione ?

questo é un disegno dell'artista Escher , molte sue immagini sono presenti nei libri di Vadim Zeland, questa immagine in particolare ci fa capire, che quello che vediamo dipende da come impostiamo lo sguardo Quando fissi l'attenzione sul nero, vedi nero quando fissi l'attenzione sul bianco, vedi bianco, quindi la scelta dipende da noi, entrambe le immagine sono presenti nello "spazio delle varianti" ma dipende da noi cosa vedere nostra é la scelta con la nostra intenzione  possiamo scegliere se vedere bello o brutto buono o cattivo bianco o nero,se penso agli anni sprecati in inutili conflitti
a lamentarsi della cattiveria della gente , quando basta cambiare prospettiva, e tutto cambia, tutto é come vedi il mondo , colombe oppure cornacchie?

Ivano V Antar Raja







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domenica 10 luglio 2016

SOGNI LUCIDI








da Il fruscio delle stelle del mattino

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sabato 9 luglio 2016

L’ENERGIA DEL DENARO

L’ENERGIA DEI SOLDI. ESISTONO DELLE MEDITAZIONI NEUROACUSTICHE PER ATTIRARE I SOLDI ???

Domanda a Lenni Rossolovski:

“Buon giorno. I soldi, come tutto, hanno la loro frequenza. Dopo aver frequentato vari seminari, dopo aver sentito diversi ragionamenti, e pure dopo aver avuto varie esperienze, anche spiacevoli, ho capito che anche i soldi non sono altro che l’energia, le vibrazioni, insomma, hanno le loro frequenze... Vorrei sintonizzarmi su quelle frequenze, è realistico? E’possibile creare un programma per sintonizzarsi sulla frequenza dei soldi?”


La risposta:

“Proviamo a capire meglio l’argomento. Si certo, anche i soldi hanno le loro frequenze e le vibrazioni. Di solito sono le frequenze del primo chakra, sono le vibrazioni della radice.
Ma non credo molto nei programmi per attirare i soldi, perché in realtà, dal mio punto di vista, i soldi sono collegati con le frequenze della società, e queste sono frequenze theta.
Questo significa, che il mio consiglio sarà radicalmente diverso da quelli che potere trovare su internet.
Per esempio, sintonizzandovi sulla risonanza di Schumann, migliorerete i rapporti sociali, e come risultato, ci sarannoo dei cambiamenti anche nella sfera materiale.
Ma non è così lineare, non significa che la sintonizzazione sii ritmi theta risolve automaticamente i problemi finanziari. Bisogna applicare degli sforzi, ovvero, se voi state facendo qualcosa che ha a che fare con la società (e non è possibile guadagnare in nessun altro modo), e vi sintonizzate sui ritmi theta, voi diventerete più attraenti per i vostri clienti.
Al livello del subconscio sono sempre attirati da queste vibrazioni, e questo si spiega così: più siete collegati alla noosfera ai livelli THETA, più informazioni ne ricaverete, più siete preziosi ed interessanti sarete per coloro che non hanno questo genere di collegamento.
Questo non significa che diventerete ricchi domani oppure risolverete tutti i vostri problemi.
I soldi sono una specie di “chip” che rappresenta un certo tipo di energia, e non si sa quanta energia di questo tipo voi riceverete.
C’è un segreto: non appena comincerete ad accumulare i soldi, questa energia potrebbe essere strozzata, per cui è molto meglio prendere e rilasciare, diventando una sorta di “pompa”. Sarà molto meglio. Non fissatevi sui soldi, se lo farete, il flusso diventerà più debole. Prendetevi il minimo indispensabile, e date via il resto, solo allora il flusso di denaro aumenterà. Questo è il mio pensiero.. se il mio ragionamento è giusto, lo sapremo nel futuro.”

Advanced Mind Institute italia

vedi anche
http://cromopuntura-cromos.blogspot.it/2016/04/la-risonanza-di-schumann.html

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IL BIVIO

La vita non deve essere stracolma di pesi e di privazioni. Se è così, significa che questa è la vostra scelta, il vostro sogno che state prendendo per la verità, per il dovuto. Non dovete accettarlo. Se è troppo difficile, troppo complicato, forse non è la vostra porta. Dovete svegliarvi, scuotervi e uscire dal sogno, ovvero, iniziare a proiettare il vostro film, un altro, e muovere i piedi verso un'altra porta. E ricordate: gli insuccessi non sono tali; probabilmente, sono dei bivi che vi portano allo scopo.

Vadim Zeland


Advanced Mind Italia

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venerdì 8 luglio 2016

Il mondo che vedi sei tu. Non dimenticarlo mai.

Il mondo non è altro che un riflesso di ciò che siamo dentro. Insomma, che tu ci creda o no, il mondo che vedi sei tu.

Avrete sicuramente letto che il mondo che vediamo non è altro che uno specchio di come siamo fatti dentro, dei nostri pensieri e delle nostre credenze.
Ogni persona che incontriamo, infatti, è lì per ricordarci qualche aspetto di noi stessi. Tutte le volte infatti che notiamo qualche aspetto che non ci piace in qualcuno (ma il ragionamento vale anche per gli aspetti che ci piacciono), in realtà quell’aspetto è qualcosa che ci appartiene.
Può essere qualcosa che abbiamo represso, o che manifestiamo senza accorgecene.

In pratica non attiriamo mai le persone a caso nella nostra vita, neanche quelle che incrociamo per strada e che non vedremo mai più. Tutte, e sottolineo tutte, sono lì per riflettere qualche aspetto di noi stessi. E invece che criticare le cose che non ci piacciono negli altri, sarebbe molto saggio chiedersi perchè, tra le tante cose, abbiamo notato proprio quelle.

Ma credo che ciò che ho detto finora è già conosciuto da molti dei lettori di questo blog. La legge dello specchio non è nuova infatti, e dopo la scoperta e divulgazione dei sette specchi esseni, l’argomento è sicuramente non nuovo per molti.

Ho preso spunto dalla legge dello specchio per parlare invece di un altro aspetto della stessa teoria che probabilmente sfugge a molti, ma che ritengo di fondamentale importanza per diventare creatori consapevoli della propria vita.
La legge dello specchio infatti si applica non solo a quello che notiamo nelle altre persone, bello o brutto che sia, ma anche e soprattutto a tutto ciò che ci viene detto o riferito.

Ebbene si, tutto ciò che gli altri ci dicono, piacevole o spiacevole, è derivante solo ed esclusivamente dal risultato dei nostri pensieri e delle nostre credenze.


Tutto ciò che ci viene detto non è altro che il riflesso di qualche nostro pensiero o credenza

In altre parole, siamo noi che letteralmente mettiamo in bocca delle altre persone quello che ci viene detto, anzi, che chiediamo che ci venga detto.

Non ci credete? Bene, allora forse è opportuno ricordare che siamo noi a creare il mondo che ci circonda. Più volte in questo blog ho scritto che non esiste nulla là fuori, e che la fisica quantistica ci sta dimostrando in modo innegabile che tutto quello che vediamo è solo il riflesso di quello che siamo dentro.


Il mondo è solo una illusione, nella quale ci siamo persi dopo averla creata

Facciamo un esempio con una analogia. Immaginate di stare dormendo nel vostro letto, e di sognare che qualcuno vi parla e vi dice delle cose su cui non siete affatto d’accordo, per esempio critica un vostro lavoro, o come siete vestiti.
All’improvviso un rumore esterno vi sveglia e vi riporta alla realtà. Ma siccome di solito ricordiamo l’ultimo sogno fatto, al risveglio abbiamo bene in mente ciò che quella persona nel sogno ci stava dicendo.

Ora vi faccio una domanda: al risveglio crederete che quella persona nel sogno vi ha detto realmente quelle parole, o penserete che siano solo frutto del vostro inconscio, che per qualche ragione ha portato nel vostro sogno quell’episodio facendo dire a quella persona quelle parole?
Naturalmente optereste per la seconda ipotesi, dato che siete certi che si trattava solo di un sogno, e si sa, i sogni sono generati dall’inconscio all’interno della nostra mente.

E allora, se anche la realtà che viviamo è solo una illusione creata dalla nostra mente, perchè fate fatica a credere che una critica ricevuta nella vita reale sia stata ‘indotta’ o creata da voi stessi?
So che non è facile accettarlo, ma se qualcuno vi critica per qualsiasi ragione, in realtà quella persona è solo il mezzo che il vostro inconscio ha utilizzato per portare alla luce una vostra intima credenza. La critica ricevuta per un lavoro fatto, per esempio, è in realtà il riflesso di un nostro pensiero negativo su quel lavoro.
Ecco perchè le persone di successo sono anche quelle che credono fermamente e incondizionatamente in quello che fanno. Non avendo pensieri negativi (consci o inconsci) su ciò che fanno, semplicemente non attirano mai critiche sul proprio operato.

E allora, la prossima volta che qualcuno vi dirà cose che non volevate sentire, invece di arrabbiarvi o offendervi, consideratelo un regalo che l’inconscio vi sta facendo per permettervi di portare alla luce qualche credenza o pensiero negativo che avete su voi stessi. E allora ringraziate quella persona, perchè a sua insaputa vi sta facendo un regalo immenso.

Il mondo è il riflesso dei nostri pensieri e credenze più intime, non dimenticatelo mai.
E’ per questo che prima di iniziare qualsiasi nuova attività è di fondamentale importanza allinearsi col proprio Vero Sè, al fine di essere più che convinti del fatto che siamo esseri Divini, e come tali possiamo attingere a conoscenze e potere illimitati per riuscire in qualsiasi impresa intraprendiamo nella nostra vita.

Il mondo che vedi sei tu. Non dimenticarlo mai.

Paolo Marrone
http://www.campoquantico.it/wordpress/il-mondo-che-vedi-sei-tu/

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C’è una cosa sola al mondo che non dovete mai dimenticarvi di fare ...


C’è una cosa sola al mondo che non dovete mai dimenticarvi di fare.
Se dimenticate tutto il resto,
ma non questo,
non c’è da preoccuparsi; 
se invece ricordate tutto
ma dimenticate questo,
allora non avete fatto niente nella vostra vita. 
E’ come se un re vi avesse mandato in qualche paese
a eseguire un compito,
e voi faceste mille altri servizi,
ma non quello che vi ha mandato a compiere. 
Dunque, gli esseri umani
vengono al mondo per realizzare una particolare opera. 
Quell’opera è lo SCOPO, ciascuno specifico per ogni persona.
Se non la compi
è come se una spada indiana
di valore incalcolabile
venisse usata per affettare carne putrefatta
...
§
Jalal ‘uddin R u m i
§
Foto: Dervish, photographer: Dmitri Ivanovich Yermakov, around 1870s




da Patrizia Cordioli FBLa via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

giovedì 7 luglio 2016

da ricevitore a trasmettitore.


l file di configurazione compie una funzione importante: ordina e chiarisce i pensieri, i desideri e gli scopi. 

Ad esempio: «Mi prendo cura del mio mondo e il mio mondo si prende cura di me. Il mio mondo si prenderà sempre cura di tutto e sistemerà ogni cosa. Non ho motivo di preoccuparmi. Mi sta andando tutto bene. A poco a poco il mio pianetino personale si sta trasformando in un angolo accogliente. Mi riesce tutto. Ho un aspetto meraviglioso, che migliora di giorno in giorno. Sono una personalità molto affascinante, emetto una luce interiore, la gente la percepisce e prova per me simpatia. Ho una salute di ferro, un forte potenziale energetico e un super intelletto. Posso facilmente far fronte a tutti i problemi. E anche la Forza è con me, la Forza mi guida, per questo faccio tutto in modo geniale e brillante». 

* Guardate al mondo attraverso il prisma della configurazione che vi siete dati.

* Fissate il raggio dell’attenzione sulle cose che vi soddisfano e vi piacciono, facendolo deviare da ciò che vi suscita irritazione e disturbo.

* Dichiarate le vostre forme-pensiero in ogni momento possibile, specialmente quando trovate conferma di esse.

* La pellicola che gira nel vostro proiettore virtuale è il film che vedrete nella realtà.

* Le forme-pensiero vanno trasmesse sistematicamente.

* Le forme-pensiero scritte acquistano una forza aggiuntiva.

* Il principio del boomerang è il seguente: se non volete vedere nel riflesso ostilità, aggressività, critica, dissenso, non inviate al mondo le immagini corrispondenti.
“ri-configurare” il proprio boomerang da negativo a positivo è molto semplice e si può fare in qualsiasi momento: basta svegliarsi, capire la situazione e volerla cambiare. Il messaggio di benevolenza sarà forte quanto lo sarebbe stato quello d’ira, mentre maggiore sarà la soddisfazione che ne otterrà il mittente, sia all’istante dell’invio che in seguito. Perché anche i boomerang di amore e bontà ritornano indietro, eccome! 

Il file di configurazione vi servirà inizialmente per mettere in ordine i vostri pensieri. In seguito, da una parte, con il raggio sottile della vostra intenzione dovrete filtrare solo il buono da tutto ciò che capiterà nello stra- to del vostro mondo; dall’altra parte dovrete trasmettere intenzionalmente nella realtà che vi circonda tutto ciò che ancora non avete, ma che vorreste vedere realizzato. Dovrete diventare al contempo riflettore e proiettore. Sono i primi passi della vostra meravigliosa metamorfosi da ricevitore a trasmettitore.

Vedrete che, facendo seguito alla vostra trasformazione, nella vostra realtà si produrranno cambiamenti qualitativi.  

Vadim Zeland
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mercoledì 6 luglio 2016

Estratto dal Capitolo IV - L’Equilibrio

In natura tutto tende all’equilibrio. [...]
Siamo abituati al fatto che nella vita i periodi sfortunati si alternino a quelli fortunati, il successo si alterni alla sconfitta. Tutto ciò è manifestazione della legge dell’equilibrio. [...]

L’equilibrio può essere infranto non solo dalle azioni ma anche dai pensieri. E non solo perché a essi conseguono le azioni. Come vi è noto, i pensieri emettono energia. Nel mondo della realizzazione materiale tutto ha sotto di sé una base energetica, e ciò che avviene a livello invisibile si ripercuote sul mondo degli oggetti materiali visibili. [...]

... L’uomo spesso ottiene il risultato direttamente opposto alle sue intenzioni. E non si capisce nel modo più assoluto per- ché succeda così. Per questo si ha la sensazione che agisca qualche inspiegabile forza maligna, una sorta di “legge del contrario”. [...]
... Non mancherete di notare che attorno a voi altre persone raggiungono molto di più, investendo peraltro molte meno forze. [...] Chi non sa riposare, staccare, non sa neppure lavorare.

Arrivati al lavoro, datevi in affitto. Cedete le braccia e la testa, ma non il cuore. Al pendolo del lavoro serve tutta la vostra energia, ma voi siete venuti al mondo non solo per lavorare. [...] Darsi in affitto non significa affatto essere irresponsabili e menefreghisti, ma agire in modo distaccato, evitando di creare potenziali superflui ma al contempo eseguendo puntualmente tutto quanto vi compete. [...]


“L’immersione nel lavoro” è giustificata solo in un unico caso: se il lavoro è il vostro fine. [...] Solo in quest’unico caso il lavoro diventerà il tunnel che vi porterà al successo e in questo ristretto contesto esso diventerà un elemento posi- tivo, giacché riempirà di energia, darà gioia, ispirazione e soddisfazione. [...]

... Lasciatevi prima di tutto andare e perdonatevi tutti i difetti che avete. Se ora come ora non siete in grado di amare voi stessi, cercate almeno di smettere di lottare con voi stessi e accettatevi così come siete. Solo in questo caso l’anima diventerà un’alleata della ragione. Ed essa è un’alleata
molto potente. [...]

Nonostante ciò sembri semplice fino alla banalità, tantissime persone sprecano energie colossali nella lotta contro se stessi e nel tentativo di occultare i propri difetti.
Al pari di titani, dedicano la propria vita a sostenere questo peso; se invece si permettessero di essere se stessi e di togliersi questo peso di dosso, capireb- bero che la loro vita diventerebbe immediatemente molto più semplice e leggera. L’energia verrebbe infatti deviata dalla lotta contro i difetti allo sviluppo dei meriti. [...]

... In base al Transurfing, la vecchia abitudine di mani- festare insoddisfazione per varie sciocchezze ci crea un for- te danno, mentre l’abitudine di rallegrarsi per vari e anche insignificanti motivi è molto conveniente. La conclusione è quindi una sola: occorre sostituire la vecchia abitudine con quella nuova. [...]

... Se veramente è accaduta una disgrazia rispet- to alla quale gioire risulta veramente perverso, si può seguire l’esempio del re Salomone. Egli portava al dito un anello con una iscrizione, rivolta verso l’interno così che nessuno potesse vederla. Quando doveva affrontare una disgrazia o un problema di difficile soluzione egli, rigirando l’anello, leggeva il seguente

motto: “Passerà anche questa”. [...]
Bisogna semplicemente ricordare più spesso a se stessi la propria intenzione. In questo mondo siamo tutti ospiti. Nessuno ha il diritto di giudicare quello che non è stato da lui stesso creato. [...]

Ritorniamo ancora una volta all’esempio della mostra con i quadri che non vi piacciono. Fate come se foste a casa vostra, ma ricordate che siete ospiti. Nessuno ha il diritto di giudicare, ma ognuno ha la libertà di scelta. Al pendolo conviene che voi esprimiate attivamente la vostra insoddisfazione. A voi, invece, conviene semplicemente uscire dalla mostra e sceglierne un’altra. Anticipo la domanda: e se non c’è modo di uscire? Ecco un’altra falsa convinzione insinuata dai pendoli. Questo libro è dedicato proprio ai metodi per liberarsi da queste false limitazioni. [...]

L’idealizzazione del mondo è il rovescio della medaglia dell’insoddisfazione. Le cose vengono viste dipinte di rosa e molto appare migliore di quanto non sia in realtà. Come ormai sapete, quando sembra che da qualche parte ci sia qualcosa che di fatto non c’è, sorge un potenziale superfluo.


Idealizzare significa sopravvalutare, mettere su un piedistallo, venerare, creare idoli. L’amore che crea e governa il mondosi distingue dall’idealizzazione per il fatto che esso, nella sua sostanza, è imperturbabile, impassibile, per quanto paradossale possa suonare quest’affermazione.
L’amore incondizionato è un sentimento senza diritto di possesso, è ammirazione senza adorazione, è un rapporto che non crea legami di dipendenza tra chi ama e l’oggetto del suo amore. Questa semplice formula permette di definire dove finisce il sentimento e comincia l’idealizzazione. [...]

... L’amore genera energia positiva che vi porterà su una corrispondente linea della vita, mentre l’idealizzazione crea un potenziale superfluo che produrrà le forze riequilibratrici finalizzate a eliminarlo. [...]

Se l’amore diventa rapporto di dipendenza, si viene ine- vitabilmente a creare un potenziale superfluo. Il desiderio di avere quello che non avete crea uno “sbalzo di pressione”. I rapporti di dipendenza vengono impostati sulla base di con- dizioni del tipo: «Se tu fai così, allora io faccio colà...». Di esempi se ne possono trovare a iosa: «Se mi ami, devi mol- lare tutto e venire con me in capo al mondo»; «Se non mi sposi, vuol dire che non mi ami»; «Se mi elogi, allora ti sarò amico»; «Se non mi dai la tua paletta, ti caccio via dalla cassa della sabbia» e via dicendo. [...]

La sopravvalutazione è l’attribuzione a una persona di qualità che di fatto non possiede. [...]


Facciamo l’esempio di un giovane romantico e sognatore, che nella sua immaginazione disegna

un ritratto dell’amata come “angelo di pura bellezza”. Nella realtà dei fatti, però, l’amata è una persona- lità prettamente terrestre, amante della baldoria e non affatto incli- ne a condividere i sogni del giovane innamorato. In qualsiasi caso, quando una persona si crea un idolo e lo

eleva su un piedistallo, prima o poi il suo mito verrà sfatato. [...] L’effetto delle forze equilibratrici si manifesta in modo partico- larmente chiaro nei bambini, perché a livello energetico essi sono molto più sensibili degli adulti e si comportano in modo natura- le. Se si elogia oltre misura un bambino, egli incomincerà apposta a fare i capricci. Se poi lo adulerete, incomincerà a disprezzarvi o

come minimo smetterà di rispettarvi. [...]
Il principio migliore nell’educazione e nell’approccio ai bambini (e non solo) per evitare la formazione di potenziali superflui, è quello di rivolgersi a loro come se fossero ospiti, cioè di conside- rarli degni di attenzione, rispetto e libertà di scelta, senza però per questo permettere che se ne approfittino. Il rapporto deve ricalca- re per analogia il concetto che voi stessi non siete più che ospiti in questo mondo. Se accettate le regole del gioco e non esagerate, vi verrà permesso di scegliere tutto quello che il mondo offre. [...]

... Se si desidera raggiungere un reciproco sentimento, occor- re semplicemente amare, e non sforzarsi di essere amati. [...]

... Se riuscirete ad amare senza insistere sul diritto di pos- sesso, i parametri di emissione soddisferanno quelle linee del- la vita dove esiste la reciprocità. Infatti, nell’amore reciproco non ci sono rapporti di dipendenza. Se voi avete già, non c’è motivo di preoccuparsi del diritto di possesso. Immaginate come possono aumentare le vostre chance solo per il fatto che rinunciate al diritto di possesso! Tanto più che l’amore incondizionato si incontra di rado, e ciò è già di per sé un buon motivo di interesse e simpatia nei confronti di chi lo manifesta. Pensate un po’, non vi farebbe piacere essere amati semplicemente così, senza nessun tipo di pretesa? [...]

Se qualcuno ha danneggiato i vostri interessi, egli per primo ha infranto un equilibrio, indi per cui voi risultate non tanto una fonte di potenziale insano, quanto invece un’arma in mano alle forze stabilizzatrici che tendono a restaurare l’equilibrio perduto. Allora il perturbatore della quiete avrà quel che si merita, se gli direte tutto quello che pensate sul suo conto e intraprenderete in giusta misura determinate mosse nei suoi confronti. [...]

... Il senso di giustizia ci porta sempre a condannare gente diversa e ciò finisce per diventare un’abitudine, al punto che molti, con gli anni, si trasformano in accusatori di professione. Nella maggior parte dei casi non avete cognizione delle cause che hanno indotto qualcuno a comportarsi in una determinata maniera. [...]

Non permettetevi mai di disprezzare le altre persone per alcun motivo. è il tipo di condanna più pericoloso giacché, a seguito dell’azione delle forze equlibratrici, potreste ritrovarvi al posto di coloro che disprezzate. Per le forze questo è il modo più diretto e semplice di ristabilire l’armonia perduta.

Disprezzate i poveri e i barboni? Voi stessi potreste perdere soldi e casa, e il bilancio verrebbe così ristabilito. Disprezzate i portatori di handicap? Nessun problema, si verificherà un’infortunio anche per voi. Disprezzate gli alcolizzati e i drogati? Potreste ritrovarvi tranquillamente al loro posto. Infatti, così non si nasce ma si diventa, a causa delle più disparate circostanze della vita. [...]

Non condannate mai i vostri colleghi di lavoro per alcun motivo. Nel migliore dei casi potreste ripetere i loro stessi errori. [...] Se criticate un’altra persona per il semplice fatto che non vi piace com’è vestita, voi per primi vi collocherete sulla scala “buono-cattivo” a un gradino inferiore della persona criticata, giacché emettete energia negativa. Se una persona è orgogliosa dei propri successi o è innamorata di se stessa, non fa niente di male. L’amore verso di sé è autosufficiente, e perciò non dà fastidio ad alcuno. L’equilibrio si infrange solo nel caso in cui a una eccessiva autostima si contrapponga un rapporto sprezzante rispetto alle debolezze, ai difetti o agli scarsi traguardi altrui. In questo caso l’amore di sé diventa amor proprio e la fierezza diventa vanagloria. [...]

... L’aperta manifestazione della propria superiorità non porta a niente, se non al disprezzo di chi vi sta intorno. Confrontando se stesso con gli altri a proprio vantaggio, un individuo ambisce ad autoaffermarsi artificialmente a spese altrui. Tale tendenza dà sempre origine a un potenziale, anche se si trattasse semplicemente di una velata alterigia. L’azione delle forze equilibratrici, in questo caso, si manifesta sempre in forma di botta sul naso. è chiaro che, paragonando se stesso con il mondo circostante, un individuo cerchi di dimostrare il proprio valore. Ma l’autoaffermazione a spese del paragone con gli altri è una illusione, come quando una mosca cerca di aprirsi una strada attraverso il vetro mentre vicino c’è una finestra aperta. [...]

Occorrerà quindi semplicemente smettere di cozzare come una mosca contro il vetro e dirigere
la propria intenzione a incrementare le proprie qualità senza preoccuparsi della propria posizione sulla scala dei valori. Scrollandovi di dosso il peso della preoccupazione ri- spetto all’aumento del valore personale, vi sottrarrete all’azio- ne delle forze equilibratrici, i problemi diventeranno di meno e di conseguenza diventerete più sicuri di voi stessi.

D’altro canto, sarà opportuno evitare qualsivoglia pensiero, seppur minimo, sulla vostra capacità di controllare il mondo circostante. [...]

Il Transurfing permette di scegliersi il proprio destino, senza però per questo toccare gli interessi degli altri. è sicuramente più efficace che muoversi come un carrarmato, superando un ostacolo dietro l’altro. Il destino è veramente nelle vostre ma- ni, ma solo nel senso che vi è permesso di sceglierlo, non di cambiarlo. Agendo dalla posizione di creatori del destino nel senso letterale del termine, molti subiscono delle sconfitte. Nel Transurfing non c’è posto per la lotta, per questo potete traquillamente “seppellire l’ascia di guerra”. [...]

Non pensate che coloro che vi circondano attribuiscano ai vostri difetti l’importanza che gli attribuite voi. In realtà ognuno è preoccupato solo della propria persona, per questo è meglio scrollarsi di dosso questo peso titanico: il potenziale superfluo scomparirà, le forze equilibratrici smetteranno di aggravare la situazione e l’energia che si libererà andrà in dire- zione dello sviluppo delle vostre doti.

Si tratta dunque di rinunciare a lottare contro i difetti, di rinunciare al tentativo di nasconderli e per contro di puntare a compensarli con altre qualità. [...]

Ognuno di noi ha uno scenario che gli è proprio, sarà sufficiente scegliersi il proprio “credo” e vivere in confor- mità a esso. [...]

In qualsivoglia contesto, leader diventano coloro che vi- vono in conformità al proprio credo. Se una persona si è sbarazzata del peso dei potenziali superflui e non ha niente da difendere, è interiormente libera, autosufficiente e più carica di energia. [...]

«Tanto più fortemente si vuole qualcosa, tanto meno la si ot- terrà». Quando volete avere qualcosa troppo fortemente, al punto che siete pronti a giocare tutto su questa carta, create un enorme potenziale superfluo

che infrange l’equilibrio. [...]
Si possono distinguere tre forme di desiderio. La prima è quando un forte deside- rio diventa forte intenzione di avere e agire. In questo caso il desiderio si realizza. Il potenziale del desiderio si dissolve, giacché l’energia va spesa in azione.

La seconda forma è data dal desi- derio ansioso e inerte, che di fatto è potenziale superfluo allo stato puro. Esso è sospeso nel campo energeti- co e nel migliore dei casi consuma l’energia del sofferente, nel peggiore attira i guai più diversi.

La forma più insidiosa è la terza: è il caso di un forte desiderio che si trasforma in dipendenza dall’oggetto del desiderio. [...]

Bisogna rapportarsi alla vita con più semplicità. Non trascu- rare, ma nemmeno abbellire; pensare di meno a come sono le persone, se buone o cattive, e accettare il mondo così com’è, nelle sue ordinarie manifestazioni. [...]

Accettatevi così come siete. Permettetevi il lusso di essere voi stessi. Non esaltate e non sminuite i vostri meriti e i vostri difetti. Aspirate a raggiungere una tranquillità interiore: non siete né importanti, né insignificanti.

Se la vostra situazione dipende fortemente da qualche evento, cercate un’alternativa di riserva. [...]

Non puntate mai su una carta, per quanto sicura essa possa essere! [...]

Il senso dell’umore è, per eccellenza, la negazione dell’importanza, la caricatura dell’importanza. [...]

Non vantatevi mai e in nessuna occasione di nulla, nemmeno di quello che avete giustamente meritato e tantomeno di quello che non avete ancora raggiunto. è controproducente, perché le forze equilibratrici in questo caso agiranno sempre contro di voi. Sentitevi come a casa vostra, ma non dimenticate che siete ospiti. Se vi trovate in armonico equilibrio con i pendoli che vi circondano, cioè oscillate insieme a loro all’unisono, la vostra vità scorrerà tranquillamente e piacevolmente. Siete pratica- mente entrati in risonanza con il mondo circostante, ne ricevete l’energia e senza grande fatica raggiungete i vostri fini. [...] L’unica cosa da evitare sono i movimenti bruschi e non ponderati. Troverete subito la soluzione ottimale, non ap- pena ridimensionerete l’importanza del fatto e vi libererete dall’influenza del pendolo distruttivo che non vi fa vivere  tranquilli. [...]

Estratto dal Capitolo IV - L’Equilibrio da lo spazio delle varianti Vadim Zaland
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

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