L’uomo non pensa con il cervello ma con il campo morfologico
L’uomo non pensa con il cervello
ma con il campo morfologico che lo circonda e che consiste,
detto in parole povere, in miliardi di lampadine. Esse si
accendono e si spengono, come in un computer antidiluviano.
Il campo morfologico scintilla, brilla, riluce di tutti i colori: proprio
questo è il cosiddetto “processo mentale”. Ovviamente il
cervello partecipa all’attività mentale, ma solo parzialmente. I
pensieri di per sé non si trovano dentro la testa ma fuori. Il pensiero
è un processo d’interazione tra le “lampadine” del campo
morfologico e i settori dello spazio delle varianti. Quando la
lampadina si accende significa che si è stabilita una connessione
tra il cervello della persona e l’informazione cui si è collegata
nel dato momento. Alla persona sembra che in testa le sia apparso
un qualche pensiero, ma di fatto in testa non c’è niente,
oltre a una massa grigia e gelatinosa. Anche la memoria non ha
alcuna relazione con i neuroni del cervello. Di nuovo, per dirla
in parole povere, quando si accende una lampadina nel campo
morfologico si stabilisce una connessione con un determinato
settore dello spazio delle varianti che contiene l’informazione
che la persona crede di ricordare. Se questo collegamento per
qualche motivo non può essere fissato, allora la persona non
riesce a ricordare. In modo analogo succede con i sogni: essi
nascono non in testa ma lì vengono proiettati, come su uno
schermo, provenendo dallo spazio delle varianti. VZ
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
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