SIGILLI MAGICI
Ed eccoci arrivati all’inevitabile, oserei dire quasi obbligatorio, post sulla Magia dei Sigilli. La Sigil Magick è una pratica, in realtà, molto antica. La sintesi di un concetto, del nome di uno spirito, dell’essenza di un Mago o di un elemento cerimoniale in un simbolo grafico è qualcosa che l’umanità utilizza probabilmente dal Paleolitico. La sintesi moderna di questa pratica, tuttavia, è generalmente accreditata ad Austin Osman Spare (1886-1956), occultista, mago praticante e artista, nonché uno dei fondatori della Chaos Magick o Magia del Caos. Con qualche piccolo aggiustamento personale qua e là, in questo articolo spiegherò il metodo più diffuso per la creazione di Sigilli e per la loro attivazione.
Nella tecnica di Spare, ciò che viene ridotto a Sigillo (o monogramma) è una frase, una dichiarazione d’intenti riguardante un effetto che vogliamo manifestare nella nostra vita. Per esempio, poniamo il caso di voler ricevere una tanto sudata promozione sul posto di lavoro: scriveremo su un foglio di carta la frase:
RICEVO UNA PROMOZIONE
È importante scrivere la frase in termini positivi, evitando qualsiasi negazione. Ed è anche utile metterla al presente, come se la cosa stesse già avvenendo o fosse già avvenuta, con certezza assoluta. Usiamo, quindi, una frase come “Ho una salute di ferro” ed evitiamo formule come “Non mi ammalo mai”. E non poniamo l’enfasi sul desiderio e sulla mancanza di qualcosa (“Voglio trovare l’anima gemella”) ma sul risultato come se l’avessimo già ottenuto (“Ho una relazione stabile con un partner”). Secondo tutti i principali modelli di spiegazione dei fenomeni magici (che vedremo in un prossimo articolo), porre l’attenzione sulla mancanza e sul desiderio significa che “invieremo” tale sensazione e che manifesteremo altra mancanza e altro desiderio… Un risultato opposto a quello che vogliamo ottenere.
Scritta la frase, come prima cosa togliamo tutte le vocali e lasciamo solo le consonanti. Riprendendo l’esempio precedente, otterremo:
RCV N PRMZN
Queste sono le lettere “chiave” che determinano il senso della frase. Non è un caso che in molte lingue antiche (come tutte le lingue semitiche, Ebraico compreso) le lettere dell’alfabeto esprimano solo consonanti. La vocalizzazione è determinata dal contesto della frase, dalla tradizione orale oppure dall’introduzione di piccoli segni vocalici che si “appoggiano” alle consonanti (la stessa cosa, peraltro, accade nelle lingue Elfiche inventate da Tolkien). Ora, per semplificare ulteriormente, eliminiamo tutte le consonanti che compaiono più di una volta e uniamo le lettere che rimangono:
RCVNPMZ
Ottenuto lo “scheletro” della dichiarazione, ora affrontiamo la parte più divertente! Uniamo queste lettere in un simbolo che le contenga e che, ai nostri occhi, possa apparire esteticamente gradevole e sufficientemente misterioso o magico. Semplifichiamolo, ridisegnandolo più volte, fino ad arrivare a un risultato che riteniamo soddisfacente, facendo in modo che le lettere non siano più riconoscibili e, di fatto, non si possa più risalire dal simbolo alla frase originaria. Qui sotto troverete cinque diversi esempi di come sia possibile “sigillare” le lettere di questo esempio:
A questo punto il Sigillo va “attivato”, cioè va impresso nel simbolo che abbiamo creato l’intento contenuto nella nostra frase. Ci sono molti metodi diversi per attivare un sigillo: l’energia sessuale (osservarlo intensamente al momento dell’orgasmo), la meditazione (concentrarsi sul Sigillo guardandolo fino a che non sembra trasformarsi in qualcos’altro o non sparisce dalla nostra visuale), la trance indotta da certi tipi di musica, magari con l’ausilio di candele e incensi… Il metodo che scegliamo dipende dalla nostra indole e da ciò che riteniamo essere più efficace e pratico. Lo scopo, in ogni caso, è quello di entrare in uno stato leggermente alterato di coscienza, mantenendo bene in mente l’intento della frase, quindi osservare il sigillo per qualche minuto. Potrà capitarci di vedere delle linee luminose attorno alle righe che abbiamo tracciato oppure potremo vedere il Sigillo “dondolare”, muoversi come se le linee venissero distorte o, addirittura, avere l’impressione che il disegno “esca” dal foglio. Questi segnali visivi sono l’indizio che l’attivazione è avvenuta e che il Sigillo è ora pronto per essere “lanciato”.
Anche in questo caso, le scuole di pensiero sono molte e differenti. “Lanciare” il Sigillo significa inviare il segnale all’Universo per poi dimenticarci dell’operazione il prima possibile (un punto su cui ci sono pareri discordanti e che potrà essere discusso in un successivo articolo di approfondimento).
Alcuni preferiscono bruciare il foglio di carta utilizzato per disegnare il simbolo, altri gettarlo in acqua corrente… Altri ancora lo attaccano allo specchio dell’ingresso o del bagno, in modo da vederlo quotidianamente, facendolo diventare pian piano una parte integrante del “paesaggio” domestico. Quale che sia il metodo da voi scelto per la vostra pratica “standard” quotidiana, ora il Sigillo è stato “inviato” e non vi resta che concentrare la vostra attenzione cosciente su altro e attendere i risultati.
Alcuni preferiscono bruciare il foglio di carta utilizzato per disegnare il simbolo, altri gettarlo in acqua corrente… Altri ancora lo attaccano allo specchio dell’ingresso o del bagno, in modo da vederlo quotidianamente, facendolo diventare pian piano una parte integrante del “paesaggio” domestico. Quale che sia il metodo da voi scelto per la vostra pratica “standard” quotidiana, ora il Sigillo è stato “inviato” e non vi resta che concentrare la vostra attenzione cosciente su altro e attendere i risultati.
Cominciate a praticare la Sigil Magick e raccontatemi le vostre esperienze: che tecnica avete deciso di utilizzare per creare il simbolo, per attivarlo e lanciarlo e, naturalmente, i risultati che avete ottenuto. Buon divertimento!
https://lastellaaottopunte.wordpress.com/2018/05/24/scarabocchi-che-esaudiscono-desideri/
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
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