Punto Zero e campo morfico
E' una delle tecniche più efficaci per entrare in relazione con un altro ad un livello più profondo del normale. Si tratta di centrarsi in se stessi, in modo da "partire" dal tuo Punto Zero, per incontrare la parte “zero” dell'altro. In pratica, entri in connessione con l'essere dell'altro, e non con il suo ego.
C'è poi da tener presente che il cliente arriva da te non soltanto come essere, ma con tutta la sua storia personale e collettiva. Quando ti apri al tuo Punto Zero, quando attraverso il respiro entri dentro il tuo Punto Zero, ti rendi disponibile a percepire la storia dell'altro. In questo spazio sei al servizio della storia dell'altro, e l'altro ti dà, inconsciamente, gli elementi per potere procedere. Sintonizzato ad un livello ancora più profondo, in realtà non è tanto il cliente a darti delle informazioni, quanto lo stesso campo morfico del suo sistema di appartenenza.
Chiaro che, meno interferenza c'è da parte della tua "personalità professionale", delle tue preferenze, desideri e quant'altro, più riconosci la differenza tra ciò che il cliente sta effettivamente chiedendo, quello che eventualmente avresti voglia di fare tu, e il movimento verso cui ti sta indirizzando il campo morfico. Più pratichi l'osservare e lasciare essere, rimanendo attento e senza intervenire, più veloce e più esteso è l'accesso al campo di coscienza presente, più ti rendi disponibile a “muoverti” con esso e ad agevolarne i movimenti, se e quando necessario. Tra l'altro, cosa importantissima per gli operatori delle professioni di aiuto, più sei libero di lasciar essere ciò che è così com'è, meno ti coinvolgi; e meno ti "attacchi" e meno "si attaccano a te" le emozioni degli altri, personali o collettive che siamo. Ecco perché è possibile professionalmente lasciarsi attraversare da un grosso quantitativo emozionale o storico di un'altra persona o gruppo e rimanere libero, tranquillo, vigile e sereno.
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
C'è poi da tener presente che il cliente arriva da te non soltanto come essere, ma con tutta la sua storia personale e collettiva. Quando ti apri al tuo Punto Zero, quando attraverso il respiro entri dentro il tuo Punto Zero, ti rendi disponibile a percepire la storia dell'altro. In questo spazio sei al servizio della storia dell'altro, e l'altro ti dà, inconsciamente, gli elementi per potere procedere. Sintonizzato ad un livello ancora più profondo, in realtà non è tanto il cliente a darti delle informazioni, quanto lo stesso campo morfico del suo sistema di appartenenza.
Chiaro che, meno interferenza c'è da parte della tua "personalità professionale", delle tue preferenze, desideri e quant'altro, più riconosci la differenza tra ciò che il cliente sta effettivamente chiedendo, quello che eventualmente avresti voglia di fare tu, e il movimento verso cui ti sta indirizzando il campo morfico. Più pratichi l'osservare e lasciare essere, rimanendo attento e senza intervenire, più veloce e più esteso è l'accesso al campo di coscienza presente, più ti rendi disponibile a “muoverti” con esso e ad agevolarne i movimenti, se e quando necessario. Tra l'altro, cosa importantissima per gli operatori delle professioni di aiuto, più sei libero di lasciar essere ciò che è così com'è, meno ti coinvolgi; e meno ti "attacchi" e meno "si attaccano a te" le emozioni degli altri, personali o collettive che siamo. Ecco perché è possibile professionalmente lasciarsi attraversare da un grosso quantitativo emozionale o storico di un'altra persona o gruppo e rimanere libero, tranquillo, vigile e sereno.
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