I 7 PRINCIPI SPECULARI


Ecco quindi come l’uomo, con l’immagine dei suoi pensieri, forma lo strato del suo mondo. 


Primo principio speculare

La spiegazione di questo processo è contenuta in alcuni principi. Formuliamo il primo principio speculare: il mondo, come uno specchio, riflette il vostro modo di rapportarvi nei suoi confronti.

Il mondo accetta tutto quello che pensate di lui. Ma perché mai di norma si realizzano le peggiori aspettative, mentre le speranze e i sogni non si concretizzano? Per questa domanda c’è una risposta precisa, 

Secondo principio speculare, 
ovverosia: il riflesso si forma nell’unità dell’anima e della ragione.

Se la ragione non entra in contraddizione con gli imperativi del cuore e viceversa, compare una forza ineffabile, l’intenzione esterna, che materializza il settore dello spazio delle varianti corrispondente all’immagine dei pensieri. Nell’unità di anima e ragione quest’immagine acquista contorni precisi, ed è proprio in forza di ciò che essa si incarna nella realtà.

Purtroppo, però, nella vita succede quasi sempre che l’anima ambisce mentre la ra- gione dubita e ostacola o, al contrario, la ragione esibisce i suoi argomenti convincenti ma il cuore rimane impassibile.

Quando l’unità viene violata, l’immagine risulta sfocata, quasi sdoppiata: l’anima desi- dera una cosa, mentre la ragione insiste per ottenerne un’al- tra, e solo su un punto si trovano perfettamente d’accordo: nell’astio e nei timori. Infatti, chi odia lo fa con tutta l’anima; analogamente, chi prova paura, la prova con tutto se stesso. Nell’unità della non accettazione prende vita un’immagine netta e precisa di ciò che si vuole evitare.

il terzo principio speculare :
lo specchio duale reagisce con un certo ritardo.

La diapositiva com’è chiamata nel Transurfing, può essere tranquillamente materializzata. A questo fine serve solo soddisfare una condizione elementare: occorre farsi girare la diapositiva nei pensieri sistematicamente, per un periodo piuttosto lungo di tempo.

Come vedete, il segreto è semplice ed è tutto ciò che serve. È talmente triviale che si fa fatica a crederci: un semplice e ordinario lavoro di routine e nessuna ma- gia! Ma funziona! Il problema è che la gente spesso non ha pazien- za, si entusiasma per qualche idea ma poi si raffredda velocemente,

così finisce per riporre i progetti in un cassetto fuori portata.

Quanto tempo serva per la realizzazione della diapositiva dipende dalla complessità del fine che ci si è prefissi. Fintantoché la ragione dubita della realtà della concretizzazione del progetto, l’immagine rimane sfocata. Presto o tardi, tuttavia, sullo specchio comincerà a delinearsi il profilo di un’imma- gine. Vedrete da soli quando l’intenzione esterna vi aprirà le porte necessarie, cioè quando compariranno le opportunità per la realizzazione del fine. Quando ciò accadrà, la ragione si convincerà che la tecnica porta i suoi frutti e il fine risul- ta realmente raggiungibile. Poco per volta l’anima e la ragione perverranno a un’unità e l’emissione mentale si focalizzerà creando un’immagine più netta. Alla fine si formerà il riflesso necessario e avverrà ciò che si è soliti definire “miracolo”: il sogno che sembrava irrealizzabile si sarà trasformato in realtà.

Quarto principio speculare

In ogni caso la tendenza a evitare fortemente una cosa aumenta la probabilità di uno scontro. Tutto avviene al contrario, ragion per cui l’uomo spesso viene preso dall’irritazione, per non dire che in uno stato di irritazione trascorre una gran parte del suo tempo. Lo stato d’irritazione completa il qua- dro generale della percezione del mondo. Il risultato finale è un’immagine integrale di questo tipo: «Provo un malessere, sto male». La realtà individuale si allinea a quest’immagine e tutto si dispone in modo tale che il malessere si conservi e si aggravi ulteriormente.

Con il suo atteggiamento negativo, l’uomo da solo colora di nero il suo strato di mondo.

Qualsivoglia rapporto in cui si investono lo sfrenato sentimento dell’anima e la ferma convinzione della ragione si riflette nella realtà, peraltro in forma identica, punto per punto, indipendentemente da cosa l’uomo cercasse di esprimere, se passione o non ac- cettazione. Qui, infatti, funziona il quarto principio speculare: lo specchio constata semplicemente il contenuto del rapporto, ignorando il suo orientamento. 

Quinto principio speculare:

occorre trasferire l’attenzione dal riflesso all’immagine. In altre parole, bisogna prendere il controllo dei pensieri, pensare non a quello che non si vuole e che si vuole evitare, ma a quello che si desidera e si ambisce raggiungere.

Al posto di esprimere, al solito, insoddisfazione per quanto visto nello specchio, decido di dargli la schiena e cominciare a formarmi nei pensieri quell’immagine che vorrei vedere. Questa è l’uscita dal labirinto speculare. Il mondo si è fermato, dopodiché mi si è mosso incontro. Ed ecco che io già non corro, ma sto fermo sul posto, e ora è la realtà stessa a venirmi incontro ed è già un nuovo vento quello che mi soffia sul viso: è il vento dell’intenzione esterna.

Sesto principio speculare

dice: mollare la presa sul mondo e permettergli di muoversi lungo la corrente delle varianti. L’intenzione interna cambia la sua direzione a favore di quella opposta e ciò porta a un paradosso: rinunciando al controllo si finisce per ottenere un reale controllo della situazione

Guardate tutto quello che vi circonda con occhi da osservatore. Da un lato dovrete sentirvi come partecipanti a una recita, dall’altro dovrete cercare di recitare rimanendo estranei, notando ogni tipo di movimento nel contesto circostante.

Settimo principio speculare

Trovandovi di fronte a un qualsiasi tipo di situazione, anche la più disperata e avversa, risulterete alla fin fine sempre vincitori se applicherete il settimo principio speculare: accettare ogni riflesso come positivo. Qualsiasi cosa sia, non potete sapere precisamente se si tratti per voi di un bene o di un male. E allo- ra scegliete il meglio per voi stessi! E qualora tutto vada per il verso giusto, dovrete accogliere questa riuscita non con indifferenza, come se fosse una cosa scontata, ma con gioia, foca- lizzando la vostra attenzione sul fatto che tutto sta andando a meraviglia. Qualsiasi cosa stia succedendo, tutto sta andando per il verso giusto, così come deve andare.

Vadim Zaland . Le regole dello specchio


La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

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