principio alla base del Transurfing
Il principio alla base del Transurfing è che l’uomo con i suoi pensieri si forma la sua realtà. Sembrerebbe strano: perché mai un fenomeno del genere è possibile, se i pensieri non sono materiali? Risposta: perché i pensieri non si trovano nella testa ma nello spazio metafisico e non materiale delle varianti, che conserva in modo stazionario tutto ciò che era, è e sarà.
I pensieri sono come i canali del televisore, e l’uomo è semplicemente un biotelevisore perfetto, in grado di connettersi a piacere all’uno o all’altro settore particolare dello spazio, dove si trovano questi stessi pensieri, “programmi televisivi”. E, similmente a un televisore, l’uomo non “genera” i programmi, li capta.
L’uomo, però, è in grado di prendere in mano “il suo telecomando” e cambiare canale. Sì, la realtà non cambierà immediatamente: all’inizio, per forza di inerzia, verrà trasmesso lo stesso programma, ma se si insisterà a premere sul tasto giusto, il vecchio serial lascerà progressivamente posto alle scene del nuovo programma e alla fin fine la nuova realtà sostituirà completamente quella precedente. Così si materializzano i pensieri. L’unica condizione che bisogna osservare strettamente è la seguente: affinché la forma-pensiero si materializzi, è necessario fissare su di essa la propria attenzione a lungo e in modo sistematico.
Nella teoria del Transurfing ci sono diversi modelli “dimostrativi” che illustrano come questo funzioni. Uno di essi è stato creato in analogia al procedimento di sintonizzazione della radio su una frequenza: le persone capitano su quella linea della vita i cui parametri corrispondono all’“emissione mentale” che hanno in testa. In altre parole, ci si trova nella realtà corrispondente alla frequenza d’onda su cui ci si è sintonizzati.
VZ
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