IL SETTIMO PRINCIPIO SPECULARE

Trovandovi di fronte a un qualsiasi tipo di situazione, anche la più disperata e avversa, risulterete alla fin fine sempre vincitori se applicherete il settimo principio speculare: accettare ogni riflesso come positivo. Qualsiasi cosa sia, non potete sapere precisamente se si tratti per voi di un bene o di un male. E allora scegliete il meglio per voi stessi! E qualora tutto vada per il verso giusto, dovrete accogliere questa riuscita non con indifferenza, come se fosse una cosa scontata, ma con gioia, focalizzando la vostra attenzione sul fatto che tutto sta andando a meraviglia.

Qualsiasi cosa stia succedendo, tutto sta andando per il verso giusto, così come deve andare. Non è altro che il famoso principio della coordinazione dell’intenzione, descritto nel terzo libro del Transurfing, Avanti nel passato.

Facciamo un esempio. Vi trovate di fronte a un problema e, al bivio, solo voi potete decidere se dichiararlo una situazione difficile o semplice. La tendenza alla negatività e la stanchezza indotta da un quotidiano pesante vi costringono a piegarvi sotto il peso del problema e a constatare tristemente: «Che situazione pesante! È una cosa troppo difficile da risolvere».

E il mondo è lì pronto a concordare: «Come vuoi, mio tesoro».

Il mondo concorda sempre. E se è così, allora agite diversamente. Ditevi: Qui tutto si risolve con poco. Definite questo problema “una cosa semplice da risolvere”, pur controvoglia. Che sia pure un postulato. Del resto, ogni problema, in sostanza, diviene difficile in forza di un piccolo dettaglio: le circostanze che lo accompagnano. Ebbene, questo dettaglio viene definito dal vostro rapporto con il problema. E il mondo di nuovo sarà d’accordo con tutto. Indipendentemente da ciò che sta avvenendo.

Sta andando tutto a rotoli? «Ma no! – direte voi – Sta andando tutto a meraviglia!».

E con facce da autentici idioti, come potreste sembrare a un uomo “di buonsenso”, vi fregherete le mani dalla soddisfazione (“che meraviglia!”), o le batterete per la gioia o farete i salti. E di lì a breve scoprirete che effettivamente la circostanza che vi sembrava sfortunata in realtà giocava a vostro favore. Questa proprietà dello specchio agisce sempre in modo inaspettato e la cosa incredibile è che ad essa non ci si può abituare. Ogni volta che la sconfitta comincia a trasformarsi in vittoria sotto i vostri occhi, proverete un entusiasmo incomparabile e vi verrà voglia di gridare: «No, non è possibile! È veramente una magia».

E pensare che solo poco prima, fermi sulle vostre posizioni di “buonsenso”, ragionavate in modo diverso ed è per questo che in cambio ricevevate in pieno i pesi e le privazioni della vita. A partire da questo momento, ogni volta che vi trovate ad affrontare un problema o una circostanza spiacevole, di qualsiasi tipo essi siano, ricordatevi che il mondo in ogni caso concorda con il vostro modo di rapportarvi alla situazione in atto e vi dirà: «Come dici tu, mio tesoro».

Vi rendete conto dell’entità della forza che si trova nelle vostre mani a partire da questo momento? Non avrete più bisogno di sperare o di aspettare che l’uccello azzurro della felicità vi faccia visita o che la ruota della Fortuna giri dalla parte giusta. Voi siete i padroni della vostra fortuna. Con un atto di volontà dichiarate che qualsivoglia evento o circostanza è favorevole e gioca a vostro favore.

Non è speranza nella buona volontà del mondo, che si preoccupa in virtù dell’amore che prova per voi. Il mondo, infatti, è uno specchio freddo e imperturbabile e se si preoccupa, è solo perché “in esso vi state rimirando in un certo modo”; non è si- curezza, che le circostanze possono in qualsiasi momento far vacillare; non è presunzione, fondata su una fede cieca nel succes- so; e non è nemmeno ottimismo inteso come tratto del carattere.

Questa è vera e propria intenzione dell’Arbitro. Voi da soli vi formate lo strato del vostro mondo, voi decidete la vostra realtà. Voi e solo voi siete gli Arbitri della realtà, a condizione che sappiate “muovervi” dando anche al mondo libertà di movi- mento. Muoversi significa seguire gli ultimi tre principi dello specchio. L’Arbitro non è tanto un personaggio attivo quanto un osservatore. E la sua volontà non risiede nel sottomettere, ma nel permettere. Ora sapete come trattare con questo stupefacente spec- chio duale. Non avete nulla da temere nel mondo, in un mondo che gli altri considerano ostile, problematico e poco incline ai compromessi. Il mondo ora è vostro! Prendetelo per mano e ditevi: “Io e il mio mondo andiamo a comprarmi un giocattolo”.

VZ
 


La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

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