Poi mi immagino mentre sono a casa. Mi sveglio perché il mio cane carlino cerca di salire sul mio letto ma è grassoccio e non ci riesce. Mi alzo. In casa c’è odore di pane fresco. Mi avvicino alla vetrata, enorme, dal pavimento al soffitto. La apro ed esco in terrazza. Davanti a casa c’è un piccolo lago, e vedo i miei figli che stanno giocando lì vicino.
E così via. Faccio in modo di cambiare le mie diapositive e di tornare il più spesso possibile a vederle. Un giorno mi vedo mentre giro per l’Europa con la mia famiglia, il giorno dopo mentre sono in trasferta di lavoro in Siberia, il giorno successi- vo mi vedo al teatro “Marinskij”*. E in tutte queste scene rima- ne costante la sensazione che si tratta della mia vita. Tutto ciò che vedo intorno a me sono le mie cose. Sento, ascolto, vedo. Tutto ciò mi piace molto, mi sento bene perché sono riuscito ad ampliare notevolmente la zona del mio benessere.
Se prima perdevo tempo a pensare a come poter fare a rag- giungere la realtà dei miei sogni, ora non ho più di questi pro- blemi. So che avrò e basta. Tutto sta andando come deve e il mondo mi sta venendo incontro. Sono già successe un sacco di cose cui solo poco tempo prima non avrei potuto credere.
Però, non molto tempo fa nel forum ho letto che non si possono proiettare diapositive composte, che è come se io non vivessi la mia vita. Come fare?».
Lei sta facendo tutto correttamente. Continui pure a crearsi la sua realtà virtuale e a vivere in essa. Se lo farà sistematicamen- te, otterrà il suo film nella realtà (V. Z.).
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