LE DUE SAUNE

La mente ha una capacità di percezione della realtà estremamente limitata e una possibilità di comprensione ulteriormente limitata dalla sola sua esperienza, per questo motivo non può essere obiettiva: se soffre, per qualsiasi motivo, è perché non è in grado di comprendere il vero significato dell'esperienza che sta affrontando. 

Inizio subito facendoti un esempio pratico utilizzando l'esperienza che si può vivere in una sauna; anche se non l'hai mai fatta sai sicuramente di cosa si tratta. Prendiamo due uomini, entrambi stanno per fare una sauna di dieci minuti in due saune identiche: entrambe hanno le stesse dimensioni, temperatura e umidità. I due uomini faranno però la sauna in modo diverso: il primo in una prestigiosa beauty farm dove sta trascorrendo un weekend di rilassamento, il secondo in uno scantinato dove è tenuto prigioniero.

Il primo uomo decide di fare la sauna, vi entra, vi resta per dieci minuti ed esce, accaldato, sudato e soddisfatto. Il secondo viene preso con la forza dal suo carceriere, messo nella sauna e chiuso dentro a chiave, senza che gli venga detto nulla sul perché e per quanto tempo vi resterà rinchiuso.Dopo dieci minuti viene aperta la porta e il malcapitato esce sconvolto.

Entrambi hanno vissuto la stessa esperienza fisica, ma con presupposti e una condizione emotiva completamente diversi. Devi sapere che la sauna è per l'organismo un grande stress: rimanere in un ambiente a oltre 90 °C, seppure con un'umidità molto bassa è, per il corpo umano, una vera e propria tortura. Tuttavia, per il primo soggetto, che ha speso anche dei soldi per farla, non solo è stata un'esperienza piacevole ma probabilmente vorrà volontariamente ripeterla. Per il secondo soggetto, quei dieci minuti sono stati forse la peggiore tortura che potesse subire e, se fosse stato debole di cuore, avrebbe potuto avere seri problemi fisici.

Come è possibile che la stessa esperienza fisica possa essere 
emotivamente vissuta con piacere da un uomo e con enorme sofferenza dall'altro? La differenza è che il primo ha scelto consapevolmente di farla, convinto di un effetto positivo sul suo corpo, sapendo che sarebbe potuto comunque uscire qualora l'avesse voluto; il secondo ha invece subito la volontà di un altro sul quale non aveva alcun controllo.

Il solo ritenersi vittime passive di scelte o eventi prodotti da altri o dal caso è già motivo di grande sofferenza. Il solo considerarsi protagonisti consapevoli di ogni esperienza si affronti sapendo che, anche se dolorosa, ha un fine ultimo utile e costruttivo, è già motivo sufficiente non solo per non soffrire più, ma per vivere la stessa esperienza serenamente e con un diverso, positivo, atteggiamento.

Fabio Marchesi


La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

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