LE REGOLE DELLO SPECCHIO

Il mondo materiale è la realizzazione dell’energia mentale emessa attraverso i nostri pensieri. Non c’è giusto, non c’è sbagliato, il mondo come uno specchio è sempre d’accordo con l’emissione dei nostri pensieri. Il mondo è sempre d’accordo con tutti e davanti a ognuno si presenta nella veste da lui ordinata.

Ecco quindi come l’uomo, con l’immagine dei suoi pensieri, forma lo strato del suo mondo. Vediamo quali sono i principi dello specchio.

1. Il mondo come uno specchio riflette il nostro modo di rapportarci nei suoi confronti. Il mondo accetta tutto quello che pensiamo di lui.

2. Il riflesso, la realizzazione materiale del mondo, si forma nell’unità tra anima e ragione. Se la ragione non entra in conflitto con gli imperativi del cuore e viceversa, compare una forza incredibile che è l’intenzione esterna che materializza il settore dello spazio delle varianti corrispondente all’immagine dei pensieri. Però nella vita succede quasi sempre che l’anima ambisce mentre la ragione dubita e così l’immagine rimane sfuocata.

3. Lo specchio duale reagisce con un certo ritardo. Per questo occorre far girare la diapositiva dei pensieri sistematicamente per un periodo più o meno lungo. Quindi ci vuole pazienza e tutto, dico tutto, è possibile realizzare.

E’ importante creare un buon rapporto con il mondo perché è il terreno su cui stiamo lavorando. Possiamo ripeterci: “il mio mondo si occupa di me”. Questa affermazione ripetiamola sempre, anche quando lo specchio riflette situazioni spiacevoli, in poche parole evitiamo di emettere pensieri contrari al nostro fine.

Fintanto che l’uomo pone la sua attenzione sul riflesso e non sull’origine, gli sembrerà che le cose accadono, anche quelle peggiori. Ma è solo un’illusione, bisogna solo lavorare sull’emissione dei pensieri originali. Evitiamo pertanto stati di irritazione, fastidio, rabbia, giudizio e lamentela verso il mondo perché cosi andiamo solo a rafforzare una realtà che non ci piace.

Bisogna smettere di inseguire il riflesso e fermarsi, in pratica distogliere lo sguardo dall’intenzione interna così da permettere al mondo di fermarsi e cominciare a girare a nostro favore (il mondo si cura di me). Per questo i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.

4. Per attivare l’intenzione esterna occorre trasferire l’attenzione dal riflesso esterno all’immagine originale, ovvero prendere il controllo dei pensieri, pensare non a quello che non si vuole evitare, ma a quello che si ambisce raggiungere.

Se io osservo che piove e dico “non voglio che piova” sto semplicemente ripetendo quel che vedo e così questa realtà si rafforza. Devo imparare a vedere prima dentro ciò che non si è ancora realizzato nello specchio.

I nostri pensieri devono essere sempre orientati in positivo verso quello che vogliamo vedere, soltanto così lo specchio renderà quanto pensato. Ci vuole pazienza e consapevolezza e far girare le immagini delle diapositive sistematicamente, senza farsi distrarre dai riflessi. Mai reagire al mondo, mai dare importanza a quello che si vede e rimanere sempre centrati, osservatori.

5) Bisogna prima creare un buon rapporto con noi stessi affinché lo specchio rifletta altrettanto. Concentriamo l’attenzione sui risultati che vogliamo raggiungere e osserviamo nello specchio tutto quello che ci piace e che si avvicina alla realizzazione del fine. Ripetiamo: “di giorno in giorno, va sempre meglio”. La realtà non si cambia in un click, ma a piccoli passi. Ripeto, ci vuole pazienza.

Tutto quello che serve è fare un ordine e permettere al mondo di soddisfarlo, ma noi non glie lo permettiamo perché pretendiamo, richiediamo, temiamo e dubitiamo. Anche il mondo in questo caso pretende, richiede, teme e dubita, cioè rispecchia perfettamente il nostro atteggiamento.

L’attenzione deve essere concentrata sul traguardo finale, sul fine ultimo, come se fosse già raggiunto. Il mondo si muove incontro a noi per tutto il tempo che siamo concentrati nell’immagine della diapositiva. Ma se ci distraiamo un attimo e vediamo il riflesso dello specchio (il mondo materiale), la nostra attenzione può essere catturata e finiamo col dare energia allo specchio, quindi la realtà che non ci piace.

In pratica mentre ci si guarda allo specchio (io nel mondo materiale), occorre muovere non il riflesso (il mondo materiale), ma l’immagine stessa, cioè il proprio rapporto con il mondo e l’orientamento dei pensieri. L’intenzione interna della mente cercherà di farci intervenire sul riflesso, con l’intenzione esterna lasciamo tranquillo lo specchio e focalizziamo l’attenzione sull’immagine dei nostri pensieri, ottenendo così tutte la forza che serve per cambiare il nostro mondo.

Qualunque sia la realtà che osserviamo, anche la più oscura, evitiamo di farci distrarre emettendo emozioni basse che rafforzano quella realtà stessa.

Il problema non è la realtà materiale ormai realizzata, ma come io mi relaziono ad essa. Il problema non è la rabbia, ma come io reagisco ad essa.
Ci vuole un grosso controllo dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, altrimenti non si va da nessuna parte!

6) Come abbiamo visto la corrente delle varianti, se non viene disturbata, dirige il corso degli eventi verso un percorso ottimale, quindi questo principio dice di mollare la presa sul mondo e permettergli di muoversi lungo la corrente delle varianti.

Si crea un paradosso, rinunciando al controllo, si finisce per ottenere un reale controllo della situazione. Dobbiamo guardare al mondo esterno da “osservatori”, partecipare alla recita e rimanere allo stesso tempo estranei e concentrati nel nostro mondo interno. Se qualcuno ci propone una cosa, non abbiamo fretta di rifiutare, se qualcuno ci propone un consiglio, aspettiamo a rifiutare, e così via.

7) Dobbiamo accettare ogni riflesso come positivo e permettere alla corrente delle varianti di muoversi liberamente, pensare che tutto sta andando per il verso giusto e che tutto si risolve con poco, che tutto gioca a nostro favore. Siamo tutti osservatori e la nostra volontà non risiede nel sottomettere, ma nel permettere.

Lo specchio duale concorda con tutto, controllando il corso dei propri pensieri, si arriva a gestire la propria realtà. Per dare maggiore forza alla manifestazione della nuova realtà bisogna imparare a sentirla dentro, a sentirsi tutt’uno con l’immagine della nuova realtà, a non sentirci separati da essa perché altrimenti lo resterà davvero.

Quindi, riassumendo, bisogna restare concentrati sul fine con una forte intenzione. Bisogna tenere sotto controllo i propri pensieri e dichiarare la propria intenzione continuamente, al presente, come se fosse già realizzata: “io sono pieno di prosperità, io sono sano, io sono do e ricevo amore, io sono pienamente soddisfatto della mia vita, nel mio mondo sono felice, ecc”.

Dobbiamo impedire ai pensieri cupi e negativi di girare nella nostra testa perché sono solo spazzatura che rallenta il nostro processo di realizzazione della realtà. Essere sempre positivi: “il mio mondo si occupa di me”.

Fontei Andrea Giavara www.iocreo.info 21 
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