7 PUNTI PER TROVARE UN FINE
7 PUNTI PER TROVARE UN FINE Solo lei è in grado di trovare il suo fine. Io posso solo proporre
un algoritmo d’azione orientativo.
Punto primo. Punto di partenza nella ricerca è il postulato: il suo fine le attirerà tutto quello che le serve nella vita. In questo 2. La citazione riguarda il racconto umoristico fantastico dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij, Ponedel’nik nacinaetsja v subbotu (Il lunedì comincia il sabato), 1965, molto famoso in Russia [N.d.T.]senso tutte le considerazioni sul tema “voglio ottenere questo e quest’altro” cadono da sole. Otterrà tutto quello che la sua anima desidera, basta solo trovare la strada giusta.
Punto secondo. In generale lei deve capire: cosa ama (può amare) fare, di cosa si vorrebbe occupare? Non intendo dire cosa ottenere (questo l’abbiamo già chiarito) ma proprio di cosa si vorrebbe occupare, in cosa vorrebbe spendere la sua energia d’intenzione. Occorre capire che il fine non è un punto d’arrivo ma un percorso esistenziale, un modo di autorealizzarsi.
Punto terzo. Deve porsi la domanda: Quest’occupazione trasformerà la mia vita in festa? Per festa qui non si intende una cerimonia solenne in occasione dell’arrivo al punto di destinazione, ma la sensazione di una festa che è “sempre con te”. Questa sensazione sorge quando la vita diventa consapevole, piena, interessante, viva e gioiosa.
Punto quarto. La decisione dovrà essere presa nell’unità di anima e ragione, quando l’anima canta e la ragione si frega le mani soddisfatta. Ciò significa che per lei dovrà essere scontato che l’occupazione prescelta è cara al cuore, riempie la vita e non la lascia in condizioni di miseria. Per esempio, se lei avesse una passione per i ricami a punto croce, non significa che ciò possa essere il suo fine. La ragione non sarebbe d’accordo, non crede?
Punto quinto. Se per il momento, tra le occupazioni che lei ha preso in considerazione, non ci sono candidature accettabili, provi a guardare al suo passatempo “non serio” sotto un altro punto di vista. Tutto ciò che si fa con disinvoltura e piacere ha un significato e un valore preciso. Per esempio, la passione per l’alcool potrebbe trasformarsi in una specifica professione, quella di produttore di vini o di sommelier. Le piacciono i videogiochi? Provi a inventare un suo supergioco, qualcosa che il mondo non ha mai visto, magari non necessariamente nel campo dei videogiochi. Potrebbe ideare, per esempio, uno sconvolgente reality-show. Il sesso? Provi a chiedersi: “Cosa manca alla gente in questa sfera, di che cosa ha bisogno?”. Di esperienza, di nuove conoscenze, di nuove emozioni? Potrebbe, per esempio, imparare una qualche tecnica particolare e fondare una sua scuola. O organizzare un’agenzia matrimoniale diversa dalle solite, che non si inscrive negli standard comuni di questo tipo di attività. Volendo si può arrivare a creare qualcosa di inimmaginabile. Il principio fondamentale è quello di uscire dai ranghi comuni e andare per la propria strada. Creare un proprio pendolo, una propria religione.
Punto sesto. Se non le viene in mente niente di interessante, dovrà allargare i suoi orizzonti: andare dove non è mai andato, visitare quello che non ha mai visto. Il compito della ragione nel processo di ricerca del fine non è tanto cercare quanto filtrare tutte le informazioni provenienti dall’esterno, prestando una particolare attenzione allo stato di benessere interiore. Non appena l’anima vedrà “qualcosa di Suo”, si riscuoterà e lei lo percepirà senz’altro.
Punto settimo. Occorre visualizzare la diapositiva della festa della vita. Si immagini un quadro che contenga tutti gli attributi della sua festa (yacht, macchine, club e tutti gli altri giocattoli cui l’anima aspira). Di che cosa dev’essere piena la sua vita? Cerchi, studi bene gli attributi che le servono, li misuri con l’intenzione di ottenerli in breve tempo. Lavori con questa diapositiva sistematicamente e allora l’intenzione esterna aprirà le sue porte, le offrirà possibilità che non sospetta neppure. Proprio questo punto è il più efficace nel processo di ricerca del fine. Esso permette di vedere una via d’uscita lì dove apparentemente non può esserci.
VZ
Transurfing VIVO
La via del Transurfer - https://faregruppo.blogspot.it
Punto primo. Punto di partenza nella ricerca è il postulato: il suo fine le attirerà tutto quello che le serve nella vita. In questo 2. La citazione riguarda il racconto umoristico fantastico dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij, Ponedel’nik nacinaetsja v subbotu (Il lunedì comincia il sabato), 1965, molto famoso in Russia [N.d.T.]senso tutte le considerazioni sul tema “voglio ottenere questo e quest’altro” cadono da sole. Otterrà tutto quello che la sua anima desidera, basta solo trovare la strada giusta.
Punto secondo. In generale lei deve capire: cosa ama (può amare) fare, di cosa si vorrebbe occupare? Non intendo dire cosa ottenere (questo l’abbiamo già chiarito) ma proprio di cosa si vorrebbe occupare, in cosa vorrebbe spendere la sua energia d’intenzione. Occorre capire che il fine non è un punto d’arrivo ma un percorso esistenziale, un modo di autorealizzarsi.
Punto terzo. Deve porsi la domanda: Quest’occupazione trasformerà la mia vita in festa? Per festa qui non si intende una cerimonia solenne in occasione dell’arrivo al punto di destinazione, ma la sensazione di una festa che è “sempre con te”. Questa sensazione sorge quando la vita diventa consapevole, piena, interessante, viva e gioiosa.
Punto quarto. La decisione dovrà essere presa nell’unità di anima e ragione, quando l’anima canta e la ragione si frega le mani soddisfatta. Ciò significa che per lei dovrà essere scontato che l’occupazione prescelta è cara al cuore, riempie la vita e non la lascia in condizioni di miseria. Per esempio, se lei avesse una passione per i ricami a punto croce, non significa che ciò possa essere il suo fine. La ragione non sarebbe d’accordo, non crede?
Punto quinto. Se per il momento, tra le occupazioni che lei ha preso in considerazione, non ci sono candidature accettabili, provi a guardare al suo passatempo “non serio” sotto un altro punto di vista. Tutto ciò che si fa con disinvoltura e piacere ha un significato e un valore preciso. Per esempio, la passione per l’alcool potrebbe trasformarsi in una specifica professione, quella di produttore di vini o di sommelier. Le piacciono i videogiochi? Provi a inventare un suo supergioco, qualcosa che il mondo non ha mai visto, magari non necessariamente nel campo dei videogiochi. Potrebbe ideare, per esempio, uno sconvolgente reality-show. Il sesso? Provi a chiedersi: “Cosa manca alla gente in questa sfera, di che cosa ha bisogno?”. Di esperienza, di nuove conoscenze, di nuove emozioni? Potrebbe, per esempio, imparare una qualche tecnica particolare e fondare una sua scuola. O organizzare un’agenzia matrimoniale diversa dalle solite, che non si inscrive negli standard comuni di questo tipo di attività. Volendo si può arrivare a creare qualcosa di inimmaginabile. Il principio fondamentale è quello di uscire dai ranghi comuni e andare per la propria strada. Creare un proprio pendolo, una propria religione.
Punto sesto. Se non le viene in mente niente di interessante, dovrà allargare i suoi orizzonti: andare dove non è mai andato, visitare quello che non ha mai visto. Il compito della ragione nel processo di ricerca del fine non è tanto cercare quanto filtrare tutte le informazioni provenienti dall’esterno, prestando una particolare attenzione allo stato di benessere interiore. Non appena l’anima vedrà “qualcosa di Suo”, si riscuoterà e lei lo percepirà senz’altro.
Punto settimo. Occorre visualizzare la diapositiva della festa della vita. Si immagini un quadro che contenga tutti gli attributi della sua festa (yacht, macchine, club e tutti gli altri giocattoli cui l’anima aspira). Di che cosa dev’essere piena la sua vita? Cerchi, studi bene gli attributi che le servono, li misuri con l’intenzione di ottenerli in breve tempo. Lavori con questa diapositiva sistematicamente e allora l’intenzione esterna aprirà le sue porte, le offrirà possibilità che non sospetta neppure. Proprio questo punto è il più efficace nel processo di ricerca del fine. Esso permette di vedere una via d’uscita lì dove apparentemente non può esserci.
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Viaggiare..conoscere il mondo e le sue culture potrebbe considerarsi un fine? Lo sto immaginando da poco... grazie se risponderai
RispondiEliminaCiao Annastella, l'importante é divertirsi se viaggiare ti rende felice e fa della tua vita una festa, credo si si' potrebbe considerarsi un fine, ma solo tu puoi conoscere la risposta e cmq se non é il tuo fine, viaggiare e conoscere nuovi posti, fare nuove esperienze ti aiutera' a trovare il tuo vero fine,.. Ciao che la gioia sia con te
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