venerdì 12 giugno 2020

guarda in faccia il tuo inconscio

guarda in faccia il tuo inconscio- Chiudi la porta della tua stanza e metti uno specchio davanti a te (non più piccolo di cm. 40x30). C'è bisogno che la stanza sia buia. Quindi accendi una candela davanti allo specchio, in modo che non venga riflessa direttamente. Lo specchio riflette solo il tuo volto. Poi fissa i tuoi occhi, senza togliere lo sguardo dallo specchio. E' una meditazione di 20-30 minuti per le prime volte, poi lasciate che sia il vostro intuito a guidarvi.
Continua a fissare i tuoi occhi riflessi, continua a fissarti negli occhi, i tuoi occhi, e nel giro di due o tre giorni ti accorgerai di un fenomeno singolare: il tuo volto assumerà nuove fisionomie. Ti potrai persino spaventare. Il volto nello specchio comincerà a cambiare. A tratti comparirà un volto molto diverso che non riconoscerai neppure come il tuo.
Ma di fatto tutti questi volti ti appartengono. Ora la mente subcosciente è pronta ad esplodere. Questi volti, queste maschere ti appartengono. Cominceranno ad apparire volti di vite passate. Dopo una settimana, il tuo volto diventerà un flusso, un film. Volti diversi continueranno ad apparire per poi scomparire.... e dopo tre settimane ( c'è chi ci mette anche un mese solo per inziare a fare le prime visualizzazioni) non riuscirai più a ricordare quale sia il tuo vero volto, perché ne avrai visti passare troppi. Se perseveri, dopo la terza settimana, un giorno all'improvviso accadrà la cosa più strana: tutto ad un tratto lo specchio non rifletterà più alcun volto. Lo specchio sarà vuoto. Non ci sarà nessun volto. Questo è il momento: chiudi gli occhi e guarda in faccia il tuo inconscio. Sarai nudo, cosi come sei in realtà. Ogni inganno sarà caduto e solo allora comincerai a vedere chi veramente sei stato nella vita passata.
Per ottenere buoni risultati è necessario praticare la meditazione per un mese una volta al giorno, è una meditazione molto forte che richiede molta energia e tanta volontà. Osho



Davanti allo specchio- Senza mai chiudere gli occhi, siedo davanti allo specchio illuminato da una candela, il mio volto riflesso che ondeggia, mutevole, rivelando facce, parvenze. E d’un tratto lo specchio è vuoto! Il volto che stavo osservando è sparito. Sto fissando il vuoto! Tengo gli occhi aperti per pura forza di volontà. Il corpo comincia a tremare, il cuore mi batte all’impazzata, il sudore mi scende dalla fronte mescolandosi alle lacrime prodotte dai miei occhi doloranti. Ma in un angolo imprecisato dentro di me si risveglia un ricordo: Osho che descrive questa tecnica, il tratak, e parla dello specchio che alla fine diventa vuoto. Esorta, una volta arrivati a questo punto, a non distogliere lo sguardo, a perseverare. E dice che sarebbero affiorati volti appartenenti a vite passate.
E succede in un istante. Nello specchio riappare un volto. Non è il mio, eppure sono io. I tratti del viso sono differenti – la forma degli occhi, il taglio della mascella – ma contengono anche un’inequivocabile qualità di me. Poi sparisce, solo per lasciare il posto al successivo. E prende il via il turbine. Appare un volto, riempiendo lo specchio per un istante, poi scolora, dissolvendosi in un altro. Sopracciglia che si assottigliano e si inarcano, poi si infoltiscono, pesanti sulla fronte. Attaccature dei capelli ora basse, ora alte. Barbe che si accorciano, poi si allungano. Occhi ora spalancati, ora ridotti a piccolissime fessure. Infine resta solo un volto, costante, a osservarmi dallo specchio. Un viso ovale, più vecchio del mio, dagli zigomi alti e la fronte liscia e piatta. La barba incolta e brizzolata che nasconde la bocca; gli occhi di un marrone orientale, liquido e profondo. Tibetano. Per qualche ragione il viso sembra tibetano. Immobili, riflettiamo l’uno il viso dell’altro, i nostri sguardi incollati.
Poi, ancora una volta, per una minima frazione di secondo, lo specchio torna a essere vuoto. E un attimo dopo guardo dritto negli occhi di un lupo che ringhia! I miei occhi si chiudono bruscamente. E rimango seduto lì, nella mia oscurità interiore, tremante.
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