Quello che egli
vede nello specchio può piacergli o meno, ma comunque sia i
suoi pensieri, per contenuto, coincidono con il riflesso e per ciò
stesso rafforzano maggiormente la situazione esistente.
Come risultato, nell’immagine comincia
a prevalere tutto ciò che corrisponde
al contenuto dell’immagine. Per questo
i poveri rimangono poveri e i ricchi si
arricchiscono sempre di più: tutti costoro
guardano l’immagine del mondo
e ognuno, a modo proprio, constata l’aspetto
della realtà che lo circonda.
Questa realtà risucchia come
un terreno paludoso. Una vecchietta che sta in fila per ritirare la
pensione; una donna stanca, con le borse pesanti in mano, che
rincasa nell’autobus pieno di gente; un malato che gira per i reparti
ospedalieri… Con tutti i loro pensieri, tutti loro rimangono
in questa buia realtà. E intanto qualcun altro si gode la vita:
mare, yacht, viaggi, alberghi di lusso, ristoranti cari… tutto
quello che si è sempre sognato. In ognuno di questi casi, indipendentemente
dal carattere della situazione, ci si trova di fronte
a una constatazione del fatto: «Così viviamo», anzi, più precisamente,
viviamo così come pensiamo la nostra esistenza.
Lo specchio
conferma e rafforza sempre di più il contenuto dell’immagine
dei pensieri. Non serve nemmeno riportare le solite obiezioni
della serie che le condizioni iniziali sono spesso diverse: uno
nasce in povertà, l’altro nasce in mezzo alle ricchezze. Certo, il
punto di partenza per molti versi determina il modo in cui comincia
la constatazione dell’immagine della vita e il modo in cui
essa si svilupperà in futuro, ma ciò non significa assolutamente
che “il capitale iniziale” decide tutto. Ci sono un sacco di esempi
di persone che, partendo da uno strato sociale inferiore, sono
riuscite a raggiungere i livelli dell’alta società, nonché esempi
contrari. Forse si tratta di rare eccezioni che confermano solo la
regola? È vero, solo che se le eccezioni sono comunque possibili,
significa che la regola non è così salda. Per quanto profonda sia
la depressione in cui vi trovate in questo momento, sappiate che
tutto può cambiare, tra l’altro in modo radicale.
Dall’altra parte dello specchio
esistono delle varianti di sviluppo degli eventi che la ragione
umana non è nemmeno in grado di sospettare.
Ebbene, per innescare il meccanismo dell’intenzione esterna
occorre realizzare il quinto principio speculare: occorre trasferire
l’attenzione dal riflesso all’immagine. In altre parole, bisogna
prendere il controllo dei pensieri, pensare non a quello
che non si vuole e che si vuole evitare, ma a quello che si desidera
e si ambisce raggiungere.
VZ
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__reality-transurfing-le-regole-dello-specchio-vadim-zeland-libro.php?pn=2812
La via del Transurfer -
https://faregruppo.blogspot.it
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