VINCERE AL GIOCO

Alla luce di quanto detto sembrerebbe che la dichiarazione d’intenzione possa essere utilizzata quando si gioca con pendoli insidiosi come la borsa, il casinò e le scommesse. In realtà, si potrebbe. Le probabilità di successo aumentano se, al momento di puntare il denaro e durante il gioco, ci si fa girare in testa la diapositiva di una vincita incondizionata. Non che sia una cosa facile, purtuttavia è possibile. Di solito tutti i pensieri di un giocatore si riducono a formule del tipo: “Se potessi vincere!”, “E se perdo?”, “No, comunque devo vincere», “Questa volta avrò fortuna”. Ma sono formule che non funzionano. In esse il desiderio, il pensiero di come vincere, la paura dell’insuccesso, la speranza nel successo, si trovano mescolati in un tutt’uno. Al contrario, bisogna eliminare ogni tipo di ragionamento e di emozione, compresa la speranza di successo. In testa deve rimanere solo l’incondizionata e impassibile risolutezza ad avere la vittoria. “Sono un vincitore”, ecco quale dev’essere la dichiarazione, per di più pronunciata senza cause, condizioni e punti esclamativi. Se riuscirete a raggiungere questo stato di risolutezza incondizionata e impassibile ad avere, le possibilità di successo aumenteranno notevolmente. A dire il vero, però, il discorso qui non si esaurisce. In una stessa sessione di gioco si può avere successo una volta, due, tre, ma il successo non può continuare all’infinito, perché ogni uomo rimane uomo e pertanto non è in grado di mantenere costantemente un livello d’importanza irreprensibilmente basso. Ogni gioco d’azzardo è un credito energetico che può facilmente convertirsi in un passaggio indotto e concludersi con un triste finale. Questi problemi sono già stati dettagliatamente discussi nel primo libro del Transurfing, quindi non ci soffermeremo di nuovo su di essi. Qui si può solo dire che c’è un solo modo per evitare di pagare gli interessi su questo tipo di prestito e cioè uscire in tempo dal gioco. Non solo: non basterà uscirne semplicemente, ma svincolarsi totalmente dal benché minimo legame con questo pendolo, eliminare l’emissione mentale alla sua frequenza. In altre parole, si dovrà, per un certo periodo di tempo, re-indirizzare l’attenzione su qualcos’altro e non pensare per alcun motivo al gioco. Solo smettendo di oscillare insieme a questo pendolo ci si potrà salvare dal risucchio del passaggio indotto. Dopo avere completamente interrotto ogni rapporto con questo pendolo, sarà possibile cominciare una nuova sessione di gioco. In generale, comunque, giocare con il pendolo è molto pericoloso e imprevedibile, perché nessun essere umano possiede “un’impassibile risolutezza ad avere”, quella che si ritiene necessaria. In sostanza, non si tratta neanche di un gioco ma di una danza con un’ombra. Il pendolo è un’ombra invisibile, fredda e spietata. Non possiede né consapevolezza né intenzione. Non ha né anima né mente, che, contrapponendosi, creano emozioni, impulsi e debolezze.
VZ

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