Forme pensiero parassite
Un buon esercizio capace di incrementare la nostra consapevolezza sarebbe quello di stilare un elenco dei nostri parassiti.
I parassiti sono le nostre forme pensiero, i nostri demoni, le nostre piccole grandi ossessioni. La paura di fare una brutta figura, la gelosia, il dover dimostrare di valere qualcosa, il non riuscire a dire di no, credere che i soldi, il sesso o la politica siano “cose sporche”, la paura di restare senza soldi o senza un partner, credere ciecamente in qualcuno o in qualcosa (in una religione, nella scienza, in un’ideologia), ecc.
Tutto ciò con cui c’identifichiamo al punto da divenirne schiavi è un parassita, in quanto si sta nutrendo della nostra energia. La forma pensiero del partner è infatti una delle più diffuse: quello che all’inizio era amore – se mai lo è stato – può con il tempo diventare un’ossessione che ci sfinisce psicologicamente e fisicamente, invece di regalarci gioia.
Le forme parassite sono tutte le nostre credenze, le fissazioni, le paure.
“Per me quelli che parlano di Magia e Alchimia sono tutti dei ciarlatani.”
“Per me tutti quelli che parlano di spiritualità sono brave persone di cui fidarsi.”
“Per me la medicina ufficiale è tutta da buttare.”
“Per me la scienza è l’unica che può aiutarci.”
“Per me chi non fa la raccolta differenziata è un criminale.”
La situazione ha dell’incredibile in quanto la forma pensiero parassita deve per forza passare attraverso il nostro cervello, il che ci fa ingenuamente credere di stare pensando pensieri realmente nostri. Ossia non siamo in grado di distinguere tra ciò che è realmente prodotto da noi e ciò che invece ci passa solo attraverso. E tutte queste idee non-nostre siamo disposti a difenderle a ogni costo. E inoltre combattiamo contro chi vuole aprirci gli occhi verso un’altra veduta. Per esempio, la paura di restare senza soldi o senza un lavoro è una forma pensiero parassita, è la solidificazione di un’insicurezza esistenziale che in realtà nulla ha da spartire con i soldi. Il segreto per sbarazzarsene sta nel vivere ogni giorno la Sicurezza interiore, ossia nel manifestare una totale Fede nella Vita.
Eppure quando pensiamo al conto in banca ci sembra qualcosa di oggettivamente reale, di indipendente dai nostri stati d’animo.
Facciamo quindi un elenco di tutti questi parassiti.
Ma in che modo dobbiamo farlo? Questa è la parte più difficile: la lista va fatta con dolcezza, tenerezza, senza alcun giudizio né verso di loro né verso noi stessi.
Perché il giudizio è il nutrimento di tutte le forme pensiero.
Analizziamo bene questo punto. Una delle forme pensiero più grosse che ci portiamo appresso è l’idea che in noi ci sia qualcosa di sbagliato. L’idea che almeno sotto alcuni aspetti noi siamo fatti male, facciamo un sacco di errori, siamo dei buoni a nulla. Ci guardiamo ma proprio non riusciamo a vederci perfetti, c’è sempre qualcosa da mettere a posto. Da ciò consegue che non riusciamo a vedere perfetti nemmeno gli altri: qualcuno va bene ma qualcun altro proprio no.
È il senso di non essere mai all’altezza della situazione. Paradossalmente, se guardiamo le nostre forme pensiero giudicandole, le rafforziamo sempre di più. Per cui a un primo stadio l’esercizio consiste nel cominciare a elencare onestamente tutti i parassiti che abbiamo addosso. Le forme pensiero che non ci lasciano vivere e che noi crediamo facciano parte del nostro modo di essere. Giusto per fare il punto della situazione. Ogni modo di pensare parassita è come se fosse un velo davanti agli occhi: se ce ne sono uno o due qualcosa s’intravede ancora, ma se ce ne sono molti, non si vede più niente della realtà circostante.
A un secondo stadio, come lavoro di guarigione dovremmo metterci davanti allo specchio per qualche minuto completamente nudi e provare ad amarci. Se all’inizio non sappiamo cosa significa “provare ad amarci” non importa; quasi nessuno lo sa all’inizio. Proviamoci lo stesso. Guardarci nudi per qualche minuto non può farci male. È un fatto simbolico, perché in quel momento ci sentiremo nudi anche sul piano psicologico. Ogni particolare del nostro corpo rappresenta infatti un aspetto della nostra psiche. Per cui stiamo simbolicamente mettendo a nudo anche la nostra psiche. Sopportare la vista del proprio corpo nudo è difficile per la maggior parte delle persone. Anche in questo caso... se non ci riusciamo... nessun giudizio. Facciamolo con tenerezza. Proviamo tenerezza per ogni centimetro di cellulite o per ogni centimetro di altezza che ci manca. In questo modo infliggeremo un duro colpo al nostro parassita più grande: il giudizio.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
I parassiti sono le nostre forme pensiero, i nostri demoni, le nostre piccole grandi ossessioni. La paura di fare una brutta figura, la gelosia, il dover dimostrare di valere qualcosa, il non riuscire a dire di no, credere che i soldi, il sesso o la politica siano “cose sporche”, la paura di restare senza soldi o senza un partner, credere ciecamente in qualcuno o in qualcosa (in una religione, nella scienza, in un’ideologia), ecc.
Tutto ciò con cui c’identifichiamo al punto da divenirne schiavi è un parassita, in quanto si sta nutrendo della nostra energia. La forma pensiero del partner è infatti una delle più diffuse: quello che all’inizio era amore – se mai lo è stato – può con il tempo diventare un’ossessione che ci sfinisce psicologicamente e fisicamente, invece di regalarci gioia.
Le forme parassite sono tutte le nostre credenze, le fissazioni, le paure.
“Per me quelli che parlano di Magia e Alchimia sono tutti dei ciarlatani.”
“Per me tutti quelli che parlano di spiritualità sono brave persone di cui fidarsi.”
“Per me la medicina ufficiale è tutta da buttare.”
“Per me la scienza è l’unica che può aiutarci.”
“Per me chi non fa la raccolta differenziata è un criminale.”
La situazione ha dell’incredibile in quanto la forma pensiero parassita deve per forza passare attraverso il nostro cervello, il che ci fa ingenuamente credere di stare pensando pensieri realmente nostri. Ossia non siamo in grado di distinguere tra ciò che è realmente prodotto da noi e ciò che invece ci passa solo attraverso. E tutte queste idee non-nostre siamo disposti a difenderle a ogni costo. E inoltre combattiamo contro chi vuole aprirci gli occhi verso un’altra veduta. Per esempio, la paura di restare senza soldi o senza un lavoro è una forma pensiero parassita, è la solidificazione di un’insicurezza esistenziale che in realtà nulla ha da spartire con i soldi. Il segreto per sbarazzarsene sta nel vivere ogni giorno la Sicurezza interiore, ossia nel manifestare una totale Fede nella Vita.
Eppure quando pensiamo al conto in banca ci sembra qualcosa di oggettivamente reale, di indipendente dai nostri stati d’animo.
Facciamo quindi un elenco di tutti questi parassiti.
Ma in che modo dobbiamo farlo? Questa è la parte più difficile: la lista va fatta con dolcezza, tenerezza, senza alcun giudizio né verso di loro né verso noi stessi.
Perché il giudizio è il nutrimento di tutte le forme pensiero.
Analizziamo bene questo punto. Una delle forme pensiero più grosse che ci portiamo appresso è l’idea che in noi ci sia qualcosa di sbagliato. L’idea che almeno sotto alcuni aspetti noi siamo fatti male, facciamo un sacco di errori, siamo dei buoni a nulla. Ci guardiamo ma proprio non riusciamo a vederci perfetti, c’è sempre qualcosa da mettere a posto. Da ciò consegue che non riusciamo a vedere perfetti nemmeno gli altri: qualcuno va bene ma qualcun altro proprio no.
È il senso di non essere mai all’altezza della situazione. Paradossalmente, se guardiamo le nostre forme pensiero giudicandole, le rafforziamo sempre di più. Per cui a un primo stadio l’esercizio consiste nel cominciare a elencare onestamente tutti i parassiti che abbiamo addosso. Le forme pensiero che non ci lasciano vivere e che noi crediamo facciano parte del nostro modo di essere. Giusto per fare il punto della situazione. Ogni modo di pensare parassita è come se fosse un velo davanti agli occhi: se ce ne sono uno o due qualcosa s’intravede ancora, ma se ce ne sono molti, non si vede più niente della realtà circostante.
A un secondo stadio, come lavoro di guarigione dovremmo metterci davanti allo specchio per qualche minuto completamente nudi e provare ad amarci. Se all’inizio non sappiamo cosa significa “provare ad amarci” non importa; quasi nessuno lo sa all’inizio. Proviamoci lo stesso. Guardarci nudi per qualche minuto non può farci male. È un fatto simbolico, perché in quel momento ci sentiremo nudi anche sul piano psicologico. Ogni particolare del nostro corpo rappresenta infatti un aspetto della nostra psiche. Per cui stiamo simbolicamente mettendo a nudo anche la nostra psiche. Sopportare la vista del proprio corpo nudo è difficile per la maggior parte delle persone. Anche in questo caso... se non ci riusciamo... nessun giudizio. Facciamolo con tenerezza. Proviamo tenerezza per ogni centimetro di cellulite o per ogni centimetro di altezza che ci manca. In questo modo infliggeremo un duro colpo al nostro parassita più grande: il giudizio.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
Il denaro al servizio dell'umanità
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