Kintsugi trasformare i fallimenti in nuove opportunità.

Kintsugi è il nome dato all’antica arte giapponese di riparare le ceramiche rotte con una colatura del metallo più nobile: l'oro. Letteralmente significa “riparare con l’oro”.

È il simbolo della resilienza, cioè la capacita di diventare più forti nonostante il disagio e le difficoltà che temprano chi le sperimenta. Possiamo definire quest’arte la possibilità di abbracciare il danno subito, di non vergognarci delle proprie ferite e di trasformare i fallimenti in nuove opportunità.


Nella ceramica rotta se si rimettono assieme i cocci inizialmente si vedono numerose crepe da cui passa però una nuova luce. Ecco la vera essenza del Kintsugi, quindi le nuove opportunità che si aprono dopo un evento difficile, un trauma o una ferita emozionale.

Mentre la maggioranza della gente una volta rotta una tazza o un qualunque oggetto di ceramica lo butta via, questa meravigliosa arte insegna a restaurare le crepe e le fratture con il metallo notoriamente più prezioso, l’oro. E così, da un evento che sembrava disastroso, si arriva a creare il presupposto che esalta una nuova creazione, riportando in vita un modo diverso e anche assai più bello e prezioso di vedere le cose. Per cui la tazza, anche se diversa dall’originale, rimane tale ma appare in maniera diversa e sicuramente più interessante.

Ogni ferita quindi, ogni crepa, ogni frattura, offre nuove possibilità di azione e di vita. Certamente ci vuole tempo e pazienza ma l’esempio del Kintsugi è davvero notevole e imparare a realizzarlo può rappresentare un ottimo modo per affrontare al meglio le ferite subite dalla vita.

Ogni disagio si può tramutare in risorsa, questa è la via da seguire e osservare.

Dedicato a chiunque abbia fallito anche più di una volta nella vita, agli afflitti dal dolore lacerante, affinché trovino spiragli di nuova luce che possa illuminare con rinnovata forza il loro cammino.

“C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce.”
Leonard Cohen

“In questo lavoro ho preso spunto dal bellissimo libro di Lise Bourbeau Le 5 ferite e come guarirle Ed. Amrita, per trattare singoli disagi legati a traumi subiti nell’infanzia e dare dei piccoli ma sostanziosi consigli.

È bene chiarire che non sono psicologo né psicoterapeuta, lavoro sul corpo da tanti anni e continuo la mia ricerca ogni giorno sulla meraviglia del nostro organismo e le sue reazioni naturali a ciò che incontra nel suo percorso di vita. Non possiamo separare mai il corpo dalla psiche, siamo un tutt’uno, pertanto credo sia assolutamente necessario prendere in considerazione entrambi se desideriamo avere una visione chiara su quanto accade nel momento in cui subiamo dei disagi inaspettati e, il più delle volte, non voluti.

Di proposito, nel trattare il tema delle ferite emozionali, ho evitato di dilungarmi su quanto già scritto e detto da persone, terapisti e maestri molto più autorevoli di me, soprattutto nel campo della psicologia. Ho riportato ovviamente dei riflessi tratti dagli insegnamenti di Lise Bourbeau ma la maggioranza dei contenuti derivano direttamente dalla mia esperienza personale con le migliaia di persone che ho trattato e avuto come allievi nel corso di tanti anni di studio e lavoro.

Tutto questo mi ha fatto riflettere su come, ogni volta in cui ci troviamo in seria difficoltà nella vita, si aprono prospettive e nuove possibilità di realizzazione nonostante la sofferenza. Da qui il riferimento alla Resilienza e ai suoi molteplici significati che sottolineo più volte nel libro che prende in considerazione, tra altre risorse importanti, il tema del mito e dell’archetipo per aiutare la gente in difficoltà senza apparente via di uscita.

Per questo motivo per ogni singola ferita ho scelto di descrivere estratti di biografie di personaggi conosciuti che pur avendo subito abbandoni, rifiuti, ingiustizie, umiliazioni e tradimenti hanno saputo trasformare la propria vita tirando fuori il meglio, partendo proprio dalle loro, a volte, terribili difficoltà reali.

Tutto ciò, come sottolineo più volte nel libro, non significa che queste persone, diventate famose nel mondo grazie alla trasformazione delle loro ferite, siano diventate felici perché ognuno ha il suo percorso che dipende da molti fattori. La sofferenza tocca tutti quanti ma sapere che esistono tante persone, che attraverso il disagio patito sono riuscite a emergere al meglio e spesso a condizionare in maniera positiva tanta gente, può essere davvero un valido aiuto per chi soffre e si sente afflitto.”
Tratto dal libro.


Per ogni ferita Allasia analizza, come esempio, la biografia di personaggi famosi che hanno tratto la loro forza proprio dai fallimenti, dai disagi, dalle difficoltà che hanno subito nella loro vita. Ovviamente ciò non vuol dire che chiunque subisca una ferita possa necessariamente arrivare al successo ma conoscere la biografia di personaggi importanti che attraverso abbandoni, rifiuti, tradimenti, umiliazioni e ingiustizie hanno trasformato il dolore in grandi opportunità può sicuramente aiutare chi si trova in seria difficoltà a trovare nuove brecce di luce verso nuovi orizzonti di vita.

Da Leonardo da Vinci a Walt Disney, da Muhammad Alì a Steve Jobs, da Artemisia Gentileschi a Lady Gaga per arrivare a Louise Hay e Alex Zanardi ( e molti altri) l’autore utilizza la figura del mito e degli archetipi per stimolare il lettore a riprendersi dagli stati di profonda difficoltà e a reagire alle traversie della vita.

“…ogni crepa può lasciare spazio a una nuova luce, ogni frattura può essere rimarginata con risorse preziose che altrimenti non avremmo mai avuto la possibilità di conoscere e utilizzare. E quando avremo sanato le ferite, ricordiamoci che le cicatrici rimarranno per sempre ma ci avranno forgiato a nuova vita. Non saremo mai più quelli di prima.”

“E il senso della vita non può essere quello di raggiungere una forma che avvertiamo come definitiva, mai, a nessuna età, ma piuttosto quello di continuare a crescere, faticosamente, lentamente, con pazienza ed umiltà, ogni giorno".

"Di questo ci parla Gioacchino in questo bel libro, che sarà utile non solo a chi ha fatto della “cura” la sua professione: tutti noi siamo in fondo chiamati a prenderci cura, come esseri umani, come figli di un cielo che ci vede intessuti di relazioni”
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it

Il Dolore che ti Aiuta - Kintsugi
Sofferenze e difficoltà come vie di trasformazione

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