martedì 27 agosto 2019

l’amalgama del fine

L’ultima tecnica, l’amalgama del fine, è pensata proprio per i pigri. La condizione principale di una visualizzazione riuscita è non costringersi a farla. Infatti, se fate girare in testa la diapositiva del fine ma lo fate senza provarne piacere, ragion per cui dovete agire facendovi pressione, si origina un potenziale superfluo e alla fine le forze equilibratrici annulleranno tutto il vostro lavoro. In questo caso è meglio rinunciare a questo di tipo di obbligo opprimente e scaricare tutto il lavoro sulle spalle del vostro mondo..

Chiedetegli che “vi prenda in braccio” e che si occupi da solo di fare in modo che la vostra scelta venga realizzata. Datevi quest’orientamento: tutto si sistemerà da solo, senza il mio intervento. Dichiarando quest’intenzione, date al vostro mondo un programma in base al quale gli eventi si evolveranno spontaneamente in modo tale da avvicinarvi al fine. Ciò equivale, praticamente, a mollare la presa e permettere all’intenzione esterna di realizzare il fine. Così facendo vi potete rilassare e potete permettervi il piacere di godere semplicemente della diapositiva del fine. Non occorrerà lavorarci sopra, lo farà il vostro mondo per voi. Mentre “gli state seduti in braccio”, tuttavia, non dimenticatevi di ricordargli, ogni tanto, quello che vi aspettate di ottenere da lui. 

E, ovviamente, non perdetevi con la testa per aria ma, sul piano fisico, eseguite puntualmente tutto quello che serve per raggiungere il fine. Qualsiasi tecnica vogliate utilizzare, ricordatevi sempre che non state esprimendo un augurio ma state dichiarando la vostra ferma intenzione, mentre guardate al fine come a un inevitabile finale. Se proprio non potete dire “io ho”, dite quanto meno “ho intenzione di avere”. Per essere veramente intenzionato a ottenere il proprio ordine, occorrerà fare qualcosa di concreto che confermi la serietà dell’intenzione. Se, per esempio, desiderate alzarvi al mattino a una certa ora, potreste non svegliarvi per tempo. Ma se caricate la sveglia, probabilmente vi sveglierete qualche minuto prima che si inneschi la suoneria. Il senso è quello di fissare l’intenzione. È un’operazione che si fa ogni volta che si tocca ferro o si sputa oltre la spalla sinistra1.

1. In originale è “battere sul legno”, che nella tradizione russa è l’equivalente del “toccare ferro”, rituale ricorrente contro la sfortuna; sputare oltre la spalla sinistra, in Russia è un’abitudine molto diffusa, usata come forma di difesa da sfortune e iettature [N.d.T.].


Ogni tradizione popolare che prevede l’uso di un certo rituale si basa su questo principio. Per esempio, nei tempi passati, al fine di trattenere il timoroso uccello della fortuna, la gente ricorreva al trifoglio. Nel momento di fortuna bisognava toccare una cosa che contenesse la sua raffigurazione, e nei momenti di pericolo bisognava fare la stessa cosa. Il trifoglio era considerato anche un rimedio contro le forze maligne. Qui non si vuol dire che una certa cosa possieda delle proprietà esclusive e per questo possa fungere da talismano. La forza magica degli oggetti risiede nel modo di rapportarsi ad essi. Se una persona crede fermamente che un talismano o un rituale siano in grado di produrre un certo effetto magico, credendo ciò essa fissa la sua intenzione. Ognuno di voi si può inventare il suo “chiodo” cui ritiene sia comodo appendere la propria intenzione. Ma è una cosa che possono fare coloro cui piace questo genere di operazioni. In realtà non è obbligatorio compiere rituali magici. L’importante è intraprendere delle azioni concrete, che testimonino la vostra determinazione. Se, per esempio, volete avere una casa di proprietà, muovetevi come se foste sul punto di traslocare: controllate le inserzioni, andate a scegliere i mobili e gli elettrodomestici, interessatevi di tutti gli annessi e i connessi. Fissare l’intenzione è un mezzo molto efficace. Il fatto che ci siano varie tecniche per il rafforzamento della diapositiva non significa che alcune di esse siano più efficaci e altre meno. Potete usare alcune tecniche o sceglierne solo una. Il criterio di scelta è semplice: dev’essere preferibile quella tecnica che vi piace di più e che, secondo voi, vi riesce meglio.

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