COSA NON HA DETTO TAFTI
"Quanto è importante la questione della fede nel fotogramma che si intende illuminare? Non che io dubiti dei miei desideri, ma a volte, a seconda del mio umore, mi vengono in mente pensieri del genere."
La fede arriverà in un secondo momento. All'inizio bisogna fare. Non a caso Tafti consiglia di praticare più spesso.
In primo luogo bisogna esercitarsi ad attivare la treccina, e in secondo luogo occorre cambiare il programma, il proprio modello mentale. Quando lei avrà verificato ripetutamente che la treccina funziona, allora lei ci crederà.
"Mi dica, ci sono misure precauzionali o consigli utili da seguire quando si lavora con la treccina? Cosa si può e cosa non si può fare?"
Può trovare maggiori dettagli sulla treccina nel capitolo "La treccina con i flussi". Quando si comincia a sentire la treccina e a lavorarci su, compaiono diverse sensazioni e ognuno prova le sue. Potrebbero esserci sensazioni temporanee di disagio che tuttavia scompaiono presto. Ma per il momento non sono stati segnalati fenomeni così terribili da indurre a parlare di misure cautelari e tecnica di sicurezza.
"Ha senso attivare la treccina durante la preghiera? O il potere della preghiera non necessita di essere rafforzato con l'aiuto della treccina?"
Non sta a me giudicare una situazione del genere, non sono un uomo di Chiesa. Ma credo che se lei si rivolge a Dio, Egli la sentirà comunque, mentre se lei si rivolge alla realtà, 0 più precisamente, intende cambiarla, la treccina le servirà, soprattutto per rafforzare significativamente la sua intenzione.
"Ho due problemi: non riesco a concentrarmi per molto tempo sull'immagine del mio fine e sulla treccia. Se esiste un algoritmo, lo scriva".
Non c'è alcuna necessità di immaginare il proprio fine per molto tempo. La tecnica della treccina è pensata per brevi momenti di concentrazione sul fotogramma del fine. Per maggiori informazioni su come immaginarsi la treccina legga il capitolo "La treccina con i flussi".
"Domanda: quando si evidenzia un fotogramma o un fine, bisogna illuminare solo un unico fotogramma oppure anche due o tre? Dopotutto, la vita è poliedrica, si vuole e questo, e quello, e una terza cosa e un'altra ancora ..."
Se lei è già un esperto di gestione della treccina, può illuminare anche dieci fotogrammi in una stessa sessione di lavoro con la treccina. E se lei è in grado di concentrarsi su ognuno di questi fotogrammi mentre tiene il controllo della treccina.
Tenga però ben presente che tutti questi fotogrammi non si devono contraddire tra di loro. È un aspetto da non sottovalutare. In linea generale nessun fotogramma deve entrare in contraddizione con gli altri.
Comunque sarebbe meglio dedicare a ogni sessione di lavoro con la treccina un solo fotogramma. È più affidabile ed evita di creare confusione. Gli altri fotogrammi possono essere illuminati singolarmente durante il giorno. Si possono anche illuminare ripetutamente fotogrammi diversi singolarmente, l'importante è farlo sistematicamente.
"Ecco una domanda che forse spesso è stata ripetuta ma che io pongo lo stesso: non sento la treccia, non capisco come attivarla. Non la sento né fisicamente né energeticamente, però, quando provo a fare cose facili come sedermi in un determinato posto in autobus oppure ottenere qualcosa, ebbene,... tutto funziona. Funziona, anche se, ribadisco, non ricorro all'attivazione della treccina! O almeno io penso così... Non sono in tensione, non sforzo i muscoli, non faccio niente. Forse non bisogna attendersi una sensazione di calore o energia tra le scapole e basta semplicemente immaginare che la treccia sia lì ?! La tecnica comunque è fantastica, ma mi preme molto chiarire questi dettagli per capirla meglio!"
Se lei non sente la treccina significa che o lei non sente affatto la sua energia individuale, o la sua treccia è molto atrofizzata. Ciò che non viene utilizzato si atrofizza, come succede con i muscoli. Lei dovrà svilupparla mediante esercizi costanti. Lavori con le energie, come descritto nel capitolo "La treccina con i flussi".
Supponiamo che la sua treccina sia atrofizzata. Se anche così fosse, ciò non significa che essa non possa funzionare per le cose più semplici. Sarà sufficiente prestare attenzione al punto tra le scapole, anche se lei non sente nulla, ed illuminare il fotogramma. Sarà abbastanza.
Passerà del tempo, la sua treccia si svilupperà per bene e lei potrà manipolarla con la stessa facilità con cui muove la mano, e allora potrà creare eventi più complessi.
"Disegni uno schema approssimativo della treccina, per far capire com'è e dove si trova."
Lo schema della posizione della treccia non solo non le darà nulla, ma potrebbe anche finire per disturbarne la percezione, perché si tratta di una sensazione soggettiva che ognuno coglie in modo personale. Lei deve solo sentire che dietro alle scapole c'è qualcosa.
Se la sensazione si ripete di volta in volta, allora è autentica. Quale sia la sensazione, non ha importanza. Le sensazioni che si possono provare in altre zone, come per esempio a livello del plesso solare, sono diverse. La treccina si colloca dietro le scapole. Se lei si rompe la testa nel pensare a dove si trovi esattamente e come sia, non otterrà nulla. Non si sforzi troppo. Provi a cogliere la sensazione di avere qualcosa dietro le scapole, quindi, senza lasciar andare questa sensazione, immagini di vedere di fronte a lei, sul suo schermo interno o nei suoi pensieri e nelle sue parole, il fotogramma desiderato. È una cosa semplice da fare: lei deve cominciare col cogliere la sensazione, poi deve focalizzarsi in essa per un minuto o anche meno, ancorare il fotogramma e quindi abbandonare la sensazione.
"Immagini due scolari di prima classe, il Ns 1 e il Ns 2. Il Ns 1 impara a risolvere problemi difficili da solo e per questo gli ci vuole più tempo. Il Ns 2 ha una bacchetta magica che lo aiuta a risolvere i problemi rapidamente, senza fare alcuno sforzo. Alla fine del ciclo scolastico, in undicesima classe, il Ns 1 ha esperienza, conoscenze, sa come risolvere tutti i problemi, sa fare molte cose. In quanto al Ns 2, se gli si toglie la bacchetta magica si scopre che è rimasto a livello di prima elementare. Vien fuori quindi che non c'è crescita e sviluppo. Letteralmente non si capisce a cosa si devono i successi. Disegno qui un quadro approssimativo della situazione, la mia non vuole essere una critica. Cos'è il metodo Tafti: una bacchetta magica? Un mezzo per evitare gli ostacoli?"
Lei forse intende dire che uno scolaro che usa la treccina non possa imparare nulla? E addirittura sostenere esami senza preparazione? No, non è così.
La treccina non è una bacchetta magica. Aiuta solo ad accedere al film dove agli esami ci saranno domande più facili o problemi che già si sono risolti in precedenza e si conoscono bene. In ogni caso non si può fare a meno di studiare. Così come un atleta non può fare a meno di allenarsi.
Alle gare o agli esami spesso si creano situazioni poco piacevoli. Ebbene, la treccina aiuta a scavalcarle, e a passare in quel film dove queste situazioni sono invece favorevoli e tutto procede senza intoppi. I cosiddetti miracoli accadono nei casi più semplici. In situazioni più complesse bisognerà lavorare sodo, sia con la treccina che investendo sforzi fisici.
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
La fede arriverà in un secondo momento. All'inizio bisogna fare. Non a caso Tafti consiglia di praticare più spesso.
In primo luogo bisogna esercitarsi ad attivare la treccina, e in secondo luogo occorre cambiare il programma, il proprio modello mentale. Quando lei avrà verificato ripetutamente che la treccina funziona, allora lei ci crederà.
"Mi dica, ci sono misure precauzionali o consigli utili da seguire quando si lavora con la treccina? Cosa si può e cosa non si può fare?"
Può trovare maggiori dettagli sulla treccina nel capitolo "La treccina con i flussi". Quando si comincia a sentire la treccina e a lavorarci su, compaiono diverse sensazioni e ognuno prova le sue. Potrebbero esserci sensazioni temporanee di disagio che tuttavia scompaiono presto. Ma per il momento non sono stati segnalati fenomeni così terribili da indurre a parlare di misure cautelari e tecnica di sicurezza.
"Ha senso attivare la treccina durante la preghiera? O il potere della preghiera non necessita di essere rafforzato con l'aiuto della treccina?"
Non sta a me giudicare una situazione del genere, non sono un uomo di Chiesa. Ma credo che se lei si rivolge a Dio, Egli la sentirà comunque, mentre se lei si rivolge alla realtà, 0 più precisamente, intende cambiarla, la treccina le servirà, soprattutto per rafforzare significativamente la sua intenzione.
"Ho due problemi: non riesco a concentrarmi per molto tempo sull'immagine del mio fine e sulla treccia. Se esiste un algoritmo, lo scriva".
Non c'è alcuna necessità di immaginare il proprio fine per molto tempo. La tecnica della treccina è pensata per brevi momenti di concentrazione sul fotogramma del fine. Per maggiori informazioni su come immaginarsi la treccina legga il capitolo "La treccina con i flussi".
"Domanda: quando si evidenzia un fotogramma o un fine, bisogna illuminare solo un unico fotogramma oppure anche due o tre? Dopotutto, la vita è poliedrica, si vuole e questo, e quello, e una terza cosa e un'altra ancora ..."
Se lei è già un esperto di gestione della treccina, può illuminare anche dieci fotogrammi in una stessa sessione di lavoro con la treccina. E se lei è in grado di concentrarsi su ognuno di questi fotogrammi mentre tiene il controllo della treccina.
Tenga però ben presente che tutti questi fotogrammi non si devono contraddire tra di loro. È un aspetto da non sottovalutare. In linea generale nessun fotogramma deve entrare in contraddizione con gli altri.
Comunque sarebbe meglio dedicare a ogni sessione di lavoro con la treccina un solo fotogramma. È più affidabile ed evita di creare confusione. Gli altri fotogrammi possono essere illuminati singolarmente durante il giorno. Si possono anche illuminare ripetutamente fotogrammi diversi singolarmente, l'importante è farlo sistematicamente.
"Ecco una domanda che forse spesso è stata ripetuta ma che io pongo lo stesso: non sento la treccia, non capisco come attivarla. Non la sento né fisicamente né energeticamente, però, quando provo a fare cose facili come sedermi in un determinato posto in autobus oppure ottenere qualcosa, ebbene,... tutto funziona. Funziona, anche se, ribadisco, non ricorro all'attivazione della treccina! O almeno io penso così... Non sono in tensione, non sforzo i muscoli, non faccio niente. Forse non bisogna attendersi una sensazione di calore o energia tra le scapole e basta semplicemente immaginare che la treccia sia lì ?! La tecnica comunque è fantastica, ma mi preme molto chiarire questi dettagli per capirla meglio!"
Se lei non sente la treccina significa che o lei non sente affatto la sua energia individuale, o la sua treccia è molto atrofizzata. Ciò che non viene utilizzato si atrofizza, come succede con i muscoli. Lei dovrà svilupparla mediante esercizi costanti. Lavori con le energie, come descritto nel capitolo "La treccina con i flussi".
Supponiamo che la sua treccina sia atrofizzata. Se anche così fosse, ciò non significa che essa non possa funzionare per le cose più semplici. Sarà sufficiente prestare attenzione al punto tra le scapole, anche se lei non sente nulla, ed illuminare il fotogramma. Sarà abbastanza.
Passerà del tempo, la sua treccia si svilupperà per bene e lei potrà manipolarla con la stessa facilità con cui muove la mano, e allora potrà creare eventi più complessi.
"Disegni uno schema approssimativo della treccina, per far capire com'è e dove si trova."
Lo schema della posizione della treccia non solo non le darà nulla, ma potrebbe anche finire per disturbarne la percezione, perché si tratta di una sensazione soggettiva che ognuno coglie in modo personale. Lei deve solo sentire che dietro alle scapole c'è qualcosa.
Se la sensazione si ripete di volta in volta, allora è autentica. Quale sia la sensazione, non ha importanza. Le sensazioni che si possono provare in altre zone, come per esempio a livello del plesso solare, sono diverse. La treccina si colloca dietro le scapole. Se lei si rompe la testa nel pensare a dove si trovi esattamente e come sia, non otterrà nulla. Non si sforzi troppo. Provi a cogliere la sensazione di avere qualcosa dietro le scapole, quindi, senza lasciar andare questa sensazione, immagini di vedere di fronte a lei, sul suo schermo interno o nei suoi pensieri e nelle sue parole, il fotogramma desiderato. È una cosa semplice da fare: lei deve cominciare col cogliere la sensazione, poi deve focalizzarsi in essa per un minuto o anche meno, ancorare il fotogramma e quindi abbandonare la sensazione.
"Immagini due scolari di prima classe, il Ns 1 e il Ns 2. Il Ns 1 impara a risolvere problemi difficili da solo e per questo gli ci vuole più tempo. Il Ns 2 ha una bacchetta magica che lo aiuta a risolvere i problemi rapidamente, senza fare alcuno sforzo. Alla fine del ciclo scolastico, in undicesima classe, il Ns 1 ha esperienza, conoscenze, sa come risolvere tutti i problemi, sa fare molte cose. In quanto al Ns 2, se gli si toglie la bacchetta magica si scopre che è rimasto a livello di prima elementare. Vien fuori quindi che non c'è crescita e sviluppo. Letteralmente non si capisce a cosa si devono i successi. Disegno qui un quadro approssimativo della situazione, la mia non vuole essere una critica. Cos'è il metodo Tafti: una bacchetta magica? Un mezzo per evitare gli ostacoli?"
Lei forse intende dire che uno scolaro che usa la treccina non possa imparare nulla? E addirittura sostenere esami senza preparazione? No, non è così.
La treccina non è una bacchetta magica. Aiuta solo ad accedere al film dove agli esami ci saranno domande più facili o problemi che già si sono risolti in precedenza e si conoscono bene. In ogni caso non si può fare a meno di studiare. Così come un atleta non può fare a meno di allenarsi.
Alle gare o agli esami spesso si creano situazioni poco piacevoli. Ebbene, la treccina aiuta a scavalcarle, e a passare in quel film dove queste situazioni sono invece favorevoli e tutto procede senza intoppi. I cosiddetti miracoli accadono nei casi più semplici. In situazioni più complesse bisognerà lavorare sodo, sia con la treccina che investendo sforzi fisici.
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